Urlò svegliandosi, per poi accorgersi che fosse solo un dannato incubo. «Maledizione» sbuffò, alzandosi gocciolante di sudore dal letto.
Ordinò la colazione in camera, per poi scegliere i vestiti da mettersi per quell' oggi. Si lavò velocemente, indossando un asciugamano intorno alla vita quando bussarono alla porta.Guardò nello spioncino per vedere chi fosse. Era solo il cameriere. «La colazione. Buona giornata»
«Anche a lei» ringraziò improvvisando un lieve sorriso.
Chiuse la porta a chiave e, mentre con una mano beveva il suo caffè corretto, con l'altra si occupò di aprire il doppio fondo della sua preziosa valigia. Estrasse le foto delle vittime che non aveva ucciso e le bruciò, gettandole poi nel water. Controllò anche se ci fosse anche il suo amato coltello con la lama dentellata dal quale non si separava mai.
«Non so fino a quando saprò resistere» Jason si passò il coltello sulle dita. Quando dal suo pollice uscì del sangue, sapeva che la sua arma preferita era ancora bella che affilata. «Jason McCann è tornato ed è più spietato di prima»
Si vestì velocemente e prese il cellulare per chiamare Josè ed uscì dalla sua camera d' hotel. Il freddo di dicembre a Madrid era fin troppo evidente. Jason soffiò alcuni secondi sulle mani per riscaldarle e poi le mise nelle tasche del cappotto di lana. Avanzò verso il parco scrutando tutto ciò che fosse di suo gradito interesse e si sedette su una panchina.
«Non sei di qui, vero?» una voce dolce interruppe i suoi pensieri. Una donna minuta dai capelli biondi si sedette vicino a lui, aspettando forse una sua risposta o voleva semplicemente iniziare a conversare.
«Se sai la risposta, perché me lo chiedi?» Jason annuì, mentre un sorriso si fece strada sul suo volto.
«Curiosità»
«La curiosità uccide» si limitò a dire, per poi notare il viso teso della ragazza «Oh, sto scherzando»
«Non potrei mai immaginare che potresti essere uno di quei serial killer che si sentono al telegiornale» rise buffamente e inconsciamente non sapendo con chi stesse parlando.
«L' apparenza inganna» la stuzzicò ancora. «Ti va di fare una passeggiata?»
«Certo, inizio il turno al negozio tra mezz'ora e non saprei cosa fare nel mentre. Cosa ti porta qui?»
«Volevo allontanarmi dalla vita che conducevo prima ed eccomi qui per una vacanza»
«Che fai nella vita? Oh, che sbadata che sono...Non mi sono ancora presentata. Io sono Cindy» la bionda protese la sua mano verso Jason, il quale gliela strinse felicemente.
Jason le sorrise trovandola alquanto buffa nei modi, ma semplice e carina. Aveva le iride di un verde smeraldo con un aureola marrone attorno alla pupilla, una chioma liscia di un biondo cenere, delle labbra sottili ma al tempo stesso invitanti da baciare.
Scosse la testa visto che nessuna poteva mai superare la bellezza della sua Callisto.
«Io sono Jason e uccido le persone, questo è il mio mestiere»
«Mi piacciono i ragazzi che scherzano» rise Cindy «Come passa subito il tempo, ora vado. Hai il cellulare? Così ti scrivo il mio numero»
«Certo. Ecco a te» passò l' apparecchio alla donna, la quale scrisse in pochi secondi il numero.
«Allora ci vediamo stasera al bar qui all' incrocio» Cindy si avvicinò e si protese verso di lui, dandogli un bacio sulla guancia. «Scusami, è stato d' istinto»
«Oh non fa nulla, tranquilla» le sorrise «Facciamo alle 20:30 va bene?»
La bionda arricciò il naso. «Non posso a quell'ora. Possiamo alle 21?»
«Va bene»
Orario perfetto per per il mestiere che svolgeva Jason o meglio dire il suo hobby preferito. Agitò la mano verso di lei mentre scompariva all' angolo. Si incamminò per tornare all' hotel. Estrasse finalmente il cellulare finalmente dalla tasca e chiamò José, il quale rispose alla prima chiamata. «Chi sei?»
«Calma, sono solo un amico venuto dalla tomba. Sono Jason»
«Jason? Cosa diavolo sta succedendo qui? Sapevo che non ti saresti mai ammazzato. Ma che merda combini? Dove sei?» Josè disse tutto d' un fiato, euforico e sconcertato che il suo migliore amico potesse essere vivo.
«Sono a Madrid. Inscenare la mia morte era il metodo più facile per sparire dalla stampa e dalla polizia» mormorò facendo attenzione che non ci fosse nessuno ad ascoltarlo. «Ora ti devo chiudere che stasera ho un appuntamento»
«E Cal..»
Non fece in tempo a finire la frase che Jason aveva già riattaccato. Era inevitabile che non si arrabbiasse al solo sentire il suo nome.
Vaffanculo.
Camminò squadrando tutti lungo il cammino, arrivando finalmente nella sua calda stanza d' hotel. Si sedette sul letto e tolse dal portafoglio la foto che aveva fatto stampare e la osservò. Erano lui e Callisto. Di lei gli rimaneva solo quella foto. Cercò di non pensare a nulla, ma aveva costantemente l' immagine dei suoi occhi lucidi in mente. Jason non avrebbe mai pensato di dirle addio così rapidamente, eppure se ne era andata. Nessuno poteva immaginare quanto fosse stato difficile per lui inscenare la sua morta e far credere alla donna che si ama che si è morti, quando in realtà non vorresti che starle accanto.
Non è giusto.
Incominciò a respirare affannosamente a tal punto da aprire tutte le finestre della sua camera nonostante facesse freddo. Tirò su con il naso quando iniziò a piangere.
È così brutto stare da soli.
La solitudine distrugge, allo stesso modo dell' amore. Callisto si era presa la maggior parte del cuore di Jason e sarebbe stato così per lungo tempo.
La vita è così imprevedibile.
Si alzò prendendo dalla mensola il whisky che aveva assaggiato la sera prima. Non si versò il liquido nel bicchiere, ma si attaccò direttamente alla bottiglia. Quale bel modo di annegare i dispiaceri se non nell' alcol?
Si sedette nuovamente sul letto, portando alla bocca la bottiglia.
L'amore è una brutta cosa. Devo rimettere in ordine i miei pensieri.
Mise la bottiglia sulla mensola al sentire bussare della porta. Si alzò per aprire. Prima che potesse vedere del tutto chi fosse, cerco di richiuderla ma era troppo tardi.
Il peggio stava solo per cominciare...
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wake up ➳ jason mccann as justin bieber
Fanfic«Ero vittima della mia mente malata, vittima di me stesso» © Tutti i diritti riservati. cover by @jensaz.