Tuesday P.M

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Attenzione prego, stare lontano dalle porte in chiusura

"Ecco... eri in ritardo, ma direi che sei stato lo stesso molto bravo. Ma casa tua non è a questa fermata?" Louis è stravaccato sul sedile della metro. La nuca appoggiata allo schienale. Le braccia abbandonate lungo i fianchi. lo sguardo perso verso l'alto come sempre. Harry conferma rilassato. Sono seduti vicini. Le loro ginocchia sfregano tra di loro involontariamente. "Davvero? Allora cosa ci fai qui seduto?"

"Vengo con te fino alla tua fermata" risponde saccente il riccio. L'altro si drizza improvvisamente per guardarlo meglio in faccia.

"Perché?" chiede perplesso.

"Così posso stare con te ancora un po'." non gli rivolge nemmeno lo sguardo mentre dice una cosa del genere. Così innocentemente. Louis resta pietrificato e torna a guardare il paesaggio che sfreccia oltre il vetro delle porte. Ascolta lo scontrasi del metallo di queste. Incrocia le gambe. Gioca con le mani nervosamente. Anche Harry inizia a stringersi compulsivamente un ginocchio.

"Lascia che ti chieda una cosa.. noi ci staremmo ipoteticamente frequentando adesso?" chiede imbarazzato. Si gratta la testa in un gesto goffo mentre cerca di sorridere per alleggerire l'atmosfera. Harry si volta di scatto

"Certo" Non glielo aveva forse chiesto lui? Tiene gli occhi incollati sul castano cercando di capire cosa gli passasse per la testa. Si domanda se avesse frainteso qualcosa, ma cosa c'era da misinterpretare. Era stato così diretto.

"Ah, capisco" dice l'altro facendosi pensieroso. Si porta una mano al mento ragionando. Quando ha preso una decisione, fronteggia finalmente il ragazzo. Harry sobbalza teso. Lo sguardo deciso.

"Penso che farò il mio meglio per godermelo allora " sorride affabile il castano in un'improvvisa botta di coraggio, ma si pente subito e si volta velocemente vergognandosi. Guance rosse e tutto.

"Tomlinson.." cerca di richiamarlo l'altro.

Ci stiamo avvicinando alla stazione Yokohama 

Louis si illumina. Ha avuto un'idea. Si alza ancora prima che il treno si fermi. Impedendo a Harry di concludere il discorso.  

"Andiamo." gli ordina.

Per favore uscite alla vostra destra 

"Ma siamo solo a Yokohama" gli fa notare gentilmente Harry, ma questo è già fuori dalla metro, quindi è costretto ad inseguirlo. Louis non lo aspetta e cammina davanti a lui. È così affollata la stazione a quell'ora che rischia di perderlo tra la gente. Cerca di aumentare il passo senza schiantarsi contro qualcuno.
"Tomlinson!" gli afferra una spalla quando riesce a raggiungerlo obbligandolo a l confronto "Tu ieri.." vuole chiarire. Vuole capire che cosa passi per la testa del maggiore. Perché gli aveva chiesto di stare insieme? Lo stava prendendo in giro?

"Andiamo ad un appuntamento, Harry" viene ammutolito così il riccio. Un sorriso vero. Bello. Un cuore che batte forte. Questo non se lo aspettava decisamente. "Perché è già martedì! Una settimana passa in un lampo. Devo usare il mio tempo saggiamente"

-Lo sapevo...anche se il limite è una settimana..- è deluso. Cerca di non darlo a vedere. Non gli è piaciuto il modo in cui Louis parla di loro.

"Tomlison non funziona così."

"Un appuntamento non è una tappa fissa del tuo itinerario?" chiede Louis guardandolo. Occhi grandi a scrutarlo.

"Fissa? Non c'è uno standard" sottolinea sinceramente infastidito. 

-Perché questo non è un gioco- vorrebbe aggiungere, ma non lo fa. Sarebbe scortese. Si spegne e segue l'altro senza opporre più resistenza.

"Bene. Andiamo a mangiare sto morendo di fame" si addentrano nella città. Harry non lo sta nemmeno ascoltando. L'altro non gli presta nemmeno attenzione. Si tiene qualche passo indietro lasciandosi lo spazio per pensare. Il maggiore decide che vuole mangiare ramen vendendo un ristorante carino. Solo in quel momento si rende conto che qualcosa non va con Harry. Fermo in mezzo alla strada. Gli occhi fissi sui propri piedi.

"Ti stai prendendo gioco di me?" chiede flebilmente Harry. Talmente flebile che non riesce a superare la barriera del rumore. Così tante persone passavano incuranti accanto a loro. 

 -Anche se mi innamoro davvero per questa persona, sono sicuro che non andrà come voglio che vada. Devo dirglielo! Questo non è uno strano gioco, quindi se non la chiudo qui ora...- perso nei suoi pensieri non si rende nemmeno conto di quanto tempo passa. Louis, dopo aver provato a chiedergli come stesse ed essere stato bellamente ignorato, lo afferra per un braccio e lo trascina nel locale.



"Non ti piace il ramen? È che sei molto silenzioso oggi" saggia Louis in cerca di una spiegazione per il comportamento di poco prima. Sono seduti al bancone su degli sgabelli alti. Alcuni gatti riempiono i posti vicino a loro. È un locale tipico. Silenzioso. Solo un altro cliente oltre a loro. Il castano separa le bacchette quando vengono serviti i loro ramen. Louis prende a mescolare i condimenti nella propria ciotola. I suoi occhi azzurri indugiano sulla figura accanto a lui. Cerca risposte nel linguaggio del suo corpo. Perde la pazienza, prima che l'altro possa anche solo spiccicare parola "Lo odio, okay? Che tu sia infelice per qualcosa, ma che continui a tacere e assecondarmi."

"Non pensavo questo!" chiarisce il moro. Si fissano per un'istante. "Penso di essere un po' turbato..." tornano a guardare le loro zuppe. Harry non riesce a essere determinato. Si maledice. Non sa cosa lo frena. 

"Se non te la senti, perché non lasciamo perdere per oggi?" propone allora Louis. Finalmente si approcciano a prendere un boccone. Il brodo ancora fuma. La tensione si è leggermente dissipata. Il castano era stato insolitamente premuroso avanzando in quel modo. Aveva risollevato il morale.

"Non ti piace proprio quando le persone cercano di accontentarti?"

"Esatto! Lo odio, perché se non ci stiamo divertendo entrambi, allora qual è il punto?" gesticola con le bacchette come un filosofo ispirato. Il tono è leggero, ma le sue parole arrivano dritte al punto. Mangiano tranquillamente. Harry a sentirle si era sentito improvvisamente più calmo. Sorseggia il brodo, mentre il castano chiede cortesemente altri noodles al cuoco.

"Quindi scarpe." annuncia il moro. Louis fa un verso interrogativo interrompendosi con il boccone a mezz'aria.

"Andiamo a vedere se c'è qualche nuovo modello" il riccio riesce a sorridere di nuovo.

"Runners?" si interessa subito l'altro. Quando riceve conferma, beve direttamente dalla tazza in modo da velocizzare i tempi. "Perfetto, andiamo!"

Sono di nuovo felici. Si sorridono teneramente.



Guardano insieme alcune scarpe. Lo store è immenso, ma Louis splende quando ne trova un paio che gli piacciono. Harry gli prende la scatola da uno scaffale che non sarebbe riuscito raggiungere. Si studiano segretamente. Guardandosi, quando l'altro non può vederli. Sorrisi ampi si sono incastrati sulle loro bocche. 

 -Non so nulla di lui. Da come appare imperturbabile quando tira con l'arco, non avrei mai pensato potesse essere così interessante e lunatico. Ancora più strano, trovo che diventi sempre più difficile distogliere lo sguardo da lui- non può fare a meno di pensare Harry.

Il sole sta già tramontando. Avevano finito con gli acquisti e hanno deciso di concludere l'appuntamento al cinema. La sala è praticamente vuota. Le sporte sono state poggiate su una poltrona vicino. Harry cerca di prestare attenzione al film, ma incomincia ad avvertire il peso della giornata appena vissuta. La testa di Louis si scontra con la sua spalla. Si è addormentato. Spia il suo volto rilassato. Sta russando piano. Recupera la bevanda che sta quasi per rovesciarsi in mano al maggiore stando attento a non svegliarlo. Poggia una guancia contro i capelli castani. Chiude gli occhi anche lui.


- Le immagini continuano a cambiare sullo schermo, ma io mi sono già dimenticato su cos'era il film- 

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