«Finalmente ti sei degnata a venire» le urlò Taylor sbattendo la porta. «Callisto sono ore che non rispondi al cellulare, in che guaio ti sei messa?»
«Sono passata in ufficio per prendere delle cartelle di alcuni pazienti»
La sorella stava per replicare ma la zittì. «Il lavoro viene per primo»
«Sei seria?» sbottò. «Il lavoro viene prima della tua stessa famiglia? Pensavo volessi passare più tempo con i tuoi figli visto che Caleb è morto»
Callisto sospirò.
«Quando lo dirai ai piccoli?»
«Quando mi sentirò pronta» si mise una mano sulla fronte. «Non mi sento molto bene, andrò a riposare un poco»
«Devi smetterla di mentire»
Rise. «Proprio tu mi dai lezioni di vita quando sei la prima ad essere una bugiarda. Ti ricordi la cerimonia che io e Caleb avevamo organizzato per i nostri dieci anni di matrimonio? Ti ricordi quando mi hai trovata piangendo? Ti dissi che era per l' emozione, ma non è vero. Ho visto come ti scopavi mio marito e...Sei mia sorella cazzo, come hai potuto? So che l'hai ucciso tu ed io lo proverò. Vi siete divertiti per anni, avete giocato alle mie spalle, ma quanto ti sei resa conto che non ti avrebbe mai amata, non ci hai visto più dalla rabbia»
«Sei patetica. Il giorno della sua morte ero a casa ad occuparmi dei tuoi figli»
«Ti ho chiamata la sera. Avresti potuto metterti in viaggio dopo che i ragazzi sono andati a dormire, per tornare il pomeriggio dopo. Ti piacciono le mie supposizioni?»
«Caleb si è suicidato, non l'ho ucciso io...»
«Questo lo spiegherai alla polizia» prese il cellulare.
«Tu non farai proprio nulla» la prese per la gola, aumentando la forza della presa.
«Signorina Taylor, la dichiarò in arresto»
«Questo non finisce qui. È troppo tardi per salvarlo...»
Il poliziotto le mise le manette e la costrinse a seguirlo. «Tutto quello che dirà sara usato contro di lei in tribunale davanti ad un giudice. Ha il diritto di chiamare un avvocato»
Salvare chi e perché?
***
Il mattino seguente Callisto portò i ragazzi a scuola ed invece di andare a lavoro, cambiò il suo tragitto.
Guidò per venti minuti e respirò profondamente fermando la macchina, continuando il suo cammino a piedi. Conosceva a memoria quei sentieri.
Sorrise ricordandosi del passato e dei giorni trascorsi lì con Jason. Si schiarì la gola quando lo vidi di spalle uscire dalla casa nella foresta. «Sapevo che un giorno saresti tornato»
Lui si girò e aprì gli occhi. «Vattene»
«Sei cambiato...»
«La vita mi ha cambiato e ora per favore, vai via. Non voglio farti soffrire ancora» caricò dei bagagli in macchina.
«Dove vai?»
«Lontano da qui, questa città è diventata troppo stretta per me» fece un sorriso forzato. «Prenditi cura di Drew»
«Pensi che per me non sia difficile? Pensi per me sia stato facile aspettarti tutti questi anni? Pensi sia stato facile essere caduta ai piedi di chi mi aveva sequestrato?»
«Nessuno ti ha chiesto di aspettarmi e nessuno ti ha puntato una pistola alla testa costringendoti ad amarmi» fece spallucce. «Ognuno è responsabile dei sentimenti che ha. Non sono più la stessa persona che hai conosciuto. Metti una pietra sopra al passato e vivi un nuovo presente, Callisto»
Tremò sentendo come avesse pronunciato il suo nome dopo tanto tempo. Lo guarda negli occhi e quella strana emozione ritornò. Sorrise piangendo.
«Non piangere, ti prego. Non rendere le cose più difficili di quanto non lo siano già. Io ti proteggerò sempre, hai capito? Anche quando non mi vedrai, io mi prenderò sempre cura ti te» si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte. Chiuse gli occhi e si ricordò dell'ultima volta che compì la stessa azione. Il modo con cui piangeva, il mondo in cui si agitava, il modo con cui tremava, il modo con cui...Provocò in lui qualcosa che credeva non esistesse più.
«Non te ne andare, non lasciarmi un' altra volta» deglutì, cercando di smettere di singhiozzare.
Jason le accarezzò la guancia. «Non esiste un futuro per noi, ma ricorda che ti amerò sempre, qualsiasi cosa succeda» le sorrise un'ultima volta ed andò verso la macchina mettendola in moto.
Agitò la mano verso la donna in un saluto.
Pochi secondi dopo usò la stessa mano per toccarsi lo stomaco quando sentii uno sparo e dei vetri rompersi. Si guardò le dita vedendo il liquido rosso, il quale invase ormai la metà della sua maglietta.
«Non mi lasciare, non mi lasciare» Callisto gli gridò vicino all'orecchio. «Non ti addormentare, mi hai capito? McCann, tieni i tuoi cazzo di occhi aperti» gli strinse la mano il più possibile, piangendo. «Non mi lasciare...»
«Ti-ti ricordi quando ci siamo conosciuti?» balbettò facendo fatica a parlare. «Ti ho detto che per me eri come una torta ed io la persona a dieta e, per quanto uno cerchi di allontanarsi dalla torta, alla fine non resisterà più. Non ho smesso neanche per un secondo di pensare a te e di amarti. Promettimi che non ne dubiterai mai»
«Te lo prometto solo se resisterai fino a quando arriveranno i soccorsi»
«Forse questa non è la vita che devo vivere...»
Lo guardò confusa, non capendo quello che dicesse. Si girò per guardare il sentiero. Diresse il suo sguardo su Jason non sentendolo più parlare.
I suoi occhi erano chiusi. Non respirava. Il suo cuore aveva smesso di battere.
Lasciò il suo corpo nell'auto e si toccò il viso con il sangue di Jason, cadendo in ginocchio per terra. Alzò lo sguardo al cielo quando una goccia le cadde sul viso.
Nonostante avesse iniziato a piovere, rimase lì.
Perché Dio mi fai questo? Perché? Mi senti?
Strinse la terra sotto le sue mani mentre le gocce d'acqua si confondevano con le sue lacrime.
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wake up ➳ jason mccann as justin bieber
Fanfic«Ero vittima della mia mente malata, vittima di me stesso» © Tutti i diritti riservati. cover by @jensaz.