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#AMANDA'SPOV

Dopo essermi ripresa ed essermi sciacquata il viso circa venti volte ho deciso di tornare nel pieno del locale, soprattutto per Lea, è il secondo giorno che passo del tempo con lei ed il suo gruppo ed ho già creato problemi. Mi sento meglio dopo aver pianto in quel modo, è come se mi sentissi un po' più leggera, anche se avrei voluto farlo in  un altro contesto e ambiente.
Lea con una delicata carezza sulla schiena mi conforta, come ha fatto per tutto il tempo, sono molto felice che sia tornata, mi è mancata tanto, e in occasioni così mi accorgo sempre più di quanto sia speciale. Le rivolgo un sorriso affettuoso che ricambia subito.

Ammetto di essere sollevata di non sentire più quell'odore disgustoso di vomito, ma lo avrei comunque preferito alla scena che ho davanti agli occhi. El ed Harry che ballano in mezzo alla pista, strabuzzo gli occhi che ancora mi fanno male. Elizabeth muove i fianchi in modo provocante, ma più volgare che sexy a mio parere, mentre ad occhi chiusi solleva le braccia, portando le mani dietro di sé, andando a toccare il collo di Harry, il quale si avvicina pian piano a lei, da dietro, seguendo i suoi movimenti. Questo mi provoca maggior conati del vomito secco appiccicato sul pavimento del bagno.

"Ehi, che stai guardando?" attira la mia attenzione Lea, che mi passa una mano davanti agli occhi. Scuoto lievemente la testa tornando alla realtà.

"Niente" dico con indifferenza, perché alla fine è quello che sto vedendo, due persone piene di niente. Ci avviciniamo sempre più alla nostra postazione, e non riesco a far a meno di pensare a Nati, quella povera ragazza starà malissimo, riesco già ad immaginare quei due occhioni azzurri pieni di lacrime. La sua migliore amica che si struscia a quel cafone del ragazzo di cui è persa, che stronza.
Mi siedo dove precedentemente mi ero accomodata, vicino a Zayn, che è di fianco a Liam. Louis è solitario sulla sua poltroncina comoda, che sorseggia il suo...rum, forse. Lea si è seduta vicino a Natalia, che si bea del suo drink rosa, ormai quasi terminato, con lo sguardo a fissare al niente, mi spaventa immaginare a cosa stia pensando. Abbasso lo sguardo e noto sul tavolo basso un bicchiere lungo, trasparente, con qualche foglia di menta e ghiaccio quasi del tutto sciolto depositati in fondo e ricordo di aver ordinato un mojito.

"Zayn, scusa ma...il mio mojito?" chiedo gentilmente.

"Ehm, se era quello lo ha bevuto Harry" risponde con una mossa del capo. Harry? Seriamente? Sbuffo irritata, se voleva un cazzo di moijo se lo poteva comprare, ha una macchina da ventimila di dollari dio mio, non diventerebbe un morto di fame con sei dollari in meno. Vorrei tanto andare lì, togliergli di torno quella stupida di Elizabeth e prenderlo a schiaffi. Tutta l'energia negativa di prima la sto incanalando in energia ancora più negativa verso Harry. Non può comportarsi come un arrogante figlio di puttana con tutti, dannazione.
Afferro con decisione quel fottuto bicchiere vuoto e mi alzo di scatto, quando comincio ad avviarmi sento la voce di Zayn chiamarmi, ma lo ignoro, prima di cambiare idea, e mi avvicino con passo deciso verso la folla, e man mano sempre più vicino alla coppia di idioti. Tutta la simpatia che provavo verso El si è dissolta.

"Mi devi un fottuto mojito" dico ad alta voce, cercando di apparire il più sicura possibile, ma la musica è troppo forte e i due non si sono nemmeno accorti che sono in piedi, di fianco a loro.

"Mi devi un fottuto mojito!" grido a gran voce, e Harry sposta il suo viso dall'incavo del collo di El, su cui riesco a vedere una macchia violacea, e l'istinto di spaccargli in testa il vetro che tengo in mano è forte. Si volta verso di me con un sorriso amaro sulle labbra. Mi sento in imbarazzo e spero di non arrossire.

"Sei gelosa? Ce n'è anche per te se vuoi" i suoi occhi sono piantati nei miei, sono verdi, molto verdi, non sono più venati di rosso, non c'è traccia di marijuana in lui e questo mi preoccupa ancora di più. Il suo modo di fare mi mette a disagio e lui deve averlo capito.

"Tutto ciò che voglio da te è il mio fottuto mojito" la mia voce non cede nemmeno per mezzo secondo, mi do' mentalmente una pacca di congratulazioni sulla spalla. Lui si acciglia, ha smesso di strusciarsi alla ragazza, che ho fulminato con lo sguardo quando mi ha guardata, ma è rimasta in silenzio. Harry esplode in una risata amara, una di quelle che non avevo mai sentito, troppo sarcastica per i miei gusti, si riavvia i capelli all'indietro.

"Mi sei venuta a disturbare nel bel mezzo di un ballo con la mia donzella" dice ammiccando alla ragazza che abbassa lo sguardo lusingata, e io non posso far altro che portarlo al soffitto "per un cazzo di mojito?" continua la frase sbalordito e scocciato, non mi sembra di aver fatto una richiesta strana, forse nel momento meno adatto, ma non potevo vedere Nati in quello stato, e Lea non può consolare tutti.

"Già, o mi dai i miei soldi o me ne compri uno, dato che ti sei scolato il mio" dico a gran voce, con un espressione di sufficienza, ed oltre che darmi una pacca sulla spalla mi lancio anche un bacio. Più il tempo passa più mi pento di essermi fatta toccare da questo deficiente, prima di riuscire con loro mi assicurerò che lui non ci sia.  Sbuffa congedando la sua 'donzella' con un sussurro e mi viene il voltastomaco. Imbuca una mano dentro la tasca dei jeans. Tendo la mano libera a palmo aperto, aspettando i miei soldi, e mi stupisco quando lo vedo estrarre il cellulare, per poi dargli un occhiata veloce e rimetterlo apposto. Mi guarda corrugando la fronte, mentre come una cretina abbasso la mano.

"Dopo avermi tolto benzina, soldi e una ragazza, vuoi anche il mio cellulare?" accenna un sorriso e colgo la sua fastidiosa ironia, cerco di reprimere un sorriso ma è più forte di me.

"I soldi mi spettano" commento acidamente.

"Hai ragione" annuisce con un mezzo sorriso, per poi riavviarsi i capelli scompigliati all'indietro. Si avvia verso il bancone, con me al seguito. Si siede sullo sgabello color ghiaccio per poi ordinare due mojito. Mi accomodo anche io.

"Grazie" dico con un gesto del capo, che lui imita. Quando il barista ci passa i nostri drink li afferriamo, faccio per berlo ma mi blocca.

"Alla salute" augura sollevando il bicchiere a mezz'aria. Rimango un attimo perplessa quando facciamo tintinnare i due bicchieri. Sorseggio lentamente, godendomi il sapore di menta, mentre lui lo tira giù più velocemente.

"Non vuoi tornare da Elizabeth?" chiedo in tono annoiato, girando la cannuccia, raccogliendo le foglie di menta dal fondo.

"Sei gelosa bambolina?" mi sento trasalire nell'udire quel nomignolo.

"Ti ho detto di non chiamarmi così almeno cinque volte, e perché dovrebbe importarmi?" sollevo il mento verso l'alto volgendo la traiettoria del mio sguardo sul suo viso con su spiattellata un'espressione divertita.

"Per lo stesso motivo per cui me lo hai chiesto" distolgo lo sguardo, rendendomi conto di non sapere come replicare, ma non sono gelosa, io non lo sopporto proprio, ero venuta fin qua per farglielo capire...e invece ho brindato con lui.

"Eri così infastidito quando sono venuta a chiederti i miei soldi che credevo tu me li dessi e tornassi a crogiolarti nell'agiatezza del suo collo" faccio spallucce.

"Che linguaggio aulico che ha stasera signorina" non posso non scoppiare in una risata quando cerca di imitare la voce di un'autorità, raddrizzando la schiena. Lui mi sorride e mi sembra di essere tornata a quella serata proibita.

"Comunque anche tu hai un bel collo" scherza sfiorando con l'indice, munito di anello, la base del mio collo. Quell'ornamento crea dei flashback nella mia mente contorta, comincio a ricordare l'effetto che faceva quel materiale freddo contro la mia pelle, a contrasto delle sue mani calde e morbide. Un piccolo brivido mi percorre, cerco di scacciarlo mostrando un sorriso divertito.

"Ah ah ah, simpatico" lo prendo in giro.

"Ricordo ancora il modo in cui lo baciavo quella sera" ammicca inarcando le sopracciglia, facendomi trasalire.

"Io no, per fortuna" lo fulmino con lo sguardo e quando un espressione divertita si fa spazio sul suo viso capisco che sta dicendo queste cose per mettermi in imbarazzo, molto probabilmente anche lui ha ricordi vaghi come me.

"Posso sempre rimediare" mi volto verso di lui pronta a scagliare un'occhiata micidiale, ma le sue labbra arricciate che mimano gli schiocchi di bacetti mi fanno scoppiare a ridere. Lui si unisce a me e sono costretta a chiedermi dove sia finito l'arrogante figlio di puttana di poco fa.

||Questi capitolo è corto lo so! Cercherò di fare più lungo il prossimo😘
Spero vi sia piaciuto, lasciatemi commenti e stelline per farmelo capire.

-Sara||

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