Friday 04

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Non è ancora pomeriggio inoltrato però l'aria è già più fresca. Louis si ritrova davanti ad un enorme cancello. Louis non si aspetta una villa così moderna come abitazione del riccio. Il ragazzo al suo fianco suona al campanello e in poco tempo una voce gracchia al citofono "Benvenuto a casa"

"Con me c'è un amico più grande sempre della mia scuola"

"Capito" gracchia nuovamente la voce.
Louis ferma il minore facendolo preoccupare. È solo che viene sopraffatto un'attimo da tutto quel lusso. Si sente estremamente inadeguato.

"Vuoi tornare a casa? Dopo che siamo arrivati così lontano vuoi andartene?" gli domanda il più piccolo leggendo terrore nel suo sguardo. Si concentra unicamente su di lui come a volergli leggere dentro.

"Ma wow, non voglio andarmene, ma alcuni ragazzi hanno davvero tutto.." Harry a quel commento si innervosisce appena.

"Tutto? Quel tipo di persone non esistono, o si?" battibecca con lui.

"Quindi, cos'altro vorresti che non hai?" il minore continua a fissarlo intensamente e secondo Louis si sta arrabbiando "Cosa?" chiede leggermente in soggezione, ma dopo tutto è quello che pensa davvero. Si ricorda tutti i problemi che aveva avuto la propria famiglia e la maggior parte si sarebbero risolti con qualche soldo in più. Poi certo magari uno iniziava a volere molto di più, ma almeno sui beni di necessità uno non doveva preoccuparsi.

"Bentornato" un maggiordomo tutto elegante si inchina aprendo la porta per loro.

-Sembra l'inizio di una tragedia- pensa il castano arricciando leggermente il naso. Non aveva intenzione di discutere con Harry è solo che è sorprendente. Segue il suo ragazzo in salone dopo aver indossato delle ciabatte.

"Sono a casa" urla Harry graziosamente per avvertire qualcun altro. Il salone è stupendo classico minimalista dalle forme geometriche rigide. Sembra quasi disabitata questa casa da quanto è in ordine e curata.

"BENTORNATO A CASA" urla una voce femminile appartenente a una figure esile che si precipita giù dalle scale. Una bionda dagli occhi azzurri e il profilo simile al suo lo guarda sorpresa. Harry raggela.

"Che bel bambino!" urla lei tutta felice facendoli uscire dal loro imbarazzo "Adoro facce come la sua" cinguetta a Harry come se non fosse nemmeno lì "Quanti anni hai? Come ti chiami?"

"Ehm sei la sorella minore di Harry?" tenta di indovinare Louis, ma il minore le impedisce di rispondere, poggia una mano sulla sua spalla e la stringe fermamente.

"Lou, stai infastidendo Tomlinson" dice secco. Louis rimane folgorato. Ed eccola davanti a lui, il demone dei suoi pensieri. Louise. Il liscio cerca di non dare a vedere il chiaro risentimento nei suoi confronti. Cerca anche di non far vedere quanto profondamente gli da fastidio che Harry pronunci il suo cognome così freddamente.

"Non sta bene dici?" lo guarda con finta innocenza questa "Quindi ti chiami Tomlinson" dice sorridendo, ma è già più una provocazione.

-In qualche modo..io davvero odio questa persona-  pensa Louis specchiandosi negli occhi spenti di lei.

"Che pelle bellissima..." continua questa avvicinando una mano al suo viso, è gia pronto a scostarsi, ma Harry lo precede e le allontana la mano. Sono proprio in confidenza il più piccolo non ci pensa due volte prima di toccarla. Ecco la differenza con tutti gli altri.

"Non ficcanasare e non farmi incazzare" le sussurra quest'ordine non abbastanza piano perché Louis non senta, la ragazza allora si illumina.

-Continua ad amare così tanto "Lou".. che non vuole che mi tocchi da quanto è geloso?-

"Ah è il "senpai del quinto anno", colui che "può essere considerato bellissimo" ed è "più che carino" giusto?" dice lei arricciando il naso mentre continua chiaramente a spingere il dito nella piaga "Molto più di me.." la bionda ha superato il limite e il riccio le tappa la bocca con la mano. Louis perde semplicemente la pazienza a causa della gelosia.

"Cosa diavolo è questo?!" urla arrabbiato Louis, stanco di assistere a questi battibecchi da fidanzatini. È geloso da morire e li strozzerebbe entrambi in questo momento.

"Dannazione, Lo-" lo richiama Harry, ma l'altro ritorna sui suoi passi velocemente. Rimane stordito dalla sua reazione. Non si aspettava che reagisse così alla fine non stava succedendo niente di male.

"Se n'è andato?" chiede l'ovvio l'oca bionda.

"Non se ne parla..." il bruno si riprende e comincia a inseguire il proprio ragazzo letteralmente correndo. Abbandonando la sua ex lì sulle scale che con un sorriso malizioso rimane appoggiata al corrimano.

"Che casino! Litigate di nuovo?" chiede un ragazzo scendendo le scale attirando la sua attenzione.

"Liam" sussurra con dolcezza lei riconoscendo il suo fidanzato, gli prende la mano e se la porta al viso "Harry se n'è andato"

Harry corre più veloce che può dietro al ragazzo, imprecando affannato.
"Aspetta" urla all'altro che si gira mentre corre.

"Stupido! Non seguirmi" si ritrova più in là, piegato in due ansimante per la corsa disperata. Non sa nemmeno cosa sta facendo. Vuole solo andarsene. Quando Harry lo raggiunge, gli dedica uno sguardo carico di odio "Ti avevo detto di non seguirmi..."

"Cosa ti succede,Lo.." il riccio cerca di abbassarsi al suo livello con le migliori intenzioni.

"Sta zitto!" gli abbaia Louis facendolo rattristare "Torna in casa"

"Solo dimmi per cosa sei arrabbiato, Louis" il maggiore spalanca gli occhi per poi girarsi a guardarlo, pronto a sbranarlo vivo. Con quanto coraggio fa tutto quel teatrino e poi dopo osa pure chiedergli cosa c'è che non va. È pronto ad affrontarlo, ma poi si sente patetico, e si limita ad abbassare lo sguardo.

"La mia amica ha detto che sette giorni bastano per un sogno ma per me, questa settimana è.." dice con voce flebile.

"Attenzione dietro di te!" il maggiore inciampa sul marciapiede e si sbilancia all'indietro. Il minore si slancia.

-Sette giorni bastano per innamorarsi- considera Louis mentre la sua mano viene afferrata dal riccio e si ritrova stretto al suo petto. Si accasciano insieme. La testa del maggiore è appoggiata al petto di Harry, mano nella mano, che lo guarda spaventato. I loro cuori battono con forza nelle loro casse toraciche.

"Stai bene?" esala Harry.

"No non sto bene. Oggi...che giorno è?"

"Cosa?"

"Mancano due giorni" si allontana da lui triste con la testa piena di pensieri. Due giorni.

 Due giorni

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