17º capitolo

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Il viaggio in macchina con Hope sembrava non finire mai. Lungo ed estenuante, i secondi sembravano ore e avevo così tanti pensieri che la testa mi scoppiava. Mi ero comportata da stronza immatura lo sapevo e sapere di essermi comportata in quel modo davanti a Cam mi torturava. Era impossibile che qualcuno comprendesse le mie stranezze ma non potevo farci niente. Nessuno capiva come mi sentivo per questo avevo bisogno di Jhonny. Quando arrivammo nella nostra stanza iniziai subito a fare i bagagli. Dovevo assolutamente vederlo. Continuavo a tremare tutta mentre il telefono non la smetteva di squillare. Non avevo tempo adesso per spiegare tutto a Luke. Non parlai nemmeno con Hope nonostante continuasse a tormentarmi di domande. Sono una stronza.
Presi tutto e uscii dal campus. Dovevo tornare a "casa".

Non so quante volte ho rischiato di morire in qualche incidente questa sera. La velocità mi sembrava sempre molto poca. Era ormai notte fonda quando arrivai a Phoenix. Ero stremata, le gambe non mi reggevano e gli occhi mi si chiusero non appena parcheggiai nel vialetto di casa.
Mi svegliai con un rumore in testa, ma dove cazzo sono? Mi stropicciai gli occhi e mi accorsi di essermi addormentata in macchina mi guardai intorno e vidi mia madre guardarmi fuori dal finestrino. Quando scesi ovviamente mi attaccò subito.. Come al solito!
"Hai guidato di notte mentre eri ubriaca e non ti reggevi nemmeno in piedi per entrare in casa? Ma che ti passa per la testa Holly!!! Cosa abbiamo sbagliato io e tuo padre? Eh?"
Mi guardava con così tanto odio che mi vennero i brividi
"Io non bevo più mamma.. Lo sai" le dissi alzando gli occhi al cielo. Ok in realtà non era vero ma non mi sarei mai messa a guidare per ore ubriaca, per tornare a casa poi.
"Mi deludi ogni giorni di più, fallita" si girò su i suoi tacchi 12 e se ne andò lasciandomi li da sola.
Ormai avevo fatto abitudine alle parole "dolci" di mia madre. Sbuffando presi le valigie ed entrai in casa. Quel profumo familiare mi fece vomitare appena in tempo mentre entravo in bagno. Troppi ricordi tristi, troppe delusioni,pianti, grida c'erano state in questa casa. Che dovevo fare per essere accettata dai miei genitori? Almeno da loro non essere considerata una nullità. Dopo essermi fatta una doccia veloce mi buttai sul letto e fissai il soffitto.
Mi venne in mente la mia psicologa. In tutte le sedute che avevamo fatto mi aveva detto che mi rifiutavo di ricordare pezzi importanti di quella sera. Che il mio subconscio non voleva rivivere quei momenti. Che c'era qualche particolare di quella sera che non volevo ammettere nemmeno a me stessa.
Non avevo fatto mai tanto caso a quelle parole. Le immagini di quella sera erano sempre le stesse nella mia mente ma se avesse ragione? Se non mi fossi mai soffermata su qualcosa che in realtà sono sicura di aver visto? Che strazio..
Nemmeno il mio cervello sembra andar d'accordo con me. Mi alzai dal letto quando suonarono alla porta. Andai ad aprire con il cuore in gola. Un ragazzo che somigliava molto al mio migliore amico era di fronte a me. Ma questo era più uomo. Una lunga barba e dei capelli disordinati e lunghi incorniciavano quel volto. Molto abbronzato e anche il modo di vestire era diverso. Si poteva cambiare così tanto in pochi mesi? Nessuno dei due riusciva a parlare ma continuavamo a fissarci. Presi coraggio dopo aver studiato meglio il suo volto , gli occhi erano sempre quelli; emanavano La stessa luce di sempre
"Jhonny?" Dissi con voce tremante.
Il suo sguardo si spostò dai miei occhi e fissò le sue scarpe
"Ciao Holly".
Lacrime calde iniziarono a scendere sul mio viso mentre il mio amico mi guardò di nuovo.
"Jhonny" ripetei con un sorriso senza smettere di piangere
"Piccola mia" disse e mi abbracciò.

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