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"Dedico questo capitolo ad una mia amica,
che legge con piacere questa storia,
e mi incoraggia,
A Serena„

Qualche sorso dopo Harry ha controllato il cellulare, per l'ennesima volta e qualcosa mi porta a pensare che abbia una ragazza che forse lo aspetta a casa, spero di no, sarei la puttanella di turno, e la cosa mi fa sentire sporca.
Tento di mordermi la lingua ma la curiosità mi sovrasta.

"Stai aspettando un messaggio?" Chiedo infilando la cannuccia fra le labbra.
Harry solleva la testa riccioluta e volge gli occhi verdi verso i miei. Si forma una piccola 'v' in mezzo alle sue sopracciglia, e la cosa non mi sorprende.

"No" risponde secco, annullando la simpatia che avevo ricominciato a nutrire per lui dopo la sua risata genuina.
Distolgo lo sguardo da lui, cercando di non mostrarmi...offesa? Non so nemmeno perché me la prendo tanto, dopo tutto non mi deve di certo spiegazioni, appena ci conosciamo.
In Grey's Anatomy questo è il punto in cui di solito lui si rattrista nel vedere lei arrabbiata, così svela i suoi segreti più oscuri, e sotto sotto ci spero, ma quando capisco che non ha emesso un suono da quando mi sono voltata lo guardo con la coda dell'occhio, domandandomi se è ancora qua, e lo è. I suoi occhi sono fissi davanti a lui, e quando seguo il suo sguardo non trovo niente di interessante da vedere, nemmeno qualche ragazza mezza nuda.
Mi acciglio nel guardarlo.
I capelli troppi lunghi gli ricadono scompigliati sulla fronte corrugata, le labbra rosee sono tirate in una linea dura e la sua mascella prominente è tesa, come se qualcosa lo turbasse.

"Perché non mi scatti una foto già che ci sei?" Domanda continuando a guardare nella direzione ignota.
Mi sento trasalire rendendomi conto di essere stata beccata, non che cercassi di mascherare i miei occhi indagatori.

"Sembri...turbato" come può una persona cambiare umore da un momento all'altro in questo modo? Anche io sono lunatica, ma così siamo allo stremo.
Come se si svegliasse da una trance sbatte le palpebre più volte per poi volgere la vista verso il mio viso.

"L'unica cosa che mi turba è la tua maglietta" dice con sguardo serio, dopo aver scrutato il mio corpo. Abbasso lo sguardo verso il mio petto e il gattino cucito sopra la tasca mi fa capire a cosa si riferisce, il divertimento si fa spazio sul mio viso e la leggerezza nel mio petto. Sulla sua bocca si forma un mezzo sorriso che viene ricambiato con una risata.

"È adorabile" difendo la mia t-shirt con un sorriso orgoglioso. Le labbra di Harry si stendono maggiormente, mostrando i suoi denti regolari e bianchi. Le fossette spuntano dalle guance e il suono della sua risata cresce.
Lo sento borbottare qualcosa, ma non riesco a sentire. Quando gli chiedo di ripetere lui si morde il labbro inferiore e scuote la testa, sto per insistere quando Louis ci interrompe.

"Che fate? Venite a giocare ad obbligo o verità?" Posiziona il suo corpo tra i nostri sgabelli posando una mano sulla mia spalla e una su quella grande di Harry.

"Quanti anni abbiamo? Quindici?" Alza gli occhi al cielo verso il suo amico.

"Non hanno età questi giochi, e poi ne esce sempre qualcosa di divertente" ammicca Louis.

"Ci sto" annuisco sorridendo, Lou mi batte il cinque incoraggiandomi 'forza Amy' ha detto. Scendo dallo sgabello seguendolo fra la folla, mi volto credendo di trovare Harry ancora seduto là, invece mi imbatto nella sua maglietta dei Guns N' Roses; sollevo il capo regalandogli un sorriso che non ricambia, così torno a guardare a dritto, cercando di farmi strada tra la gente che si dimena e la musica alta.

Mi torturo le mani mentre Zayn con una mossa veloce della mano fa girare la bottiglia sul tavolo. Sono seduta tra Lea e Nati, che osservano attentamente il contenitore vuoto girare su se stesso. Non so perché, ma questo gioco mi ha sempre messo particolare ansia, fin dalle medie, invece gli altri sembrano molto tranquilli e quasi impazienti. Liam batte ritmicamente le dita contro le ginocchia, seduto accanto a lui c'è Louis, che accigliato fissa il suo bicchiere vuoto. El è sulla parte esterna del divanetto, che guarda con occhi languidi Harry, comodo sulla poltroncina tra i due sofà, che fissa un punto indistinto nella stanza.
Il contenitore rallenta, finché il collo della bottiglia non si ferma su Liam, lui solleva le sopracciglia, sorpreso.

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