Hope non la smetteva più di parlare! Mi ha raccontato tutta la sua vacanza in Svizzera! Anche quando entrava in un bar a fare pipì. Ci siamo addormentate con le lacrime agli occhi e mal di stomaco per il troppo ridere! È quasi l'alba quando mi sveglio da un incubo. Anzi dall'incubo. È sempre lo stesso. Non sapendo cosa fare mi infilo le scarpe da ginnastica ed esco per una corsetta mattutina. Il campus è ancora vuoto. Ieri sera hanno dato svariate feste prima dell'inizio del semestre o almeno così dice Hope. Dovrei trovare una caffetteria. Si le porterò la colazione anche se già so la sua reazione. Sembrerà una bambina che va per la prima volta al luna park. Quel pensiero mi fa sorridere. In un lampo di tempo brevissimo mi ritrovo stesa a terra con il viso schiacciato sulle pietre del vialetto. Fantastico! Mi metto seduta per riprendere fiato. I miei leggings sono strappati sul ginocchio e un po di sangue inizia a scendere sulle gambe fino alla caviglia. cerco di rimediare a quella colossale figura di merda anche se so che nessuno mi abbia visto. Tutti staranno ancora dormendo. Sento dei passi pesanti e le pietre scricchiolare. Non ho intenzione di alzare lo sguardo finche qualcuno non si inginocchia affianco a me. "Ehi tutto bene? Ti sei fatta male?" Non ho bisogno di una babysitter me la cavo benissimo da sola penso. "Sto bene" dico alzando lo sguardo. Quando incontro quegli occhi mi sembra di assistere a un deja-vu. Li guardo bene e lui guarda me confuso. "Oh merda" distolgo lo sguardo e cerco di rimettermi in piedi. Non era un deja-vu erano quegli occhi che mi hanno imbambolata quando sono rimasta bloccata nel traffico. Sono così strani. Non avevo mai visto occhi di quel colore. Hanno così tante sfumature di verde che ti ci perdi dentro solo per distinguerli. Sento il ragazzo ridere e piegarsi in due con le mani sulle ginocchia "casinista non vorrai mostrarmi il dito medio anche oggi!" E continua a ridere finchè il suo sguardo non cade sul sangue che ormai gocciola senza fine "vuoi che ti porti in infermeria? Hai bisogno di qualcosa?" È così serio adesso che sembra quasi sentirsi in colpa per aver riso di me. "Si penso che morirò dissanguata" mento con l'espressione più preoccupata che riesco a fare. Sgrana gli occhi "davvero?? Ti..ti senti così male?" Mi mordo il labbro per non scoppiare a ridere "già, ora peró vattene a fanculo" mi sistemo i lacci delle scarpe e ricomincio la mia corsa. Mentre mi allontano lo sento ridere. Quando entro in caffetteria l'aroma del caffè mi sveglia di colpo." Ehi tu! Questa non è l'infermeria" mi informa un ragazzo che mi guarda la gamba insanguinata. Mi ricorda molto Jhonny. È alto, capelli scuri ricci, occhi scuri e labbra carnose. Ha un accento strano giurerei che è italiano o francese. "Emm davvero non è l'infermeria? Ho sbattuto la testa così forte che mi sento un po confusa!" Lo vedo muoversi a disagio avanzando verso di me. È diventato bianco in viso. Sembra che stia morendo "Ei ei ei tranquillo ti sto prendendo per il culo. Non sapevo che siete deboli di stomaco voi di Flagstaff. Non hai mai visto un po di sangue?" Gli faccio l'occhiolino sorridendo e lui mi guarda sbalordito. Inizia a sorridere e scuote la testa. "Non ci credo. Stavo per morire io, d'infarto però. Comunque piacere io sono Aaron White" "Holly Prince, piacere" sorridiamo quando il mio sguardo finisce sull'orologio attaccato alla parere "Merda, è tardissimo devo andare" sono stata più di due ore fuori e il campus inizia a popolarsi di ragazzi. Non voglio finire sul giornale della scuola con uno stupido articolo che racconta di come qualcuno abbia tentato di uccidermi. Prendo i caffè al volo e scappo verso la porta È stato un piacere Holly Prince" mi dice il ragazzo. mi giro a guardarlo "Lo stesso vale per me Aaron White" lo lascio la nel mezzo di una caffetteria mentre io scappo verso la mia stanza. Quando entro trovo Hope seduta sul pavimento intenta a disfare i bagagli. Ha portato 8 valigie . Dico come si fa a portare 8 valigie di cui 3 strapiene di scarpe?. Appena mi vede il sorriso scompare lasciando posto a un'espressione di terrore. "Che.. Che ti sei fatta?" Mi guardo la gamba inzuppata di sangue "oh niente hanno cercato di uccidermi in caffetteria ma sono stata più veloce di loro" mi guarda sbalordita penso stia per svenire "cosaaaaa??? Perchè vogliono ucciderti??" Scoppio a ridere e mi accascio sul pavimento senza smettere "perchè dicono che una coinquilina come me che esce all'alba per portarti il caffè senza nemmeno conoscerti è una specie rara" Guarda i caffè bollenti che ho tra le mani e inizia a ridere. "Penso che abbiano ragione" si alza e mi abbraccia forte.Con quell' abbraccio sento parlare il mio cuore "Tu non sei una minaccia. Non ho paura di starti così vicino. Posso rilassarmi, sentirmi a casa. Sono protetto, e qualcuno mi comprende". Si dice che quando abbracciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita. Nessuno è troppo grande per un abbraccio. Tutti vogliono un abbraccio. Tutti hanno bisogno di un abbraccio. Si stacca da me "Sono solo scivolata, tranquilla" mi sorride e mi fa sedere sul letto "Ho un kit di pronto soccorso" inizio a ridere. In un solo giorno ho capito che il suo livello di ipocondria è ad un livello alto. "Non serve grazie". inizio a fissare tutte quelle scarpe "Hope non credi che siano un po esagerate" gliele indico "voglio dire non avrai mai tempo per indossarle" le guarda poi torna a guardare me "Ci sono due cose di cui non ne hai mai abbastanza. Buoni amici e buone scarpe"
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Crazy Again
Random"Non sono gli anni della tua vita che contano ma la vita che c'è stata nei tuoi anni" Holly era nata casinista. Forse per la mancanza di attenzione da parte dei suoi genitori. Voleva attirare la loro attenzione in qualunque modo ma era riuscita sol...