Capitolo 49

24 7 1
                                    


"Ma cosa significa? Ha insinuato di essere il padre.." urlai strattonandomi i capelli preso da un momento d'isteria.

"È assolutamente impossibile, lui è in prigione ed ha ancora molti anni da scontare. Non sarebbe dovuto uscire prima degli ottant'anni." Disse Elisabeth..per poi sussurrare "È assurdo."

"Potrebbe essere una menzogna solo per depistarci in modo da non poter arrivare a lui..perché una cosa che è certa è che si tratta di un uomo..no?" Chiese Jac.

"I-io non credo sia una menzogna. Insomma, si, è una cosa davvero assurda che lui sia qui..ma intanto nessuno oltre noi sa la storia di Carly. Chi avrebbe mai potuto scoprire del padre di Carly, e come, soprattutto?" Riflettè Jess.

"Bene, allora è arrivato il momento di ragionare. Intanto avvertiamo gli altri della scomparsa e chiamiamo la polizia. Spieghiamo il tutto e loro sicuramente sapranno che fare, è il loro lavoro." Concluse Jac entrando in casa con Elisabeth.

Io e Jessy ci guardammo negli occhi.

"L'hanno rapita davvero..non è uno scherzo..è tutto vero.." sussurrò con le lacrime che le accarezzavano il viso.

Anche i miei occhi si riempirono di lacrime e di paura, facendo scemare via l'ultimo briciolo di autocontrollo che mi era rimasto.

Iniziai ad urlare e a tirare calci e pugni al muro.

Presi il cassonetto della spazzatura accanto a me e lo scaraventai a terra per poi riprendere a colpire il muro con le nocche spaccate.

Ma il sangue che sgorgava dalle mie mani era l'ultimo dei miei pensieri, poiché neanche quelle ferite facevano male quanto l'attanagliamento e il terrore nel mio stomaco.

"Basta Cameron, calmati,così non risolvi niente! Peggiori solo la situazione!" Gridò Jac cercando di fermarmi con l'aiuto di Danny, che non sapevo nemmeno fosse arrivato.

"Come faccio a calmarmi?! COME?!" Gridai scrollandomeli di dosso.

"È la mia ragazza, la mia piccola, e non so dove sia, con chi..non so se stia bene! Come faccio a stare calmo?" Continuai sta volta sussurrando e accasciandomi sul terreno.

"Ti capisco Cam, stiamo parlando di mia sorella..anche io sono disperato, lo siamo tutti. Ma se vogliamo ritrovarla dobbiamo essere lucidi e concentrati." Disse Danny accasciandosi vicino a me.

Annuì asciugandomi le lacrime da sotto gli occhi.

"Si avete ragione, scusate, devo mantenere la calma..per lei."

Jacob mi tese una mano per farmi alzare nel momento esatto in cui arrivò la polizia.

Ci sedemmo a tavolino dentro casa e spiegammo per filo e per segno cosa era accaduto da quando Carly era entrata a scuola.

"Benissimo, contatteremo immediatamente la prigione in cui è stato recluso il suo ex marito per accertarci che sia ancora lì o per sapere di un'eventuale fuga del detenuto. Nell'attesa esamineremo il telefono della ragazza sperando di riuscire a localizzare il mittente delle chiamate e dei messaggi.
Due squadre stanno già pattugliando tutta la città..appena avremo notizie vi faremo sapere, e anche voi se doveste scoprire qualcosa, anche la più banale, contattateci immediatamente." Disse uno dei poliziotti prima di fare un cenno del capo e uscire di casa seguito dagli altri due.

Mi buttai di peso sul divano e fui imitato da Nash e Jacob.

Il resto dei ragazzi ci avevano raggiunto appena saputo dell'accaduto..lo stesso mia madre e mia sorella.

Danny era intento a confortare la madre in preda ad un'attacco di pianto..proprio come Jacob e Nash con Jessy e Ashley.

Annah si trovata ad un corso pomeridiano di estetista e per quello Aaron aveva deciso di informarla successivamente..sarebbero passati più tardi.

Mi sentivo..anzi no, non mi sentivo.
Non sentivo nulla, non provavo nulla..se non la forte voglia di averla fra le mie braccia e al sicuro.

Dopo una mezz'oretta i ragazzi tornarono nelle rispettive case, non prima di averci fatto giurare che se avessimo saputo qualcosa li avremmo avvisati tutti.

Stessa cosa per mia madre e Sierra.

Così in quella casa silenziosa e priva di vita, perché d'altronde senza la presenza di Carly era così, restammo solo io, Elisabeth, Danny, Jacob e Jessy.

Quest'ultima, nonostante avessimo provato più volte a mandarla a casa per riposare, non si era mossa di un millimetro tutta la notte, sostenendo di non essere stanca.

Eppure si vedeva da lontano un miglio che lo era.
Non era la solita Jessy..i suoi occhi erano spenti..tutto il suo viso lo era.
Le occhiaie e gli occhi rossi dal pianto, facevano si che quella nota vispa che apparteneva alla sua persona scomparisse totalmente lasciando posto a una Jess sciupata e amareggiata.

Per non parlare di Elisabeth..che ormai non parlava più da quando la polizia se ne era andata.
Si limitava a fissare il pavimento, seduta sulla poltrona.

Nessuno era riuscito a chiudere occhio tutta la notte, ne tantomeno qualcuno era riuscito a spiccicare parola, tranne per qualche esigenza.

Era un silenzio snervante, ma ero sicuro che anche se qualcuno avesse parlato sarebbe stato snervante per me..tutto mi risultava snervante, tanto che la voglia di spaccare qualcosa si alternava alla voglia di strangolare qualcuno.

Il silenzio fu improvvisamente interrotto verso le 8 di mattina del giorno dopo dallo squillare del cellulare di Danny.

Trasalimmo tutti, soprattutto Jessy che da circa 20 minuti si era accasciata sulla spalla di Jac con gli occhi chiusi, troppo stanca per tenerli ancora aperti.

"Pronto..si, mi dica."

il silenzio si manifestò ancora mentre tutti noi eravamo scattati sull'attenti con gli occhi sbarrati..con la paura di ricevere un'altra brutta notizia alternata alla speranza di riceverne una buona.

Intanto il volto di Danny non lasciava trapelare nessuna emozione, soltanto una mostruosa serietà..che, a dirla tutta, mi faceva accapponare la pelle.

"Va bene..cosa suggerite di fare allora?" Chiese iniziando a camminare avanti e indietro per il soggiorno.

Poi sospirò pesantemente.

"Provvederemo subito, grazie mille."

"Allora..?"

"Era come sospettavamo. Mio padre è evaso. Adesso, al 99% l'uomo che ha rapito Carly è lui, non mentiva." Sospirò stropicciandosi i capelli.

"La polizia sta cercando di capire quale tipo di percorso l'ha condotto fin qui per cercare di costruire una pista. Inoltre sostengono con assoluta certezza che non ha fatto tutto da solo..a detta loro qualcuno l'ha aiutato ad evadere e a partire e qualcun'altro lo sta aiutando qui, quest'ultimo, a questo punto, credono sia del luogo." Spiegò poi.

Annuì.

"Effettivamente ha un senso.." sospirai.

"Ce l'ha eccome, so anche chi potrebbe essere ad averlo aiutato ad evadere..quegli sporchi bastardi dei suoi tirapiedi, squilibrati anche più di lui." Disse Elisabeth scandendo ogni parola con rabbia e dolore.

Ammiravo quella donna..la stessa persona che aveva amato e che poi aveva tentato di ucciderla adesso aveva nelle mani sua figlia..eppure non crollava, armata di un'incredibile resistenza..sicuramente dovuta all'amore per Carly.

"Allora direi di richiamare la polizia e di dare i nomi di queste eventuali persone che potrebbero averlo aiutato. Resta solo capire chi è che lo sta facendo qui." Dissi, e nella mia mente giurai guerra a tutti i complici, l'avrei ritrovata..e per i colpevoli, non sarebbe stato piacevole.

Il Mio Tutto Ha Il Tuo Nome.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora