Capitolo 3

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Quel tanto atteso Venerdì ormai era arrivato. Fortunatamente, più desideravo quel giorno e più il tempo passava in fretta. Mi era completamente a favore.

Entrai nuovamente in quell'istituto che ormai mi era familiare. Questa volta stranamente ero più sicura di me. Avevo i miei dread legati da un elastico nero, soliti occhiali da vista, poiché senza quelli ero del tutto persa, un maglione abbastanza pesante con motivi particolari di colore grigi, un leggins nero e ovviamente uno stivaletto nero con tacco poco pronunciato. Non poteva mancare la reflex che mi ero fatta prestare dal mio amico Scott e che portavo legata attorno al collo. Mi avvicinai alla Hall e con fatica, a causa di tutto ciò che portavo tra le mani lasciai la borsa. La signorina mi vide in difficoltà e decise di farmi passare comunque, unica cosa, avrei dovuto lasciare un documento. La ringraziai per la sua gentilezza e mi recai nel famoso ascensore.

Arrivata a destinazione, Paul mi accolse educatamente.

"Buonasera Signorina Niehaus!" mi disse l'uomo. Non indossava ne la cravatta e ne la giacca, solo il completo con camicia bianca leggermente sbottonata sul collo. La cosa mi sorprese poiché non era del tutto elegante come l'ultima volta. Lo seguii tenendogli il passo e arrivai finalmente nell'ufficio di Delphine.

Lei non c'era.

Paul mi fece entrare e mi disse di aspettare lì, chiuse la porta e si allontanò dileguandosi lungo il corridoio.

Rimasi da sola nel suo ufficio per buoni 10 minuti. Cominciai ad osservare tutto ciò che mi circondava. Nell'aria sentivo solo l'odore del profumo di Delphine. Ogni cosa sapeva di lei.

Presi più confidenza con l'ambiente, e oltre ad osservare i vari modellini di alcune ricerche scientifiche che mi ipnotizzarono per buoni 2 minuti, raggiunsi la sua scrivania. Mi avvicinai verso la sedia elegante dove lei presiedeva, e piano mi chinai leggermente, mettendo a fuoco la cornice che vi era sopra quel tavolo. La foto raffigurava lei con uomo, sicuramente suo marito.

La guardai attentamente, e vidi lei sorridere felice, tenendo il braccio di lui. Per un attimo mi venne una fitta allo stomaco. Non so per quale motivo provai quella sensazione mista tra gelosia e tristezza, ma quell'uomo era dannatamente attraente. Ero ancora immersa nei miei pensieri quando casualmente alzai lo sguardo verso l'entrata dell'ufficio e Delphine era davanti a me.

Quasi mi prese un colpo a quella vista e imbarazzata mi allontanai dalla scrivania.

Lei era rimasta li a guardarmi seria in volto.

"Scusa....." dissi imbarazzata "...io..." proseguii balbettando. Nel mentre mi spostavo lei mi seguì con lo sguardo.

Ero sia imbarazzata perché mi aveva beccato in flagrante e sia perché avevo la visione di lei davanti ai miei occhi.

"Non preoccuparti!" mi disse alzando leggermente la sua mano.

Imbarazzata mi avvicinai verso i divanetti vicino l'angolo sinistro della stanza, poggiai tutte le scartoffie sopra il tavolino e strinsi con più decisione la macchinetta fotografica.

Quel giorno la vidi più stanca del solito, era triste in volto e quasi mi dispiacque nel metterla in quella spiacevole situazione, ma nonostante tutto lei era molto disponibile con me.

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