Capitolo 41

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Presi un bicchiere dalla mensola, e una bottiglia d'acqua dal frigo.

Tentai di regolarizzare il respiro, ma sembrò un'impresa impossibile.

Tornai a passo lento in soggiorno e trovai Danny ancora seduto con le gambe che tremavano e la testa fra le mani, Sierra che gli accarezzava la schiena e Cameron che faceva avanti e indietro per il soggiorno.

D'un tratto la porta si aprì svelando una Barbara sorridente.

Non so se era il sole che le illuminava il viso, l'allegeia che sprigionava in quel momento o semplicemente il sapere che fosse mia madre..ma mi sembrò di vederla bellissima, più bella che mai.

"Mamma!" Sussurrai ricominciando a piangere.

Lei spalancò la bocca e fece cadere le buste della spesa per terra.

Qualche mela rotolò fino a i miei piedi.

"C-Cosa hai detto?" Chiese lei.

Vidi il suo petto iniziare ad alzarsi e abbassarsi freneticamente.

Corsi verso di lei e l'abbracciai.

"T-tu sei Elisabeth, sei la mamma..la mia mamma! Sei viva!" Singhiozzai.

Mi strinse forte a se e sentì il suo corpo fremere e sobbalzare, segno che anche lei stava piangendo.

"Perché non ce l'hai detto?! Perché?" Gridò all'improvviso Danny.

Mi staccai da lei.

"Io..non sapevo come fare. Non potevo piombare improvvisamente nelle vostre vite e dirvi che ero vostra madre. Molto probabilmente non mi aveste neanche creduto e mi avreste rifiutato!" Rispose lei piangendo.

"Sono mesi che stai qui da noi..mesi che mia madre vive in casa mia mentre io credo che sia sotto terra! L'abbiamo scoperto frugando tra le tue cose come dei ladri!" Gridò ancora lui.

"Danny calmati..ti prego!" Disse Sierra accarezzandogli un braccio.

"Se ci sediamo un attimo vi spiego tutto dall'inizio.." disse mia madre.

Ci sedemmo tutti..io sulle gambe di Cameron che era rimasto in silenzio per tutto il tempo.

"La sera in cui vostro padre mi sparò, un'uomo..adesso è un mio grande amico e si chiama Bill..mi trovò in un bosco. Io non ricordo nulla..ero priva di sensi e avevo perso molto sangue. A quanto dice lui, fortunatamente, la pallottola non aveva causato danni irreparabili e non aveva toccato organi vitali. Lui e la sua famiglia si presero cura di me e rimasi da loro per un bel po. Per qualche anno io non ricordai nulla..neanche il mio nome. Non ricordavo di avere dei figli, non sapevo chi mi aveva sparato e in più non avevo documenti con me. Avevo perso tutto e non ricordavo assolutamente nulla..ma la famiglia di Bill mi sosteneva e mi aiutava a crearmi una nuova vita, un nuovo nome, una nuova identità con tanto di carte e documenti. Circa un'anno fa feci un incidente con l'auto..sbattei forte la testa, e al mio risveglio in ospedale ricordavo tutto. Ricordavo voi, me stessa, la mia vita insomma. Con l'aiuto di Bill e alcuni suoi amici avvocati e informatici sono riuscita a rintracciarvi e ad assicurarmi che vostro padre fosse stato arrestato.
Sono tornata a Seattle nella nostra vecchia casa..è rimasta proprio intatta, ma io non sono riuscita a stare molto lì dentro..il sapere di aver perso tutta la mia vita e di essere stata all'oscuro di tutto per anni mi stava distruggendo. Così presi solo delle cose importanti, documenti, fogli e cose varie insieme all'album fotografico.
Mi sono organizzata, ho racimolato del denaro e dopo avervi osservati un po' da lontano ho deciso di venirvi a riprendere.
Dopo il colloquio fatto con Denny con i documenti nuovi, sono andata alla polizia e ho ripreso la mia identità..sono rimasti anche loro molto sorpresi sapendo che ero viva. Io poi non mi spiegavo come avevano fatto il funerale, visto che io ero viva. Abbiamo scoperto che la signora trovata nel lago, quasi identica a me, era la zia Mary..mia sorella gemella. Ai tempi, quando conobbi vostro padre, lei scomparve e non la trovammo più..il caso fu chiuso e lei venne dichiarata dispersa con possibilità di morte. Ne i nonni, ne io, ne altri parenti abbiamo mai più parlato di lei, era troppo doloroso..anche se io ogni tanto vi facevo vedere qualche foto quando eravate piccoli. Praticamente dopo varie ricerche abbiamo scoperto che era stato vostro padre a rapirla e a segregarla per tanto tempo per poi uccidere sia lei che me. La polizia voleva contattarvi, ma io li ho pregati di non dire niente perché non volevo piombare nelle vostre vite così all'improvviso e con tutte queste sconvolgenti notizie. Aspettavo il momento giusto per dirvi che ero vostra madre e per presentarmi di nuovo a tutti come Elisabeth Steven. I nonni lo sanno solo da poco tempo e ancora alcuni parenti non lo sanno proprio. Mi dispiace molto tesori miei..ma capitemi, neanche per me è stato facile realizzare. Non volevo scombussolare all'improvviso la vostra vita..per il vostro bene ho deciso di aspettare. Ma a quanto pare, avete fatto tutto soli!" Rise con ancora delle lacrime che uscivano dai suoi occhi.

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