Dolore

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Mi prese per un braccio e iniziò a darmele di santa ragione.

''Che hai fatto? SEI IMPAZZITA????''

Il dolore delle sue mani pesanti che sbattevano sulla mia schiena era lancinante.

Io non osavo rispondere, mi mancava il respiro, così caddi per terra, con la sua mano che teneva ancora il mio braccio.

Mi prese il viso, così da poter vedere i miei occhi rossi velati dalle lacrime amare,

''Vero che non lo farai mai più? VERO?''

''Mi disgusti! Stammi lontano !!''

Mi tirò una schiaffo, in piena guancia, e per un attimo persi la sensibilità in tutto il viso, sentivo un dolore penetrante spargersi dentro le mie carni.

Lo guardai, come per fargli capire che ero delusa, e così dissi:B

''Questo non cambia i miei pensieri su di te''

''OK, HO PERSO LA PAZIENZA''

Mi prese per i capelli urlando che l'avrebbe fatta finita, che non sopportava questo mio comportamento.

Ero testarda e rispondevo, non avevo capito, le sue intenzioni.

''ORA SARAI MIA, COSI' NON TI POTRA' AVERE PIU' NESSUNO''

Mi portò in una stanza con un enorme letto matrimoniale.

Lo guardai e vidi nei suoi occhi tristezza, rabbia, dolore e un sorriso tirato.

''Perchè mi fai questo?'' dissi calma

''Perchè ti amo'' mi disse, quasi senza aprire bocca

''Questo non è amore'' dissi senza togliere lo sguardo da quegli occhi

''Ok, ho capito, non mi vuoi e non mi vorrai mai, ma allora se non ti potrò avere io, non ti avrà nessuno''

Rimasi scioccata, era una frase da telefilm, avevo paura, sapevo cosa significava, volevo scappare, volevo mia madre, volevo Marco con me ad aiutarmi.

Aprì un casetto da un comodino e tirò fuori un coltello.

''Scusami Jo'' disse con la voce rotta dal pianto

Tentai di scappare, ma arrivai solo fino all'ingresso, lui mi prese da dietro, una fitta e poi il buio, soltanto un immagine, quella di Marco che spalancava la porta urlando il mio nome.

Poi i suoi occhi, spalancati e l'orrore delle sue urla nel vedermi a terra.

Buio

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