Capitolo quattro

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Finalmente il primo giorno di scuola è finito, cammino velocemente verso il mio armadietto, che sfortunatamente si trova vicino al bagno dei maschi, lo apro, e prendo tutti i libri che domani non servono, e mi dirigo all'uscita, a testa bassa e stando attenta a non andare addosso a nessuno. Sono riuscita nel mio intento, oggi splende un bel sole, sembra sia ancora estate, ed io ne approfitto per farmi una passeggiata verso casa, metto così le cuffiette e alzo il volume al massimo, se devo ascoltare la musica, la ascolto bene!
Ripenso alla mia giornata mentre gli uccellini cinguettano fastidiosamente, il che è strano che io li senta, visto che sto ascoltando Albatrox a tutto volume ... Jek dopo la mia figuraccia, si è limitato a ridere, secondo me non ha capito cosa volevo fare, visto che mi ha dato della svampita, e non ha fatto altro che chiedermi a cosa stessi pensando da indurmi a perdere la concentrazione e così a cadere dalla sedia.
Senza rendermene conto sto già imbucando il vialetto di sassi bianchi di casa mia, quest'ultima è molto piccola, ci sono solo due camere da letto ( una per me è una per il mio papà ), due bagni minuscoli, un salottino piccolo con la TV che spesso mio padre scambia per SUO PERSONALE UFFICIO, e una cucina piccola piccola, che noi praticamente non usiamo mai, visto che nessuno dei due sa cucinare, ci limitiamo perciò , a ordinare, spesso cibo da ristoranti, pizzerie e rosticcerie. Questa casuccia è perfetta per noi, e poi è unica, perché ogni parete di ogni stanza è dipinta diversamente : il salotto è verde acqua, la cucina bianca, il bagno di papà verde e il mio di un rosso scarlatto, la mia camera è viola mentre quella di papà grigia, l'abbiamo fatta molto nostra, e nessuno si aspetterebbe una casa così vista da fuori, che è di mattoni marroni a vista molto scuri. < papà sono a casa > grido mentre richiudo la porta di ingresso dietro di me, e buttando a terra lo zaino, una voce spensierata mi risponde dal salotto, e non mi ci vuole molto per capire cosa stia facendo, come immaginavo è steso sul divano con un manoscritto in mano < questo fa schifo, la storia non ha senso, ed è tutto molto monotono, non ce la faccio più, questo lo boccio >, mi appoggio allo stipite della porta e incomincio a ridere, è stupendo e molto buffo mio padre quando è così concentrato su qualcosa, < io avrei fame >, dico con affare sognante, ho voglia di una bella bistecca con verdure, < ci sono degli spaghetti al pomodoro nella pentola in cucina, portali qui, che ti voglio leggere una storia piccola mia>, io mi limito ad annuire, adoro le storie che mi racconta, si inventa sempre qualcosa di nuovo. Apro la mensola in alto, sopra i fornelli e prendo due piatti di ceramica a pois neri e rossi, apro la pentola e con una forchetta tiro fuori quelli che dovrebbero essere spaghetti, a me sembrano tanto delle frittelle, è tutto molto appiccicoso, mi sa che mangerò a cena < mi è passata la fame > dico dirigendomi sul divano a fianco di mio padre, appoggio la testa sulle sue cosce e chiudo gli occhi, mentre mi lascio trasportare dalla nuova storia.
Mio padre mi sveglia <Ally su alzati, sono le quattro e tu hai gli allenamenti di calcio >, sembra strano, ma io gioco in una squadra di calcio femminile, e non sono neanche tanto male, gioco dall'età di sei anni, ho cominciato grazie a mio padre, che mi ha convinta a fare un allenamento nella squadra maschile del paese dove abitavamo allora, ho accettato di partecipare anche per dimenticare per qualche minuto, l'abbandono di mia madre, se n'è andata via così, non mi ricordo tanto di lei, ma ho una sua foto nel portafoglio, che porto sempre con me, per ricordarmi della donna che mi ha messa al mondo, tralasciando il fatto che mi abbia abbandonata così, senza una motivazione, ero una bambina così timida, e mio padre non sapeva come comportarsi con me, ma abbiamo rimediato subito dopo quell'allenamento, mangiando una pizza nel parco, è stato il giorno più bello della mia vita, è stato il giorno in cui ho dimenticato la mancanza di mia madre.
Il mio papà è come una mamma, mi aiuta, mi consiglia, mi asciuga le lacrime, e cerca di ascoltarmi sempre, anche quando parlo dei ragazzi per cui ho una cotta < è meglio non pensare ai ragazzi e concentrarti sull'unico uomo della tua vita, il tuo papà che ti vuole tanto bene > è l'unica risposta che mi da quando gliene parlo, ma non mi lamento.
Comunque scendo dal divano e corro in camera mia, mi infilo i pantaloncini corti e la maglia della squadra blu, poi metto i calzettoni e le scarpe con i  tacchetti di ferro, lilla delle Nike, lego velocemente i capelli in una coda alta e prendo la borsa con le cose per fare la doccia, e corro giù per le scale, abbraccio il mio papà ed esco, il campo da calcio dista venti minuti da qua, perciò è meglio se mi muovo se non voglio fare giri di campo in più quando arrivo a destinazione.
Non ci credo, è Jek quello che si sta avvicinando?! < beh ciao >, dice sorpreso squadrandomi da capo a piedi per poi sorridere < non ci credo, tu che giochi a calcio, non ti ci vedo proprio, e poi è uno sport da maschi, una bella ragazza come te...dovrebbe fare la cherleeder >, faccio l'offesa e mi avvicino dicendo < noi ragazze possiamo fare tutto ciò che potete fare voi maschi, l'unica differenza è che noi lo facciamo meglio! Dovresti venire a vedere una mia partita, e poi puoi giudicare > lo guardo a mo di sfida < ok allora, vengo a vederti giocare >, < sabato, iniziamo il campionato sabato, fatti trovare sugli spalti esattamente alle 14:30, per una lezione di calcio> dico facendogli l'occhiolino e sorpassandolo per avviarmi verso il campo.
Appena arrivo July e Camila mi saltano addosso, e mi riempiono le guance di baci < ragazze ragazze, ok basta mi siete mancate anche voi > ammetto ridendo e staccandomi dai loro abbracci appiccicosi < ci sei mancata troppo, come è andata nel Sud Caroline? >, sono andata li per le vacanze estive ed è stato bellissimo, il mare, il sole, la spiaggia, e poi il gelato , che è il mio cibo preferito, era una cosa sublime < benissimo > rispondo con un sorriso enorme, queste due matte sono le mie migliori amiche, July è alta qualche centimetro più di me, ha la frangia che gli copre un po' la fronte sporgente, e ha i capelli rossi, con delle bellissime lentiggini che gli circondano gli zigomi alti, è una ragazza molto bella e i suoi occhi da cucciola indifesa castani, farebbero ammattire anche l'uomo più cattivo del mondo. Camila invece ha i capelli neri e lunghi fino sopra il fondoschiena,è molto alta e ha gli occhi azzurri, spesso è lunatica, antipatica e non ha mai voglia di divertirsi, noi la chiamiamo LA ROMPISCATOLE,ma è una ottima amica, ci ascolta e ha sempre delle idee mitiche in quella testolina.
Lo so che ho scritto nella mia lista di quest'anno 'trovare una migliore amica', il punto è che ho bisogno di una migliore amica a scuola, che mi aiuti a fare amicizia più facilmente anche con gli altri, e che mi stia vicino durante i drammi scolastici, visto che le mie due migliori amiche frequentano la mia vecchia scuola superiore, loro stranamente si sono trovate bene, ma io proprio no, è strana questa cosa, visto che noi siamo praticamente d'accordo su tutto.
Durante il riscaldamento, decido di raccontare la mia giornata alle mie vecchie amiche, la loro risposta: < uuu questo Jek lo devo conoscere, mentre Harry lo voglio solo guardare molto da vicino >, dicono ridendo. Che spiritose proprio. Poi loro mi raccontano i guai con la miss perfezione Susan, che ha fatto in modo che io passassi due anni da incubo nella mia vecchia scuola , e di Micol, il mio ex. É uno dei tanti motivi per cui ho cambiato scuola, io e Micol eravamo compagni di classe, lui era il solito bel ragazzo biondo con gli occhi azzurri tutto muscoli, poteva guardarti e farti sciogliere, ed è ciò che è successo a me. Il perché ci siamo mollati?
Non sono mai stata una ragazza da feste e da discoteca, ma ammetto che mi piaceva andarci con lui, stavamo ore ad abbracciarci sulla pista da ballo, non c'era bisogno di baci o di andare oltre, noi stavamo così bene senza fare nulla, peccato che lo pensavo solo io, perché proprio una sera in discoteca, lui ha avuto la faccia tosta di ballare con Susan e di portarsela in bagno, sapeva che io ero li, ma non credeva che lo stessi guardando. Non ci potevo credere, e allora, con le lacrime agli occhi e con la mano tremolante ho aperto quella stupida porta del bagno delle donne della discoteca, e vicino al lavandino c'era Micol tra le gambe di Susan, io non ci ho visto più, sono scappata via correndo, con le mani in viso perché non volevo che mi vedessero così vulnerabile, sono sempre stata una persona molto dolce e romantica, che credeva nel principe azzurro, purtroppo a questo mondo esistono solo rospi.
Da quello che mi ha detto Camila adesso stanno insieme, è tutto ciò mi fa stare ancora più male, mi ero legata così tanto a quel ragazzo, da dipendere da lui in modo costante, infatti per un breve periodo mi sono chiusa in lui, ma questo è un ricordo che non mi va di tirare fuori proprio adesso, la ferita è ancora aperta, e fa male.
Finito anche l'allenamento di calcio, mi fiondo in spogliatoio a fare una doccia, per poi rivestirmi e tornare a casa < Ally > , mi chiama July come se potessi scappare, io allora mi giro con viso preoccupato < vieni con noi a ballare sabato dopo la partita ? Sai ci sarà anche Micol e gli farai vedere di essere andata avanti, magari puoi invitare qualche tuo amico carino > mi dice la pettegola che mi ritrovo di fronte , < no e poi no, non lo voglio rivedere, non dopo quello che mi ha fatto ! > e lei < guarda che è stato tutto molto meglio così, ti ricordi quando ti ha violentata perché... > non la lascio finire di parlare, perché mille ricordi mi riaffiorano la mente, e sto per ricominciare a piangere < appunto, non posso vederlo, mi farebbe troppo male, e se poi si avvicina, io non riesco a controllarmi > ammetto trattenendo le lacrime per poi girarmi e scappare a casa.

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