Capitolo 10

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Ero ancora abbracciata a Cam.

Dovevano essere passati almeno 10 minuti da quando mi ero avvinghiata a lui e da quando eravamo rimasti tutti e due in silenzio.

Cameron si limitava ad accarezzarmi la schiena, e io piano piano mi ero calmata.

"Scusa ancora piccola, per tutto. Dio non faccio che creare casini. " Sussurrò Cam.

Alzai lo sguardo, che avevo tenuto basso tutto il tempo, sul suo viso.

"Fa niente, solo, non farlo più." Dissi.

Lui annuì.

Credo però che a farmi piangere così disperatamente, non fosse stato solo lo spavento per l'eccesso di velocità.

Avevo voglia di piangere già da prima.

Anche se dicevo a me stessa che non doveva importarmi ciò che aveva detto Cam a Molly, mi importava eccome.

Non capivo perché avesse detto quelle cose.

Non capivo perché essere vergine a 17 anni fosse una cosa così ridicola.

Ma soprattutto non capivo perché mi prendesse in giro.

Con me si era comportato davvero bene, poi invece alla sua squillo personale aveva detto quelle cose.

Le sue parole mi avevano ferito, e questo mi dava fastidio, mi dava fastidio che mi importasse e soprattutto mi dava fastidio sentirmi meno di Molly, solo perché lui preferiva una troia a me.

"Perché hai detto quelle cose a Molly?" Chiesi, dando voce ai miei pensieri.

Si pietrificò.

"Per togliermela dai piedi." Ammise.

Non capivo.

"Ma gli hai dato appuntamento per sta sera. Così la vorresti togliere dai piedi Cam?" Chiesi accigliandomi un po e uscendo dalla sue braccia.

"Mi dispiace aver detto quelle cose su di te. Non ero serio. E comunque sta sera non sarei andato con lei, gli ho detto una balla sempre e per il solo scopo di levarmela dalle palle, avevo in mente una serata con un'altra persona..ma questa è impegnata." Disse guardandomi, i suoi occhi si erano improvvisamente incupiti.

Il mio cuore iniziò a sciogliersi.

"Tu..tu volevi passare la serata con me?" Chiesi un po titubante.

Magari avevo capito male e avevo appena fatto una figura di merda.

Ma Cameron invece annuì freddamente, irrigidendo la mascella.

E Dio quanto era bello incazzato e con i zigomi in risalto.

"Ma tu non sei disponibile." Aggiunse, sempre freddamente.

Subito mi tornò in mente la chiamata con Austin e scoppiai a ridere, c'era proprio cascato.

"Perché ridi?" Chiese.

"Perché.." Risi ancora "Cam ma non l'hai proprio capito?" Chiesi trasferendomi nel sedile accanto.

"Cosa?" Chiese.

"Cameron, Austin è solo un'amico.
Ero arrabbiata perché tu eri così sicuro che io fossi vergine. Allora ho pensato di farti credere che fossi fidanzata, o qualcosa del genere." Risposi, ancora ridendo.

I suoi occhi presero di nuovo il loro colorito naturale.

"Ah, piccola imbrogliona!" Disse iniziando a farmi il solletico.

"Questa te la faccio pagare Steven!"

"Sempre qui ad aspettarti, Harris." Risposi senza riuscire a fermarmi dal ridere per il solletico.

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