Capitolo dieci

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Per mia sfortuna, vado a scontrarmi con qualcosa di duro prima di rientrare nel bar, non so bene che cosa è o chi è, so solo che sono un'altra volta a pancia all'aria dolorante. < hey tutto bene bambina? > mi chiede una voce familiare tirandomi su per un braccio. Lo conosco da poco, ma la sua voce la riconoscerei tra milioni, < si > dico poi alzando la testa per guardare negli occhi Harry, < certo che sei molto sbadata...anzi penso che tu lo faccia apposta a venirmi addosso, lo so di essere irresistibile, e che tu troveresti qualunque scusa per starmi vicino >, dimmi che è uno scherzo? Che non lo pensa veramente, e che fa tutto ciò perché è orgoglioso...< ti piacerebbe è che fosse così, ma vedi io non sono come tutte le altre ragazze, non mi lascio incantare da quei tuoi meravigliosi occhioni blu >, dico poi allungando la mano e passando le mie dita tra i suoi capelli scompigliandoli,che sembrerebbe un gesto dolce, ma in realtà lo voglio solo provocare un po', così accenno anche il mio sorriso furbetto. Ma cosa ho fatto ? E soprattutto che mi è saltato in mente di dirgli che ha dei bei occhi?
Lui però,è rimasto senza parole, per questo gesto e continua a guardami la mano con la quale l'ho appena toccato , è la prima volta che penso di averlo battuto. Forse ho parlato troppo presto, perché ha nuovamente spostato lo sguardo sui miei occhi, e grazie a un piccolissimo raggio di sole che si è fatto spazio tra le nuvole grigie di Boston, riesco ad intravedere anche delle pagliuzze dorate che gli circondano l'iride, penso di essermi incantata, < come no >, dice poi interrompendo il silenzio che si era creato tra di noi. < chi era ? > chiede con tono serio, cambiando argomento, in questo momento non mi va di litigare, e allora gli rispondo senza troppi problemi < mio padre >, mi mette timore il modo con cui mi continua a fissare < e perché ti ha chiamata? >, questo ragazzo gli affari suoi proprio non se li sa fare. < perché devo tornare a casa > gli rispondo sorridendo leggermente...< ah ho capito, tuo padre è il solito rompi cazzo, ossessionato dall'idea di famiglia perfetta...fammi indovinare ti aspetta a casa perché tu, lui, tua madre e una tua probabile sorella, dovete andare a fare visita sia ai nonni paterni che a quelli materni questo pomeriggio, recitando la parte di famiglia ideale >, con queste parole mi ha colpita e affondata, come può giudicare una persona senza prima averla conosciuta? E soprattutto, come osa nominare mio padre ? Questa non la passerà liscia...lo odio con tutta me stessa. Stacco lo sguardo da lui, e al posto del sorrisetto che avevo accennato prima, faccio una smorfia di disprezzo e mi avvicino alla porta del locale, lui subito mi prende il polso e mi fa girare bruscamente facendo rincontrare i nostri occhi e dicendo < cos è ti sei offesa bambina, la verità fa male, ah no aspetta la tua vita è completamente perfetta, tu non sai neanche cosa vuol dire stare male >, non mi trattengo più, non posso sempre fare la parte della forte, perché non lo sono, o almeno non lo ero!
lo sono diventata crescendo, alzando intorno a me un muro e lasciando all'esterno ogni fonte di paura e di terrore, come anche l'amore e la felicità, ma non so come questo ragazzo conosciuto da pochi giorni, lo ha frantumato, lasciando pochi residui di coraggio sul fondo. Una lacrima mi riga il viso e i miei occhi si arrossiscono pericolosamente:< tu no sai niente ne di me né della mia vita > dico scoppiando a piangere < non ho fratelli ne sorelle, questo perché mia madre se ne andata di casa prima che potesse mettere al mondo qualcun altro quando avevo appena compiuto cinque anni e i nonni chi li ha mai visti?! Vivo da sola con mio padre che è l'uomo più forte che conosca e so che non possiamo sembrare la famiglia ideale, ma cavolo preferirei avere solo il padre, che mi ha cresciuta teneramente non facendomi mai mancare niente, che avere due genitori che hanno cresciuto una persona come te : stupida, stronza e insensibile !> , ecco mi sono liberata, gli ho detto tutto ciò che ho sempre pensato di lui. Mi guarda perplesso e forse un po dispiaciuto, mi lascia il polso e abbassa lo sguardo, mentre io giro i tacchi e rientro nel bar, asciugando tutte le lacrime.

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