Capitolo 4.

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Addison

"Allora,stai bene??"

Alzo lo sguardo per capire chi abbia urtato:la voce appartiene ad un ragazzo. È biondo,alto e magro,ha gli occhi castani ed il viso tempestato di lentiggini chiare..mi sta porgendo la mano. La afferro e lui mi aiuta ad alzarmi:"Si,grazie..mi dispiace,non volevo venirti addosso."
Lui mi sorride:"Non preoccuparti,a volte capita anche a me di non guardare dove cammino. Comunque io sono Carter."
"Addison,piacere." dico,sorridendo a mia volta. È così diverso da Jason..       
Lui mi avrebbe detto:"Ma guarda dove vai,stupida !" oppure "Certo che sei proprio un'imbranata,Quattrocchi!"
Ridacchio,pensando a cosa direbbe Jason se incontrasse Carter.
Lui assume un'aria curiosa e divertita:"Sono così buffo?"
"Smettila di fissarmi e ridere come una scema Quattrocchi,sei patetica."
Devo smetterla.
"Nono,pensavo solo alla figuraccia che ho fatto cadendo con il sedere nel marciapiede." mento.
"Ma figurati,anzi,direi che è stato un colpo di fortuna scontrarmi con te,sei più simpatica che distratta." dice Carter ridendo. Poi si fa serio,fissando il mio ginocchio:"Ehi,ti sei sbucciata il ginocchio.."
Ha ragione,sto sanguinando.
"Se vuoi ti accompagno in infermeria,in fondo sono in parte responsabile della tua caduta." dice. Ha un'aria dispiaciuta.
"Magari,grazie mille." rispondo sorridendogli.
Lui mi prende per mano e mi porta verso l'edificio con l'infermeria.
È così gentile..è uno di quei ragazzi con i quali sorridere ti viene spontaneo.

La sala dell'infermeria è bianca e fredda,la cosa più colorata che vedo è un poster del corpo umano. La donna che mi sta medicando è minuta  e molto magra,sembra quasi anoressica. Non sembra molto più grande di me.
Trasalisco,quando per sbaglio colpisce la parte ferita con il metallo della pinzetta.
"Scusa!! Sono qui da poco,devo ancora prenderci la mano." 
"Non preoccuparti."
Carter è appoggiato alla porta e guarda vigile il lavoro dell'infermeria. Arrossisco,al pensiero che si stia preoccupando tanto solo per un ginocchio sbucciato.
Sento la suoneria di un cellulare,è il suo. Lo prende,e appena legge il nome nel display si fa scuro in volto.
"Scusa Addy,torno subito."
Anche se è uscito fuori dalla stanza sento lo stesso qualche parola della conversazione:
"Si,si..lo so,è che non..senti,arrivo subito.Calmati! Tra due minuti sono lì."
Rientra nella stanza,e mi rivolge un sorriso tirato:"Hey,mi dispiace un sacco,devo andare via subito. È un problema?"
Beh,in realtà si..mi ha accompagnato lui in infermeria,e visto che il mio senso dell'orientamento è meno spiccato di quello di cieco non saprei come tornare al dormitorio.. Ma poi,chi diamine l'avrà chiamato?Ha un'espressione molto turbata.
"Tranquillo,se è importante vai pure. Io me la cavo." mento con un sorriso.
Nel suo volto si dipinge un'espressione di sollievo:"Sei grande,Addy! Ti chiamo presto." dice mentre si sporge verso di me e mi dà un bacio sulla guancia. Poi va via di corsa.

"Io avrei finito..non ti eri solo sbucciata il ginocchio,avevi proprio una brutta ferita!" mi dice poco dopo l'infermeria..non credevo che fosse una cosa grave:poggio la gamba a terra,ma mi fa molto male.
"Hai preso una storta." mi spiega lei,capendo il perché della mia espressione dolorante.
In quel momento qualcuno bussa alla porta:"Avanti!" urla l'infermiera.
Lui entra,e spalanco gli occhi per la sorpresa:è conciato maluccio,come se fosse appena tornato da una rissa:ha un taglio al labbro inferiore,uno in fronte e un livido nello zigomo destro;ha un fazzoletto avvolto stretto intorno al braccio,zuppo di sangue..non posso fare a meno di sentirmi preoccupata per lui.
Anche in questo stato è bellissimo..
Dio mio,ma che avrà mai fatto??
Lui guarda l'infermiera,si accorge di me solo dopo.
"Ehi Helga,mi servirebbe un po' di disinfettante per...Quattrocchi??        Che ci fai qui??"

Scusa se ti amo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora