Capitolo 8

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Mi sveglio tra le braccia di Jack che mi avvolgono come una coperta calda. È bello persino quando dorme.

Forse un po di meno perché non si vedono quei bellissimi occhi blu,ma è tenero. È perfetto,tutto in lui è perfetto. I lineamenti del viso,i muscoli,tutto.

-"Se continuerai a guardarmi,mi sciuperai. Come faranno le altre ragazze poi?" Disse divertito.

Già incomincia ad innervosirmi. Possibile che deve rovinare sempre tutto?

-"Sei uno scemo" dissi dandogli uno schiaffo sul braccio.

-"Mi fai impazzire quando fai così" mi sussurra.

Cosa?allora lo fa apposta?schifoso. Si diverte a farmi innervosire.

Oggi non ho intenzione di andare a scuola,non ce la faccio. Mi scoppia la testa e sono in condizioni pietose.

Non mi importa se c'è Jack. Devo adattarmi all'idea che i miei non ci sono più e dovrò andare avanti da sola. Ma non so se ci riuscirò. 

Mi fermo a guardare Jack,non avevo notato che indossava i vestiti di mio padre. Si sarà tolti quelli bagnati ieri.

Cercai con tutte le mie forze di trattenere le lacrime ma i nodi alla gola mi stavano mangiando viva.

-"Senti Jack,io non vengo oggi a scuola. Non ce la faccio. Tu puoi andare,grazie di tutto." Dissi mormorando.

-"Tu sei pazza se credi che io ti lasci in queste condizioni."

-"Quale condizioni?io sto benissimo"

-"Mh,lo vedo"

-"Jack,io sto benissimo da sola. Ora devo imparare a cavarmela da sola e vivere sola."

Ormai io e la parola 'sola' abbiamo stretto un forte legame.

Jack mi guarda stranito. Giusto,lui non lo sa.

-"Ma che dici,Shaila?tu non sei sola. Ci sono io,c'è Sasha e i tuoi genitori."

A quell'ultima parola scoppio in lacrime. Jack mi guarda con aria interrogativa. Viene verso di me ma io lo blocco.

-"Jack,va via ho detto" gli urlo.

-"NO SHAILA,NO! IO NON VADO VIA E ORA DIMMI CHE CAVOLO SUCCEDE." Mi urla contro anche lui.

Mi do una calmata e mi asciugo la faccia. Non so se dirglielo o lasciarlo perdere. Ma non penso che lui si arrenderà.

-"I-ieri,quando sono tornata a casa ho deciso di chiamare i miei perché era da troppo che non li sentivo. Non risposero al telefono il che era strano perché di solito si fanno sentire loro o come minimo rispondono subito. Pensai che erano troppo presi dal lavoro come sempre e decisi di aspettare un po prima di richiamarli. Avevo voglia di andare a correre,così mi cambiai e uscii di casa. Corsi per circa 16 km fino a che non mi fermai in spiaggia. Mi sono seduta e mi rilassavo guardando il mare piuttosto agitato. All'improvviso mi arriva una chiamata da un numero a me sconosciuto. Rispondo ed era la dottoressa dell'ospedale di Copenaghen,il quale mi dichiarò il decesso dei miei genitori. A quelle parole rimasi paralizzata,non sapevo che fare. Gli chiusi il telefono in faccia. Avevo voglia di urlare ma so che non avrebbe risolto nulla,perciò guardai il mare e nella mente mi passava solo un'idea. Mi alzai,presi la rincorsa e mi buttai in quel mare così arrabbiato. Se non fossi arrivato tu,sarei morta."

Tra i singhiozzi e i nodi alla gola,riuscì a sfogarmi con Jack.

Lui mi guarda con gli occhi spalancati,non credendo a ciò che è successo,senza spiaccicare una parola.

◆Un amore impossibile◆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora