Una brutta sorpresa

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  Sta correndo.
Dietro di lui c'è il vuoto: un denso buio; mentre davanti a lui c'è una persona che lo chiama.
"Michael, Michael!" Michael lo vede chiaramente, ma non riesce a distinguere il suo volto o la sua voce.
L'uomo continua a urlare il suo nome, quando all'improvviso tutto scompare e un squillo continuo prende il posto delle urla.
È nella sua roulotte sul set di X-Men e sono le quattro di notte.
Ci mette qualche secondo per capire che la persona che urlava il suo nome faceva parte del sogno e accorgersi del telefono che già da un po' stava squillando sul comodino.
"Pronto?"
Michael risponde, cercando inutilmente di svegliarsi dal suo sonno profondo.
Una voce femminile risponde dall'altro lato della cornetta.
"Michael, sono Anne, la moglie di James. Scusa se ti chiamo a quest'ora, ma non so proprio come fare; James ha avuto un incidente.."
Il resto della conversazione viene completamente ignorato da Michael, che immediatamente si veste, prende le chiavi della macchina e parte alla volta della casa di James.
Solo il giorno prima, l'ultimo giorno di riprese sul set, si erano salutati, promettendosi che si sarebbero rivisti presto..e ora era successo questo..
Non conosceva bene i dettagli, ma a quanto detto dalla moglie, James era ritornato a casa quella sera ubriaco, ed era caduto dalle scale, sbattendo forte la testa.
In quel momento si sentiva frastornato: ancora non si era reso conto di quello che era successo, ma percepiva un grande vuoto all'altezza dello stomaco.
Era come se il suo corpo stesse cominciando a rielaborare prima del suo cervello, e quel vuoto allo stomaco diventava sempre più opprimente ogni ora che passava.

La mattina dopo verso le 12, Michael arriva esausto all'ospedale vicino casa di James in Scozia ed entra.
Gli bastano pochi minuti per rintracciare il piano dov'è ricoverato e trovare la moglie ad aspettarlo.
Anne gli corre incontro e lo abbraccia, come per trovare conforto.
"Oddio scusami per la telefonata improvvisa, non sapevo cosa fare e so che voi due siete diventati grandi amici"
"Non preoccuparti, anzi, devo ringraziarti per avermi avvertito"
Si siedono nella sala d'attesa e la donna gli spiega la situazione: dopo essere stato ricoverato e aver subìto i vari controlli di routine, i medici l'avevano rassicurata dicendole che il marito stava bene, ma che aveva bisogno di riposo e avrebbe dovuto rimanere sotto osservazione per quel giorno.
"Grazie al cielo ora sta bene, ma stanotte ero tanto spaventata, aveva gli occhi chiusi e non si muoveva"
Anne comincia a singhiozzare e Michael non sa cosa fare: quella donna gli ispira simpatia, e un'immensa pena,è così fragile e disperata..
Durante la giornata Michael gli rimane accanto; di sicuro, dopo aver saputo che James sta bene e che deve solo riposare si sente molto meglio, ma l'incidente gli ha dato nuove preoccupazioni..
-Quanto è importante per me James? – James lo attraeva, e di sicuro dopo come si era sentito quella notte, quell'uomo significava qualcosa per lui..ma era davvero pronto per rovinare un matrimonio così radicato?
Vedere sua moglie così distrutta e innamorata lo aveva spiazzato; di sicuro non sarebbe stato lui a rovinare un amore così forte.
Un'oretta dopo, un dottore si avvicina a loro due dicendo che il paziente è sveglio e può ricevere visite.
Senza pensare Michael si alza, contemporaneamente ad Anne: la donna lo guarda, gli sorride ed entra nella stanza.
"Non si preoccupi, dopo i familiari faremo entrare gli amici"
La frase del medico non fa altro che incupirlo ancora di più, ma Michael annuisce e si siede, in attesa di entrare.

|James|
Appena sveglio, James si accorge del forte mal di testa che lo tormenta.
Si trova in un ospedale, le serrande sono abbassate e intorno alla testa ha una benda: non si ricorda nulla, non riesce a capire come sia arrivato lì..
Una donna apre la porta della sua stanza e la richiude alle sue spalle.
"James amore mio, come stai?"
È Anne, sua moglie.
Si avvicina a lui e gli stampa un dolce bacio sulle labbra.
"Mi sento..debole. Che cosa è successo?
"Sei caduto dalle scale di casa, eri ubriaco. James, perché hai bevuto così tanto?"
Gli occhi della moglie si riempono di lacrime.
James non sa cosa dire, si sente disperato vedendo la moglie in questo stato, ma ricorda benissimo come si era sentito ieri sera al ritorno a casa..era stanco di rientrare a casa e di fingere una tranquillità che non aveva, e Anne si comportava come se quella sera di poco tempo fa non fosse accaduto nulla.
Era per questo che aveva deciso di fermarsi in un pub a bere: per dimenticare tutta qualla situazione.
"Anne.."
James non fa in tempo a finire la frase che un medico entra nella stanza per controllare la sua temperatura e lo stato della sua testa sotto la fascia.
"Bene, l'ematoma sulla nuca si sta riassorbendo, direi che domani mattina può ritornare a casa"
"Grazie dottore"
"Signora, lei sta bene?"
Il medico si ferma a guardare Anne, che nel frattempo non aveva smesso di piangere.
"Sìsì, non si preoccupi, è semplicemente lo spavento..faccia entrare gli altri visitatori, io ritornerò più tardi"
La donna dà un secondo bacio a James ed esce dalla stanza.
Nel momento in cui la stanza è vuota, James si chiede chi sia venuto a trovarlo, quando un uomo entra chiudendo la porta.
La stanza è buia, ma attraverso le fessure di luce che entrano dalla finestra James riesce a vedere qualcosa: le spalle larghe, il corpo snello e asciutto e quel modo felpato di camminare non emettendo un singolo rumore appartengono solamente ad una persona: Michael.
James si alza di scatto, ma capisce subito di aver sbagliato quando un dolore lancinante alla schiena lo costringe a rimettersi sdraiato.
"Ei, non così in fretta"
Michael si avvicina e si mette seduto accanto a lui.
"Mickey..che ci fai qui?"
"Mi hai fatto prendere un colpo James, anche se detto fra noi, potevi impegnarti di più..una botta in testa è cosa da poco"
Il suo sorriso come sempre è contagioso e James non può fare a meno di ridere, anche se questo gli provoca un esplosione nella sua testa.
Lo deve ammettere: vederlo è la cosa migliore che gli sia capitata in questa assurda giornata e negarlo sarebbe stupido..Michael in questo momento è l'unica persona che lo fa stare bene.
"Mi dispiace averti deluso, la prossima volta inventerò qualcosa di più terrificante per farmi notare"
"Semplicemente, non ubriacarti mai più"
Michael si avvicina al viso di James e gli stampa un piccolo bacio sulla fronte.
Mentre lo osserva uscire dalla porta James riflette: si aspettava qualcosa di più da quella visita, ma conoscendo Michael e la sua riservatezza, quei pochi secondi erano il massimo a cui poteva aspirare in quel momento.
Ma forse le cose potevano cambiare..

|Michael|
Uscito dalla stanza, Michael si siede accanto ad Anne.
"Allora come ti è sembrato?"
"Beh, sta benone direi, si è ripreso"
"Già..scusami ancora per la chiamata; è che in questo periodo le cose non vanno affatto bene, e non volevo essere sola"
"Non preoccuparti, mi ha fatto piacere esserti d'aiuto, e sono sicuro che di qualunque cosa si tratti si sistemerà"
Anne guarda dritto negli occhi Michael per qualche secondo, come se cercasse conforto oltre che in quelle parole, anche nello sguardo dell'uomo.
"Grazie mille, sei veramente un amico per James"
Da quell'affermazione, Michael sente il senso di colpa stringergli lo stomaco: non vuole questa situazione, odia mentire e semplicemente, non ci riesce.
Ma accoglie la moglie di James tra le braccia e la accontenta con un "Per lui questo ed altro".
Dopo l'abbraccio, Michael esce dall'ospedale.
Tornato nella sua roulotte, è ormai distrutto dal doppio viaggio e si butta ancora vestito sul letto.
Dopo poco si rende conto che il suo cellulare sta lampeggiando: 2 messaggi.
Il primo è da parte di Zoe:

"Ricordati il nostro ultimo incontro, se continui ad ignorarmi ti aspetteranno dei giorni d'inferno"


Il secondo invece è da parte di Annie:

"Per ringraziarti dell tua presenza oggi vorremmo invitarti a cena questo venerdì a casa nostra, ci sei?
Aspettiamo la tua conferma ;)
Anne, James e il piccolo."


Michael decide di ignorare il primo messaggio e solo dopo qualche minuto di esitazione risponde al secondo:


"Certamente, ci sarò.
Michael."


Dopodichè finalmente, ignorando l'orologio della sveglia che segna le 5 del mattino, si addormenta.
Chissà cosa lo aspetta quel venerdì sera, ma di sicuro la sensazione che ha in questo momento non gli fa presagire nulla di buono.

A story of love and friendship.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora