Dopo aver scelto, e posato su una poltrona il vestito per la festa in maschera che il giorno dopo lo avrebbe atteso, il giovane si mise a dormire.
Non furono sonni tranquilli i suoi: si rigirò più volte nel letto, finché non si svegliò gocciolante di sudore.
Tutto quello che stava cercando di dimenticare da anni gli si ripresentava sempre sotto forma di sogni e ricordi. Per lui tutto questo era uno stimolo, lo invitava a non fermarsi fino a quando non avrebbe ucciso tutte le vittime che cercava.
Non aveva rimorsi e né provava vergogna o tristezza per quello che faceva anzi, si sentiva compiaciuto a vedere tutte quelle donne ai suoi piedi, implorandolo di lasciarle andare. Nessuna donna sarebbe più scappata, lui non avrebbe ripetuto lo stesso errore due volte come con Sophie.
«Fanculo» urlò l'uomo, passandosi una mano tra i capelli per fermare la frustrazione.
Faceva sempre lo stesso sogno tutte le notti, senza che qualcosa potesse essere cambiato di una virgola. Il passato lo richiamava a quando tutto era iniziato: era inverno e come sempre una volta rientrato in casa, dopo il faticoso lavoro svolto del negozio di famiglia, il giovane sposino si diresse in camera della moglie per compiacere le sue voglie sessuali, visto che da tanto desideravano avere un bambino. La donna invece era già nuda ed impegnata con un altro uomo.
Questo episodio lo tormentò così a fondo per anni facendolo sentire inutile come uomo e stupido per farsi fottere così da una povera ed insulsa donna. Quando ormai il desiderio che aveva si impossessò completamente di lui, capì che non aveva più altra scelta se non fargliela pagare e ripagarla con la stessa moneta.
Chi cerca di fottere gli altri, alla fine viene fottuto.
L'uomo prese un coltello da macellaio ed in silenzio, mentre Sophie dormiva, si addentò su di lei uccidendola con un numero impreciso di coltellate, per poi caricarla nel bagaglio della sua macchina e dare fuoco al suo esile corpo in un luogo appartato.
Nessuno cercò più Sophie, neanche la sua famiglia, visto che tutti credettero in un suo allontanamento volontario data la crisi coniugale.
Si sentiva potente nel maneggiare le persone come se fossero marionette, ma la cosa che più lo soddisfaceva era ammirare la sua arte nel raccontare bugie ed uccidere senza lasciare uno straccio di prova in mano agli inquirenti.
Le donne non resistevano alla bellezza che possedeva e questo lo aiutò molto nell' adocchiare più vittime giovani possibili.
Non provava più alcun tipo di sentimento per le donne, per lui erano solo degli oggetti che potevi usare a tuo piacimento, sopratutto per scopi sessuali.
Le donne che cercava dovevano avere dei precisi canoni di bellezza, gli stessi di Sophie: statura media, occhi marroni, capelli castani e corpo formoso.
Erano passati quasi otto anni dal primo omicidio che commise e nella sua mente sapeva che non era più un semplice essere umano di nome Jason McCann, lui era un mostro ed era fiero di esserne considerato tale.
Nessuno lo aveva mai scoperto e girava sempre a piede libero per la città. Tutti i giorni.
Sarebbero passati mesi prima che la polizia scoprisse che lui non risiedeva nella metropoli di Málaga, ma poco più distante dalle zone ecumeniche. Jason abitava nel bosco e circondato dal verde, dal silenzio e dalla solitudine poteva commettere i suoi loschi affari.
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wake up ➳ jason mccann as justin bieber
Hayran Kurgu«Ero vittima della mia mente malata, vittima di me stesso» © Tutti i diritti riservati. cover by @jensaz.