Capitolo 11

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-Mi stai prendendo per in giro! Hai quasi diciassette anni e hai fatto più cose di un trentenne!- disse sbalordito Bernardo. -Ti sta mentendo! Sei un' Alpha senza erede e spunta dal nulla la figlia del tuo migliore amico morto quando lo devi scegliere; è un po' strano non credi?- disse il Beta, Heitor, mettendo in dubbio il racconto della ragazza. -Non dire così! Non si vede che è la copia dei suoi? Ha il viso angelico di Alina e tutto il resto di Adrien!- replicò all'amico. -Chi ha detto che voglio diventare Alpha?- domandò Andrea interrompendo lo sguardo di fuoco che si stavano scambiando gli uomini. -Hai accettato di vivere con me.- rispose Bernardo preoccupato che avesse cambiato idea. -Come amica non come erede al trono!- esclamò ella. -Sono venuta qui per stare con persone che mi vogliono veramente bene non per controllare un branco, se vuoi che diventi la tua erede me ne vado.- continuò Andrea. -No, no, no! Tu rimani seduta lì. Saresti perfetta! Avere un segugio come capo migliorerebbe le nostre condizioni, poi sai tutte quelle cose!- cercò di convincerla Bernardo. Erano nel salotto dell'Alpha, tutto era coperto da qualche dita di polvere. La ragazza prese in fretta la sua roba ed uscì dalla porta. Heitor le tirò forte il braccio per fermarla e girarla ricevendo un'occhiata di fuoco da essa, -Quegli occhi non mi fermeranno. Capiscilo, per anni non ha saputo dove fosse andato il suo migliore amico e non poteva cercarlo per via del branco ed ora rivede la sua adorata figlia, vuole solo il meglio per te.- spiegò, -Se tu fossi un circense e trovassi un uccellino, dai bei colori e bravissimo a fare acrobazie, preferiresti farti odiare da lui costringendolo ad esibirsi con te e rinchiudendolo in gabbia o ricevere tutto il suo more lasciando libero?- chiese disperata. -Ti senti veramente così?- chiese un voce alle loro spalle, -Sì, sono stata libera, in un certo senso, e vorrei rimanere tale.- rispose all'Alpha, -Se questi sono i tuoi veri sentimenti va bene, avrai tempo fino alla prossima luna piena per decidere di entrare in questo branco.- disse con un lieve accenno di tristezza prima di entrare in casa. -Gli passerà, tranquilla.- la rassicurò il suo futuro Beta.

Andrea era entrata nel branco da quasi tre mesi, dopo le ostilità iniziale era riuscita ad essere simpatia alla maggior parte del branco, adesso si trovava nel bel mezzo del bosco a godersi la solitudine. Stava imparando la lingua e la storia del posto. La Foresta Amazzonica era un posto veramente interessante se eri figlio della Luna, era protetta da quattro clan: due di vampiri e due di lupi mannari; era vietato loro farsi a guerra, si diceva che tanto tempo fa ci provarono ed una forte luce uccise i lider malvagi. La ragazza trovava curioso quel posto, c'era un mistero appena si girava l'angolo. Sentì un rumore provenire da dietro la sua schiena, si scansò prima che Júlio la potesse solamente sfiorare facendo finire il bimbo a terra, risero entrambi. In quei mesi aveva imparato che anche al bambino serviva la stessa libertà che cercava lei e aveva avuto il permesso dai suoi genitori di poterlo portare fuori dal branco solamente se stavano a qualche chilometro dal perimetro del branco, non avevano mai obbedito, dormendo anche fuori una notte, ma la madre li sgridava sempre con un mezzo sorriso sulla faccia. -Sono le sei, dovevamo essere a casa un'oretta fa circa, cos'altro vuoi fare oggi.- disse divertita al ragazzino, -Se torniamo verso le sette ci danno il dolce, gara a chi arriva prima?- chiese allora lui. Un altro motivo per cui Andy amava quel posto era perché si poteva trasformare anche solo per andare a prendere Júlio a casa, distante qualche minuto a piedi. -Via!- urlò di sorpresa lei trasformandosi a mezz'aria e spaventando l'infante. La pelliccia del piccolo era di un bel marroncino chiaro. Andrea stava camminando a passo veloce per non perdere di vista Júlio, lui girò a destra per evitare un albero e quando lo raggiunse Andrea non lo vide più, sentì un urlo e si accorse subito a salvarlo. Era tornato alla forma umana, completamente nudo, ed era in braccio ad un vampiro che cercava di farlo stare fermo; Andy tirò subito un calcio all'assalitore, prendendo al volo il bimbo e appoggiandolo al suolo, poi, vedendo che il ragazzo si stava rialzando gli chiese:- Cosa vuoi?-, -Il bimbo... deve mangiare....- disse mentre cercava di respirare, allora lei gli diede una gomitata nel bel mezzo delle scapole, si caricò il bimbo sulle spalle prima di trasformarsi e correre verso il villaggio.

-Siete tornati in tempo per il dolce! Andrés vi ha trovato!- disse estasiata la donna, felice di rivedere il figlio, -Chi? Abbiamo incontrato solo un vampiro!- rispose trafelata Andrea, -Suo cugino, Andrés, è il vampiro di cui stai parlando. Fammi indovinare lui l'ha preso in braccio  ed il povero piccolo di è messo ad urlare aiuto? Proprio non capisco perché lo odia.- replicò Jacqueline disperata prima di sedersi con un tonfo. La ragazza, prima di andare a vedere se il nipote della mamma del piccolo stava bene, gli lanciò uno sguardo che intendeva che appena sarebbe tornata avrebbe passato tanti guai.

-Andrés! Eccoti! mi spiace tanto di averti aggredito!- disse dispiaciuta aiutandolo ad alzarsi, -Fa niente. Mi aiuteresti a tornare a casa?- chiese lui guardandola disperato -Ho una caviglia rotta e dovrei cenare.- spiegò. -Bevi il mio sangue, te lo devo.- disse la licantropa allungando il polso sotto la bocca del vampiro, Andrés bevve qualche decilitro del sangue della ragazza. Nel tragitto verso il clan dei vampiri, i ragazzi parlarono molto. Arrivati sul perimetro del branco non fecero in tempo a salutarsi che un ammasso di capelli fece cadere a terra il vampiro. -Andrés sei tornato a casa finalmente!- esclamò una donna venendo incontro ai ragazzi, -Mamma, ho avuto qualche problema. Questa è Andrea Cooper.- disse il vampiro rialzandosi tenendo sulle spalle una bambina che era più capelli che altro,  -Sei proprio uguale a tuo padre.- le disse la donna

Il passatempo preferito di Andrea era infrangere le regole: Bernardo le diceva sempre di non avventarsi nel bosco che fa confinare il loro branco con l'altro; infatti lei pranzo ci andava sempre con il suo panino al miele, il silenzio del bosco ed il miele la tranquillizzavano ed ogni volta si avventurava sempre più in là. Quel giorno non aveva nessun panino al miele eppure sentiva un forte odore di miele nell'aria talmente dolce che l'aveva portata per qualche secondo sulle nuvole prima di ricordarsi dove l'aveva già sentito: in Spagna. Corse a perdifiato fino ad arrivare al confine del branco e ritrovarsi d'avanti l'ultima persona che si sarebbe aspettata.


*mi strozzo dalle risate vedendo le vostre facce deluse*

Nel prossimo capitolo forse conoscerete l'identità del suo mate o forse no.

Provate ad indovinare che è. 

Mate sotto al nasoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora