Piero's pov
"È tuo figlio?" chiesi
Lei non rispose, ma sul suo volto comparve una strana espressione misto tra lo spaventato e lo stupore, chissà quante volte se l'era già sentita chiedere in questi mesi e ormai non sapeva più cosa dire.
Il suo silenzio devo dire mi stava un po' spaventando, il fatto che avesse un figlio avrebbe potuto cambiare il tipo di rapporto che si sarebbe instaurato tra di noi, io volevo ancora conoscerla bene , vedere la vera lei e magari diventare più che amici, anche se aveva già un figlio, a me i bambini erano sempre piaciuti e mi sarei occupato senza problemi di un figlio che non era mio pur di stare con lei . Non sapevo però se lei in questo momento voleva qualcuno al suo fianco, se era pronta per una nuova relazione o se preferiva stare da sola e crescere il suo bambino. Neanche il tempo di riformulare la domanda che il bambino ricominciò a piangere. Lei inizio a camminare avanti e indietro per il terrazzo cercando di calmarlo senza risultati. Il bambino non aveva intenzione di smettere e lei non sapeva più che fare dopo che lui le aveva rifiutato il ciuccio.
"Dallo a me" dissi teneramente alzandomi.
Lei era un po' incerta sul dal farsi, ma alla fine me lo diede in braccio nella speranza che si calmasse.
Presi in braccio quella creaturina che avrà avuto poco più di sei mesi, era così piccolo e indifeso che faceva tenerezza.
Iniziai a cullarlo piano tra le mie braccia e il suo pianto diminuiva sempre di più, presi il ciuccio,che era attaccato alla tutina, che lui accetto subito, poi prese il mio pollice tra le sue manine piccole piccole e vidi i suoi occhi chiudersi pian piano.
Lei mi guardava incredula, chissà quante volte aveva lottato per farlo addormentare facendo su e giù per la casa per ore, provando ogni metodo possibile immaginabile spesso senza ottenere risultati e invece io ero riuscito a farlo star buono nel giro di dieci minuti, mia mamma aveva ragione quando diceva che avevo un dono con i bambini e che in futuro sarei stato un ottimo padre.
"Come hai fatto?" chiese lei piano per paura di svegliare il piccolino che dormiva tra le mie braccia.
"È uno dei miei pregi" risposi sorridendole
"Beato te non sai quanti notti in bianco ci siamo fatti io e Federico per cercare di calmarlo" disse
Aspetta non dirmi che Federico era il padre, questo spiegava il perché l'aveva chiamata principessa prima però se fosse così la conversazione che avevo sentito prima e l'invito di oggi non avevano molto senso.
"Dov'è il suo lettino?"chiesi
"Oh si scusa vieni con me"
Riprendemmo il corridoio di prima e non molto lontano c'era la cameretta del bambino. Lentamente misi il piccolino nel suo lettino senza svegliarlo e poi mi voltai verso di lei che era rimasta fuori dalla stanza a guardarci e notai un leggero sorriso sul suo volto . La raggiunsi e ci incamminammo di nuovo verso il terrazzo, ma lei qualche metro prima si fermò per poi voltarsi verso di me.
" Non è mio figlio" disse
Ora ero più tranquillo. E allora chi era?
"È mio fratello" continuò chiudendo gli occhi da cui uscii una lacrima.
"Ah e i tuoi genitori dove sono?" chiesi leggermente confuso, perché non c'erano loro ad occuparsi del piccolo? Erano forse andati in vacanza per qualche giorno da soli e avevano lasciato a lei il compito di occuparsi del fratello? Però perché prima aveva detto che aveva passato tante notti sveglia con Federico per calmare il piccolo Edoardo, sapevo il suo nome perché era scritto sopra il suo lettino. Poi capii che forse non avrei dovuto fare quella domanda dopo aver visto le lacrime scendere interrottamente sul suo viso.
Io in quel momento mi sentivo tutti i muscoli bloccati, che idiota che ero stato, non sapevo cosa fare se andare da lei, stringerla forte a me e consolarla o lasciare che smettesse di piangere da sola.
"Se ne sono andati cinque mesi fa...e non torneranno più" disse dopo un po' lasciandosi scivolare lungo il muro del corridoio,il pianto si fece più forte trasformandosi in singhiozzi, le gambe le teneva strette a se, vederla così mi fece male e a quel punto reagii.
Mi avvicinai a lei e mi sedetti al suo fianco, con un braccio la attirai a me per poi avvolgerle il braccio attorno alle spalle, lei piano abbasso le ginocchia e appoggiò il viso sul mio petto mentre con una mano stringeva il tessuto della mia camicia. Le accarezzai piano i capelli fino a quando i singhiozzi iniziarono a farsi più deboli anche se le lacrime continuavano a scendere. Con la mano che avevo libera le alzai piano il volto, i suoi occhi erano tutti rossi a causa del pianto e con il pollice le asciugai alcune lacrime che minacciavano di scendere lungo le sue guance che di lacrime ne avevano già viste molte .
"Hei basta piangere i tuoi genitori non ti vorrebbero vedere così, ci resterebbero solo male se loro sapessero che sono la ragione della tua tristezza. Loro vogliono vederti felice, lo so che non è facile perdere le persone a noi care, ma bisogna farsi forza e andare avanti, realizzare i nostri sogni perché è quello che vorrebbero anche loro. Tu specialmente devi essere felice per il tuo fratellino perché se tu sei triste lui se ne accorge e piange con te, come prima. E ricordati che loro da lassù vi stanno guardando e non vi lasciano soli" dissi
E poi la distanza tra noi due iniziò a ridursi sempre di più, fino a quando i nostri volti furono a pochi centimetri di distanza, rimasi fermo con gli occhi puntati nei suoi per vedere se cambiava idea perché ancora non si era tirata indietro,nonostante avesse capito cosa stava per succedere. Vedendo che lei non faceva niente mi avvicinai ancora più a lei fino a quando le mie labbra non toccarono le sue. Era un bacio semplice, ma bello.
Mi spinsi forse un po' troppo, però non ci rimettevo nulla così provai a premere più forte sulle sue labbra che lei schiuse leggermente per permettere alla mia lingua di entrare e approfondire il bacio.
Fu un bacio diverso da tutti gli altri eppure di ragazze ne avevo baciate tante sia che mi interessassero veramente sia per "divertimento", ma nessun bacio mi aveva impresso come questo. Non era uno di quelli ricchi di passione ma era dolce e lento.
Dopo un po' mi staccai, lei abbassò lo sguardo e non disse niente. Allora io mi alzai e le porsi la mano per aiutarla a tirarsi su che lei timidamente afferrò.
"Oddio ti ho bagnato la camicia" disse vedendo la macchia, dovuta alle sue lacrime, sulla mia camicia.
"Fa niente l'importante è che tu stia meglio" dissi sorridendole
"No non va bene per niente, non ti lascio stare con la camicia sporca per colpa mia, dammela che te la lavo così quando vai via la hai pulita" disse
A quella sua affermazione la guardai confuso.
"Ti darò una maglia di Ico da tenere mentre stai qui" aggiunse
E poi il gesto successivo mi sorprese, lei prese la mia mano e la strinse alla sua per poi accompagnarmi fino alla lavanderia dove lascio la mia mano per aprire il cassetto della grande cassettiera appoggiata al muro dal quale tiro fuori una maglietta nera con tre bottoncini all altezza del collo e una piccola renna bianca su un lato.
Mentre lei cercava nella cassettiera iniziai a sbottonarmi la camicia, così quando si voltò con la maglietta in mano io le porsi la mia camicia.
La vidi deglutire, era leggermente imbarazzata dalla situazione e cercò di nascondere questo suo imbarazzo fingendo un sorriso e la cosa mi diverti ancora di più.
"Grazie " dissi prendendo la maglia dalle sue mani.
"Em...di niente" disse mentre le guance le si colorivano di rosso.
Lei prese la mia camicia e fece partire la lavatrice e poi poso di nuovo quei suoi bellissimi occhi verdi su di me che nel frattempo mi ero rivestito.
E poi mi ritrovai le sue labbra sulle mie, e la cosa mi stupii insomma lei mi aveva appena baciato di sua volontà, quando durante i nostri incontri precedenti aveva cercato di farmi capire che non era interessata a me.Per tenerla più stretta a me le misi un braccio dietro la schiena, ma venimmo presto interrotti.
"Siamo tornati" disse qualcuno
Al suono di quella voce in lontananza lei si staccò di colpo e usci dalla stanza correndo senza dire niente, come se niente fosse, lasciandomi in stato confusionale perché adesso la mia mente stava cercando di capire questo suo comportamento. Mi diressi verso l'entrata per vedere una scena che avrei voluto evitare. Lei in braccio a Federico che la teneva ben stretta a se, e le domande mi vennero spontanee: che rapporto c'era tra quei due? Una grande amicizia o qualcosa di più?
Dopo un po' lui la fece scendere e lei andò a salutare Ben con un bacio sulla guancia.
"Ciao Piero ti ha trattato bene questa qui?"disse indicandola
"Sì benissimo" dissi
"Ma tu prima non avevi una camicia?" chiese poi leggermente confuso
"Sì ma bevendo mi sono macchiato e Corinne ha insistito per lavarla"
"Ah okay"
"Ico gli ho dato una tua maglietta spero non ti dia fastidio" intervenne lei
"No nessun problema tesoro" disse lui sorridendole.
"Che ne dite di mangiare qualcosa?"propose Ben
"Oh sì sapete cosa mangerei molto volentieri? La pasta con le cozze che fa sempre Ben quando andiamo alla casa al mare di Cervia con Zambo e Yuri" disse lei
"Piero tu cosa vorresti mangiare?" chiese gentilmente Federico
"La pasta con le cozze va benissimo"
"Okay vado a prepararla allora" disse Ben dirigendosi verso la cucina con le borse della spesa.
"Ico dove mangiamo fuori o dentro?" chiese lei
"Io direi di mangiare fuori nel terrazzo grande"
"Okay allora vado a preparare la tavola" disse lei dirigendosi in una parte della casa che ancora non avevo visto
"Federico dove posso trovare un bagno?" chiesi
"Un bagno? Vieni ti ci accompagno" disse andando nella stessa direzione in cui era andata lei.
Lui mi mostro dove potevo trovare qualsiasi cosa di cui avevo bisogno e poi se ne andò ad aiutare Ben in cucina.
Dopo essermi lavato le mani continuai a camminare lungo il corridoio, questa casa ne era piena, fino a quando non arrivai in un mega salotto da cui tramite una porta finestra si accedeva ad un enorme terrazzo circondato dal verde con vista sul mare.
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We Were Meant To Be Together~Il Volo
أدب الهواة"La vita a volte può essere difficile piena di ostacoli, ma bisogna essere forti, rialzarci e continuare a testa alta insieme alle persone che amiamo" Questa è la storia di Chloe, una ragazza che nel passato ha sofferto tanto, ma è pronta a ricominc...