33. top down

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«Tesoro vedrai che papà sta bene» Callisto cercò di tranquillizzarlo.

«Mamma non mi mentire. Lo sai bene che da giorni era strano e ho trovato il messaggio di una donna nella segreteria telefonica...Ma non ho detto nulla per paura che potessi rovinare il vostro rapporto io...» Austin si interruppe non appena la madre gli diede uno schiaffo. «Mi dispiace di non avertelo detto, io...»

«Lo hai cancellato?»

Lui annuì. «Ma l'ho registrato» prese il cellulare dalla tasca e glielo mise in mano. «Tieni»

«Fila in camera tua sotto le coperte. Più tardi verrò a vedere se la febbre sia scesa» serrò la mandibola, arrabbiata.

«Mamma, mi dispiace davvero»

«Non è colpa tua, tranquillo amore. Ora ascoltami e vai a riposare»

***

Aveva sentito sentito quella registrazione una e più volte e non sapeva cosa farne. Pianse, per poi asciugarsi le lacrime.

Cosa devo fare?

Quelle parole non smettevano di farle pensare dove potesse essere Jason. Di cosa stavano parlando quella donna con Caleb quando diceva di incastrarlo? Cosa stava succedendo? Cosa era quella via che aveva trovato? Dove era Caleb? Perché non rispondeva al cellulare? Era veramente morto?

Scosse la testa e si alzò. Prese il cellulare e chiamò sua sorella per farla venire da lei e per prendersi cura dei ragazzi. «Ora non ho tempo per spiegarti, ma quando torno lo farò. Ti voglio bene e grazie»

Chiuse la chiamata ed uscì di casa. Fece il pieno di benzina e si preparò per il lungo viaggio. Probabilmente sarebbe arrivata a Madrid la sera.

IL MATTINO SEGUENTE.

Nonostante piovesse, Callisto decise di andare nell'indirizzo che si era segnata. Lesse l'insegna "Casa Maca" e suonò al citofono. «Buongiorno, sto cercando il signor McCann»

«Il signor McCann ha lasciato il nostro istituto ieri»

«Sa dove posso cercarlo?» insistette.

«No signorina, perdiamo ogni traccia dei nostri pazienti quando se ne vanno. Può chiedere di lui al primo commissariato che trova quando va in città»

«Va bene, grazie»

Si mise in macchina e fece come quella donna le avesse detto. Dopo pochi minuti arrivò sul luogo ed entrò nell'edificio. «Salve, mi hanno mandata qui per quelle informazioni su Jason McCann»

«Lo hanno rilasciato da poco e anche se volessi, non potrei darle nessuna informazione» le disse un poliziotto.

«Senta, se vuole dopo può anche arrestarmi per oltraggio ad un pubblico ufficiale o qualsiasi cosa lei voglia, ma mio marito Caleb DeGress si è suicidato e non so più nulla di lui dopo che è venuto in questa maledetta città per indagare su Jason McCann. Non mi interessa se non può darmi informazioni, necessito di un fottuto indirizzo o un altro dei miei figli crescerà senza padre»

«Alloggia al "Lux City Center Hotel" ora se ne vada se non vuole che veramente l'arresti. E buona fortuna»

Callisto assentì e corse. Guardò l'orologio e scrisse sul navigatore il posto. Era lontano 20 minuti da dove stava in quel momento.

Posso farcela, posso farcela.

***

Jason camminava libero per le strade di Madrid, ignaro ancora di chi lo avesse scarcerato.

Forse Dio mi sta dando un'altra possibilità.

Pensò mentre cercava di arrivare in più fretta possibile all'hotel. Mancava un'ora per la sua partenza. Aveva deciso di tornare a Malaga per prendersi le ultime cose che erano rimaste nella casa nella foresta e sarebbe partito. Londra, Roma o Mosca erano le sue tre scelte.

Percorse velocemente le scale ed arrivò in camera, guardandosi allo specchio. Si sentiva un uomo nuovo, anche se vecchio a causa delle rughe che piano piano si erano formate nel corso dei lunghi anni rinchiuso a "Casa Maca".

Prese le valigie e scese nella hall pagando il suo soggiorno. Dopo aver chiuso il bagaglio della macchina che aveva affittato, mi mise al volante della Koenigsegg CCXR Trevita da 4,3 milioni di euro.

Accese la musica e permette l'acceleratore in direzione dell'aeroporto.

Guardò attraverso il finestrino quando sentì qualcuno chiamarlo. Era una donna.

Callisto?

Scosse la testa.

Io sto impazzendo di nuovo. Sarà quella dipendente dell'hotel che le somigliava.

***

DUE GIORNO DOPO.

Jason camminava per le strade di Malga. Anche se cercava di evitarlo, non riusciva a non far cadere lo sguardo sulla casa di Callisto ogni volta che ci passava. Questo lo infastidiva. Il fatto che anche se cerchi di dimenticare il passato, non ci riesci mai e quando pensi di esserci riuscito, è soltanto una cazzo di illusione.

Sorrisi vedendo che non c'era più la macchina di Caleb. Aveva sentito della sua morte solamente tramite le notizie, ma non sapeva nient'altro. In città ormai tutti si erano scordati di Jason McCann, e c'erano altri nuovi criminali a cui dar la caccia.

Respirò profondamente mentre scendeva dal veicolo. Camminò con passo felpato e bussò alla porta della casa di Callisto.

Si sentiva un nodo in gola e aveva tremila parola per la testa. Non sapeva cosa dirle, cosa fare, non sapeva nulla.

Qualcuno aprì però non era la persona che stava cercando. «Finalmente sei arrivata, Drew piange da ore e non so il perché»

La ragazza sgranò gli occhi. «Scusi, pensavo fosse mia sorella. Ci conosciamo?»

Jason negò con la testa, indietreggiando. Quello che teneva per la mano era suo figlio. I suoi capelli biondi, gli occhi...

Si sentì in colpa per essersi perso gli anni più importanti della sua vita e non averlo visto crescere. Non avrebbe mai voluto rovinargli la vita. Nessuno avrebbe voluto un padre con dei precedenti penali.

«No, ho sbagliato numero civico» si scusò e scappò piangendo.

A volte, ma solo a volte, bisogna lasciar andare le persone che più amiamo.

wake up ➳ jason mccann as justin bieber Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora