Capitolo 15

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I giorni insieme a Delphine erano un susseguirsi d'incontri piacevoli e confidenze personali, che nessuno poteva esserne al corrente. Stare con lei e vederla anche durante le giornate lavorative, per me, era diventato un rapporto che difficilmente avrei lasciato andare, specialmente per come mi faceva sentire. Pian piano il mio amore cresceva in maniera smisurata, non controllando nemmeno più chi mi stava intorno. Vederla al mio fianco mi faceva provare una sensazione di gioia pensando che chiunque mi avrebbe invidiato per avere una donna così talentuosa e affascinante come lei.

Anche se a lavoro il nostro rapporto era solo in ambito lavorativo, una volta uscite da quel grande palazzo a vetri, che mai avrei dimenticato, salivamo nella sua berlina e puntualmente mi fermavo a casa sua, quasi tre volte la settimana. Non ero ancora pronta per vivere con lei men che meno Delphine, ma soprattutto non volevo lasciare il mio amico Felix.

Quella sera Delphine mi riaccompagnò a casa regalandomi un dolce e soffice bacio sulle labbra facendomelo bastare fino al giorno dopo. Ogni volta che scendevo da quell'auto e la guardavo sfrecciare via in mezzo al traffico mi si stringeva il cuore.

Sapevo che non era ancora il momento di fare passi avanti soprattutto dopo l'esperienza di Delphine con il suo defunto marito. In molte occasioni avevo tirato fuori l'argomento marito-matrimonio ma puntualmente venivo zittita dalla sua espressione poco felice, quindi dopo quasi 7 mesi di relazione non era ancora il momento di diffondere al pubblico la notizia di noi due.

Seduta sullo sgabello posto davanti un tavolo da lavoro dello studio di Felix, mi ci allungai appena distendendo le braccia e osservai con occhi spaesati il suo modo di dipingere. Concentrato come non mai, stava cercando di rappresentare il concetto di speranza, cosa che in quel momento rivedeva molto nei miei occhi.

Sbuffai leggermente poggiando la fronte su quel legno laccato bianco.

"Quanto ci vuole, ancora?" chiesi con la sola voglia di tornare in laboratorio.

"Cosima, smettila di piagnucolare e sta dritta." mi rimproverò lanciandomi un'occhiata poco felice.

Lo fissai per 3 secondi e poi tornai a stare più dritta.

"Ecco, cosi. Rimani immobile." m'incitò il mio amico mentre prendeva qualche misura con il pennello.

Tornò a nascondersi dietro la tela.

"Possibile che devo essere sempre io il soggetto da rappresentare?" chiesi cercando di non muovermi molto.

"Tu sei perfetta per questo, quindi lasciami lavorare." Quasi mi rimproverò.

Ci fu qualche minuto di silenzio dove fummo circondati solo dal rumore delle setole del pennello che sfregava sulla tela.

Ad un tratto sentii chiaramente gli occhi di Felix poggiarsi su di me e sbuffò leggermente lasciando cadere di fianco a lui la tavola dei colori.

"Ok..." dalle sue prime parole mi concentrai subito su di lui. "..facciamo una pausa." concluse ed io sorrisi lasciando la postazione e andandogli incontro. Lo afferrai per il collo e lo baciai sulla guancia, poi mi apprestai a girare attorno al cavalletto per osservare l'opera ma fui afferrata per un braccio e tirata indietro.

"Non ci provare nemmeno!" disse sgranando gli occhi e mettendosi davanti a me.

"Non si guardano le opere incomplete." puntualizzò ed io mi misi a braccia conserte.

"Ok." roteai gli occhi leggermente e lui mi punzecchiò i fianchi.

Sorrisi.

"Allora..." disse il mio amico avanzando di qualche passo in cerca dell'ordine. "...ti ringrazio per il tempo che mi stai dedicando ma almeno fino a domani mi servi."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 07, 2017 ⏰

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