Capitolo 5

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Ero intenta ad osservare dalla finestra della mia camera una ragazzina passare con la propria bicicletta. Il quartiere in cui abitavo non era male, ma di certo avrei preferito mille volte avere un panorama come quello della casa di Delphine. Ero seduta con le gambe strette a me, sul divanetto che faceva da davanzale della finestra in stile inglese. La testa poggiata sul vetro, e la mia mente proiettata sulla sera precedente. Più chiudevo gli occhi e più mi tornava in mente quel bacio. Sentivo ancora le labbra di Delphine sulle mie e piano mi morsi il labbro bagnandolo con un po' di saliva.

Sospirai.

Ad un tratto sentii il rumore dello scatto della serratura e aprii gli occhi lentamente.

Felix era tornato a casa.

"Cosima?" mi chiamò a voce alta.

"Cosima ci sei?" disse nuovamente il mio amico.

"Si, sono qui!" urlai per farmi sentire.

Sentii bussare alla porta della mia camera e con cautela Felix l'aprì.

"Ehi..." disse nel momento in cui mi vide. Entrò piano vedendomi triste, poggiata sul vetro. Si sedette sulla parte di letto di fronte a me e mi guardò preoccupato.

"Tesoro che succede?" mi chiese alzando leggermente le sopracciglia.

"Niente!" dissi sospirando e lasciando un'alone sul vetro a causa dell'umidità.

Sentii Felix sospirare, e venne a sedersi di fronte a me sul divanetto, mettendomi le mani sulle ginocchia.

"Ti conosco troppo bene, cos'hai?" chiese di nuovo con premura.

Io lo fissai per buoni 10 secondi poi decisi di parlare.

"Sono stata a casa di Delphine, ieri!" dissi tornando a guardare fuori.

Lui rimase sorpreso da quella scoperta e sgranò gli occhi.

"Tu, cosa?" disse incredulo il mio amico.

"Si, l'indirizzo che mi ha mandato la DYAD era casa sua!" lo dissi un po' alterata.

"Oh..." uscì solo dalle grosse labbra di Felix. Poi sorrise.

"Beh, deve essere un bene" mi disse sorridendo.

Tornai a fissarlo questa volta corrucciando il viso. Mi misi a braccia conserte e decisi di dirglielo.

"Ci siamo baciate!" Lo dissi con un po' d'imbarazzo.

Lui mi guardò sgranando nuovamente gli occhi e cominciando a sorridere.

Fece un urletto dettato dalla sua felicità e mi rispose :

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