Vivere

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Ora avevo una vita normale, tutto era tornato come prima, avevo tanti amici e abitavo praticamente da sola siccome mia mamma lavorava per lo più all'estero.

Marco aveva trovato una ragazza quando aveva fatto un viaggetto in spagna con i suoi e ora aveva occhi solo per lei, ma io ero felicissima per entrambi.

Matilde aveva cambiato città ma ci sentivamo comunque spessissimo.

La mia vita era soddisfacente insomma, nulla andava male.

Avevo tagliato i capelli lunghi fino alle spalle, scalati dietro corti.

Adesso sono nel letto che fisso il soffitto e penso, mi alzo, mi vesto, bevo un caffè.

Apro la porta del bagno e mi guardo nello specchio, apro il rubinetto sull'acqua calda e mi sciaquo velocemente, alzando la testa, vedo nello specchio una ragazza alta, con gli occhi scuri e un sorriso spento. Cosa non va?

Chiudo l'acqua e mi asciugo velocemente con l'accappatoio, avendo dimenticato gli asciugamani nella camera ormai vuota di mia madre.

Uscendo dal bagno raccolgo le Dr Martines nel corridoio e me le infilo davanti alla porta, infine mi metto la giacca nera regalatami da mio padre, partito un anno fa, quando i miei sono riusciti a dividersi i beni dopo il divorzio.

Apro la porta e esco sbattendola violentemente senza nemmeno chiuderla a chiave.

Prendo una brioche in pasticceria e compro un libro e un paio di riviste, infine torno a casa verso le 11.30

Qualcosa non quadra.

L'aria è pesante, l'ansia inizia a prevalere.

Suona il campanello e il mio cuore per un attimo smette di battere, ingoio la saliva e apro la porta.

Un ragazzo alto e rosso è davanti a me e mi sorride, ma chi è?

''Ciao sono Mattia''

''Ciao''

''Abito proprio davanti a te e volevo chiederti se avevi per caso dello zucchero da imprestarmi''

''Si, certo te lo porto subito''

''Posso..entrare?''

Lo guardai un po' perplessa per il suo autoinvito così improvvisato.

''Certo..''

Entrò velovcemente guardandosi intorno con un sorrisetto, ed io gli chiusi la porta alle spalle.

''Vieni ti porto dallo zucchero..'' lo dissi quasi sorridendo

''Grazie'' disse lui con un sorriso da un orecchio a un altro

Una volta in cucina presi una tazzina da thè e la riempii sorridendo 

''Ecco'' 

''Grazie signorina...?''

''Jo'' risposi senza mai smettere di fissare i suoi occhi celesti

''Piacere'' disse stringendomi la mano ''Siamo vicini,se hai  bisogno vieni pure a chiedere sono proprio qui davanti''

''Grazie mille''

Detto quello ci avvicinnammo alla porta e lo feci uscire salutandolo con la mano, e lui ricambiò con un sorriso scomposto e imperfetto ma incredibilmente sincero

Fin ✝Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora