Capitolo 13

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Da quando Delphine mi offrì la possibilità di lavorare nelle ore libere nel suo laboratorio fu esaltante. Passavo intere ore a sperimentare ricerche della DYAD e soprattutto file che solo la bionda ne aveva libero accesso. Scoprii moltissime cose, integrando persino nuove sperimentazioni che unii insieme al mio lavoro effettivo. Tutta questa folle scienza fu accompagnata dalla presenza del mio amico Scott che riuscii a far entrare grazie alla richiesta che feci a Delphine mesi prima. Dal famoso giorno in cui il mio amico fu assunto come genetista non smise mai di ringraziarmi e a distanza di mesi ancora non la smetteva di invitarmi a bere birra. Una volta ebbe anche la geniale idea di invitare anche Delphine ma con scarsi risultati.

Quella mattina staccai da lavoro subito dopo pranzo e una volta arrivata alla DYAD INSTITUTE mi apprestai ad entrare in direzione della hall.

"Salve, Kate." dissi alla signorina seduta dietro il bancone, mostrandole uno dei miei sorrisi migliori. Per quante volte avevo varcato la soglia di quel palazzo ormai mi conoscevano quasi tutti.

"Salve, Cosima! Come andiamo oggi?" mi chiese con gentilezza mentre le porsi la mia borsa e con l'altra mano sistemai i miei occhiali da vista che continuavano a scendere lungo il mio naso. Li tirai su con l'indice.

"Tutto bene, grazie." Rimasi sul formale e presi il cartellino che ormai non segnava più la scritta "visitatore" ma bensì "dipendente". Lo afferrai mettendolo in tasca.

"Allora a dopo, Kate." esclamai. Presi il cappotto che poco prima poggiai sul bancone per sfilare la tracolla, lo misi intorno l'avambraccio e mi incamminai verso l'ascensore.

"A dopo Signorina Cosima." la sentii in lontananza, mentre il mio sorriso ancora era disegnato sul viso.

Attesi l'ascensore e una volta entrata premetti il tasto 0 in direzione del laboratorio. La stanza si trovava nel piano prima dei parcheggi sotterranei, poiché strettamente riservato. Sospirai fissando le porte metalliche fin quando non si aprirono permettendomi di vedere un corridoio lungo circondato da mura in cemento, bianche. Camminai sentendo solo il rumore dei miei tacchi e posizionata davanti la porta in metallo blindata, passai il badge che tirai fuori dalla tasca del cappotto e lo passai lungo il lettore posto alla mia sinistra.

Sentii un piccolo rumore e il led rosso si colorò di verde.

La porta si aprii permettendomi di entrare.

Posai il cappotto sullo sgabello alla mia destra e mi voltai vedendo Scott in preda a delle ricerche correre da un alto ad un altro quasi come fosse un cavallo imbizzarrito. Notai persino del sudore che scendeva dalla sua fronte.

Era eccitato e nello stesso tempo perplesso.

"Cosima? Devi vedere questa cosa." esclamò senza nemmeno salutarmi. Era troppo preso dai suoi compiti.

Sorrisi da sotto gli occhiali, capendo il suo profondo amore per il suo lavoro.

Lo capivo perfettamente.

Presi un camice dall'appendiabiti e lo indossai, sistemando il cartellino che avevo preso nella hall, sulla tasca sinistra che avevo cucita sul petto.

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