«Callisto aspetta, dove vai?» corse per la scale e le prese per un braccio.
«Lasciami stare» mosse la mano per togliersi dalla presa. «Quello che hai da dirmi, lo dirai al mio avvocato. Buonanotte»
Caleb serrò la sua mascella e strinse i denti. «I bambini dormono?»
«Vado a raccontare loro una storia»
Entrò nella stanza dei suoi meravigliosi figli e li ritrovò già addormentati. «Amori miei» sussurrò baciando ad entrambi la fronte.
Sorrise e chiuse la porta alle sua spalle, entrando poi nella sua camera da letto. Il suo sguardo si posò su dei completi che aveva comprato quella mattina per il bambino che sarebbe nato di lì a poco. Si toccò la pancia e sentì qualcosa di bagnato sulle lenzuola. «Caleb» urlò. «Mi si sono rotte le acque»
MADRID.
«La vita non chiede come tu vorresti viverla, agisce e non scende mai a compromessi» Amber era da poco entrata nella stanza di Jason e già gli aveva riempito la testa di discorsi filosofici.
«Sì okay, hai ragione ed io ho torto. Ora possiamo finirla? Mi stai innervosendo»
«No. Può ingannare tutti ma non me»
Jason la ignorò e si avvicinò alla finestra della sua stanza sorseggiando il mio frappuccino.
Inevitabilmente la sua attenzione cadde sulla sua psicologa, la quale era occupata a fumare la sua sigaretta.
«È troppo grande per te» commentò l'infermiera mettendogli la mano sulla spalla. «Un altro amore impossibile»
Il ragazzo rise. «Non mi piace, mi incuriosisce solo. Ora vado»
Scese velocemente le scale ed andò nel cortile. «Signorina Reyes vorrebbe venire a bere un caffè con me?»
«Non posso uscire con i miei pazienti, lo sa bene» parlò distogliendo lo sguardo.
«Cosa succede Charlotte?» alzò il tono della voce quando pronunciò il suo nome. «C'è qualche problema?»
La dottoressa fece una smorfia facendo finta di non capire. «La smetta di guardarmi così»
«In fin dei conti anche lei mi sta guardando e...Niente» sospirò facendo spallucce.
«Finisca la frase signore McCann»
«Sa la cosa che ci differenzia? Che io non mi arrendo finché non vinco signorina Reyes» gli sussurrò vicino al lobo dell'orecchio e se ne andò.
***
Guardava continuamente l'ora aspettando che arrivassero le fatidiche ore 13:00. Inserì la chiave nella serratura ed aprì lo studio, togliendosi la giacca. Prese il blocco note e vi lesse tutto quello che vi aveva appuntato il giorno prima. L'orologio segnava già le 13:15, cosicché si alzò dalla sedia ed andò a chiedere informazioni presso una delle infermiere del piano. «Il paziente McCann dove sta?»
«Oh come sono sbadata, mi perdoni» si scusò dandosi un leggero schiaffo sulla fronte. «Mi ha avvisato prima che non sarebbe venuto»
«Le ha rivelato il perché? O sa se si è lamentato?»
«Nono, deve fare dei controlli»
Charlotte accennò ad un sorriso di ringraziamento. Chiuse l'ufficio a chiave e scese le scale, arrivando alla porta d'entrata. Vide Jason e decise di avvicinarsi. «Non doveva fare una visita medica?»
«Non sono affari suoi. Mi lasci in pace»
«Come siamo aggressivi oggi. Il Jason pericoloso sta uscendo fuori.»
«Le ricor...»
«Ricordarmi che potrebbe uccidermi in tre secondi? È una bella affermazione, peccato sia vecchia»
«Smetta di prendermi in giro e tenga a mente che anche se non la odio, io a quelle come lei non le sopporto. Se permette, ho altro da dare»
«Non è evitando il discorso che mostra di essere più furbo di me»
«Cosa non capisce delle parole: non me ne frega un cazzo? Addio» grugnì.
Nonostante cercasse di non pensare a Charlotte, ogni situazione lo riportavano a lei e le sue parole lo tormentavano ogni notte. Cercava di cambiarlo e lui non sapeva se fosse ancora pronto. Non aveva mai avuto una persona che si prendesse cura di lui e ora tutte quelle attenzioni lo spaventavano. Sapeva di mettere la signorina Reyes in difficoltà. Ogni volta che la guardava negli occhi, la vedeva in imbarazzo. Sapeva anche che era incuriosita dal suo corpo, a tal punto da guardargli muscoli e pettorali. Era carne per i suoi dente e non faceva altro che aspettare, aspettare il momento in cui si sarebbe lasciata andare.
MALAGA.
Erano da poco arrivati nell'ospedale quando le contrazioni divennero sempre più insopportabili. «Vuole assistere al parto?» domandò il dottore a Caleb.
«No, devo badare agli alti due miei figli» sorrise dispiaciuto anche se non lo era. Ovviamente non avrebbe voluto veder nascere un bastardo, come suo padre tra l'altro.
Quel maledetto McCann non se ne andrà mai dalle nostre vite.
Sussurrò andandosi a sedere accanto ad Austin e Sophia.
«Avremo un nuovo fratellino, avremo un nuovo fratellino, avremo un nuovo fratellino» iniziarono a cantare i suoi bambini.
Sophia si girò verso Caleb e vide il suo sguardo imbronciato. «Papà non sei felice?»
«Certo che lo sono amore» le sorrise l'uomo. «Ora papà deve andare a fare una chiamata importante. Aspettatemi qui»
Si allontanò con passo felpato e si avvicinò all'entrata della caffetteria dell'ospedale. Prese il cellulare e chiamò qualcuno. «Tieniti pronta Charlotte, tra poco sarà tutto finito»
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wake up ➳ jason mccann as justin bieber
Fanfic«Ero vittima della mia mente malata, vittima di me stesso» © Tutti i diritti riservati. cover by @jensaz.