Mi sveglio tra le braccia di Jack che mi avvolgono come una coperta calda. È bello persino quando dorme.
Forse un po di meno perché non si vedono quei bellissimi occhi blu,ma è tenero. È perfetto,tutto in lui è perfetto. I lineamenti del viso,i muscoli,tutto.
-"Se continuerai a guardarmi,mi sciuperai. Come faranno le altre ragazze poi?" Disse divertito.
Già incomincia ad innervosirmi. Possibile che deve rovinare sempre tutto?
-"Sei uno scemo" dissi dandogli uno schiaffo sul braccio.
-"Mi fai impazzire quando fai così" mi sussurra.
Cosa?allora lo fa apposta?schifoso. Si diverte a farmi innervosire.
Oggi non ho intenzione di andare a scuola,non ce la faccio. Mi scoppia la testa e sono in condizioni pietose.
Non mi importa se c'è Jack. Devo adattarmi all'idea che i miei non ci sono più e dovrò andare avanti da sola. Ma non so se ci riuscirò.
Mi fermo a guardare Jack,non avevo notato che indossava i vestiti di mio padre. Si sarà tolti quelli bagnati ieri.
Cercai con tutte le mie forze di trattenere le lacrime ma i nodi alla gola mi stavano mangiando viva.
-"Senti Jack,io non vengo oggi a scuola. Non ce la faccio. Tu puoi andare,grazie di tutto." Dissi mormorando.
-"Tu sei pazza se credi che io ti lasci in queste condizioni."
-"Quale condizioni?io sto benissimo"
-"Mh,lo vedo"
-"Jack,io sto benissimo da sola. Ora devo imparare a cavarmela da sola e vivere sola."
Ormai io e la parola 'sola' abbiamo stretto un forte legame.
Jack mi guarda stranito. Giusto,lui non lo sa.
-"Ma che dici,Shaila?tu non sei sola. Ci sono io,c'è Sasha e i tuoi genitori."
A quell'ultima parola scoppio in lacrime. Jack mi guarda con aria interrogativa. Viene verso di me ma io lo blocco.
-"Jack,va via ho detto" gli urlo.
-"NO SHAILA,NO! IO NON VADO VIA E ORA DIMMI CHE CAVOLO SUCCEDE." Mi urla contro anche lui.
Mi do una calmata e mi asciugo la faccia. Non so se dirglielo o lasciarlo perdere. Ma non penso che lui si arrenderà.
-"I-ieri,quando sono tornata a casa ho deciso di chiamare i miei perché era da troppo che non li sentivo. Non risposero al telefono il che era strano perché di solito si fanno sentire loro o come minimo rispondono subito. Pensai che erano troppo presi dal lavoro come sempre e decisi di aspettare un po prima di richiamarli. Avevo voglia di andare a correre,così mi cambiai e uscii di casa. Corsi per circa 16 km fino a che non mi fermai in spiaggia. Mi sono seduta e mi rilassavo guardando il mare piuttosto agitato. All'improvviso mi arriva una chiamata da un numero a me sconosciuto. Rispondo ed era la dottoressa dell'ospedale di Copenaghen,il quale mi dichiarò il decesso dei miei genitori. A quelle parole rimasi paralizzata,non sapevo che fare. Gli chiusi il telefono in faccia. Avevo voglia di urlare ma so che non avrebbe risolto nulla,perciò guardai il mare e nella mente mi passava solo un'idea. Mi alzai,presi la rincorsa e mi buttai in quel mare così arrabbiato. Se non fossi arrivato tu,sarei morta."
Tra i singhiozzi e i nodi alla gola,riuscì a sfogarmi con Jack.
Lui mi guarda con gli occhi spalancati,non credendo a ciò che è successo,senza spiaccicare una parola.
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◆Un amore impossibile◆
Romance"Sei mia ok?! E lo sarai per sempre,mettitelo bene in testa." "Jack,sai che non possiamo,almeno io non ce la faccio." "Risolveremo tutto insieme,piccola" Prima di iniziare, premetto che questo libro ha parti ispirate al film 'colpa delle stelle'...