Capitolo 11

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Il tempo scorreva senza mai fermarsi. Mi ritrovai a sorridere davanti lo specchio del mio bagno con in mano l'eye-liner di colore nero. Chiusi l'occhio sinistro tirandolo leggermente per togliere le piegature della pelle mentre con l'altro cercai di tracciare una linea abbastanza dritta da ricadere perfettamente sull'angolo dell'occhio. Una volta passata la riga aprii gli occhi e battendo più volte le ciglia mi guardai nuovamente allo specchio.

Soddisfatta del risultato passai all'altro.

"Che ore sono, Felix?" urlai dal bagno. Il mio amico mi sentì al primo colpo.

"Le 19:00!" disse con una vocina al quanto stridula.

"E' tardi!" dissi tra me e me rimettendo il tappo dell'eye-liner e poggiandolo nell'armadietto sopra il lavandino.

Diedi un'ultimo ritocco, ripulendo con un pezzo di carta il trucco fuori posto ed uscì dal bagno. Mentre mi avviavo verso la cucina mi sistemai il vestito aderente che indossai per l'occasione. Il mio amico si girò verso di me poiché era intento a cucinare le ultime cose.

"E' tutto pronto?" dissi leggermente agitata, sistemandomi alcune ciocche di capelli fuori posto. Felix, cominciò a fissarmi rimanendo a bocca aperta e sorridendo con malizia.

"Sei uno schianto!" mi disse ignorando la mia domanda. Si avvicinò verso di me prendendomi una mano e facendomi fare una mezza piroette.

"Fammi vedere?" disse.

Cominciai a girare sorridendo.

"Sei uno schianto, sono quasi invidioso!" disse e qual punto gli diedi una pacca sulla spalla.

"Dai, scemo!" risposi facendo la linguaccia.

Lui mi sorrise, tornando a contemplare gli ultimi preparativi.

"Sei agitata?" mi chiese curioso.

"Un po'!" risposi guardando l'orologio appeso al muro, poi tornai a rivolgermi al mio amico.

"Ti prego, ti prego, ti prego..." cominciai congiungendo le mani a mo di preghiera. Si voltò verso di me scrutandomi dall'alto verso il basso.

"...non farmi fare figuracce, e non mettermi in imbarazzo davanti a lei!" dissi tutto d'un fiato.

"Chi, io?" rispose Felix, scoppiando a ridere, io lo guardai torva.

"Non ti preoccupare, farò del mio meglio per non farlo!" mi fece la linguaccia.

Improvvisamente il campanello suonò e il mio cuore perso un battito.

"Eccola!" dissi in preda al panico mentre Felix se la rideva.

"Miraccomando!" gli puntai il dito contro mentre mi dirigevo verso la porta d'ingresso e in quell'attimo la mia attenzione fu catturata dal suo grembiule da cucina.

"Mi prendi in giro?" urlai. Lui scoppiò a ridere.

"Togliti quel coso!" dissi.

"Finalmente te ne sei accorta! Volevo farti uno scherzo!" non smetteva di ridere. Se lo tolse e lo appallottolò dentro un cassetto.

Lo squadrai prima di alzare il telefono del citofono e aprire la porta.

Premetti il pulsante, agganciai la cornetta e aprii la porta.

Cominciai a respirare faticosamente. Ogni volta che si trattava di vedere Delphine il mio cuore tremava sonoramente. Con la coda dell'occhio guardai Felix sistemare la tavola e gli sgabelli e udii il suono dei passi giù per le scale farsi sempre più forti e distinti. Spalancai la porta e la vidi compiere l'ultima rampa di scale. Deglutii nel momento in cui si girò verso di me. Indossava un lungo cappotto colore blu scuro, scarpa alta, capelli mossi, e borsa tra le mani.

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