Scusa se ti amo.

Capitolo 21

Jason

Sto letteralmente impazzendo. Io e Deborah abbiamo cercato Addy per tutto il sacrosanto giorno senza ottenere risultati. Sono stanco, sudato e sporco, ho i nervi a fior di pelle e sono preoccupato come non lo sono mai stato in vita mia.
"Magari nel frattempo è tornata in dormitorio e non ce ne siamo accorti." azzarda Maron ansimante.
Anche i ragazzi mi stanno aiutando nella ricerca, si sono affezionati tutti ad Addy..tranne Bren. Lui è sparito da ieri sera, non risponde nemmeno alle mie telefonate.
"No. A questo punto c'è una sola opzione, è uscita dal campus." sentenzio.
"Ma Addy non ha un'auto..non può essere andata lontana." dice Deborah.
"A meno che non sia uscita volontariamente.."
Merda. Temo più di ogni altra cosa che quello che penso sia vero. Ma devo necessariamente andare lì, lei potrebbe essere in pericolo.
"Jake, vai a prendere la macchina. Maron, tu ci accompagni. Chris e Deborah, voi rimanete qui e informatemi se dovesse tornare."
"Certo." risponde Jake allontanandosi.
"Ma dove vuoi andare?? Perdeste troppo tempo cercandola alla cieca." mi chiede Deborah afferrandomi il braccio.
Faccio un sospiro cercando di mantenere la calma: " Non la sto cercando alla cieca, so già dove andare."
"Va bene..chiamaci se ci sono novità."
"Anche voi."
Io e Maron saliamo in auto. Jake ha già messo benzina sufficiente per andare a Toronto e ritorno.
"Allora, dove andiamo?" mi chiede accendendo il motore.
"High Coast University. Più in fretta che puoi." dico stringendo i pugni.
"Amico.." Maron si gira verso di me con uno sguardo preoccupato..ha già capito.
"Non penserai che l'abbia rapita, vero Jason?" mi chiede Jake guardandomi dallo specchietto retrovisore.
"Non lo so, ma devo tentare."
"E se così fosse, che facciamo?"
Jake mette la prima e parte.
Fisso l'elastico per capelli che qualche mese fa avevo preso ad Addy, ancora nel mio polso. Mi si annebbia la vista, ma i miei pensieri diventano più chiari.
"Se così fosse, giuro che questa volta lo uccido con le mie mani. Mi ha già tolto Erika e mia sorella, non mi porterà via anche Addy."

Siamo arrivati alla High Coast.
È una bella università, ma l'utenza non è delle migliori: piena di figli di papà che senza i soldi e l'aiuto di qualcuno non resisterebbero un giorno..
Appunto.
Entriamo e vado nell'aula magna per chiedere informazioni.
Dietro la cattedra sta seduto un signore grasso e sudato in camicia e cravatta che sta timbrando dei moduli.
"Sa dirmi dove trovo il dormitorio maschile?" gli chiedo senza tanti convenevoli.
Lui  guarda me e i miei amici e alza un sopracciglio: " Voi siete studenti?"
"No." rispondo.
"Allora temo che non possa aiutarvi."
Sto per prendere la pazienza: "Senta. Ho fretta, quindi veda immediatamente di portarmi al dormitorio maschile se non vuole che le faccia mangiare tutto il grasso che ha in corpo." Gli urlo prendendo per il bavero della camicia.
"Quello che il mio amico intendeva dire" interviene Maron separandomi dal tizio "è che abbiamo intenzione di iscriverci, e ci piacerebbe visitare il dormitorio per farci un'idea dell'ambiente..vero, Jason??" dice fulminandomi con lo sguardo.
Faccio un respiro e cerco di far scendere il sangue dal cervello: "Vero, mi scusi ma ho avuto una giornata difficile."
L'uomo rimane impassibile: "I dormitori maschili sono nel settore B del campus." sentenzia dopo qualche minuto.
Ci precipitiamo subito lì.
Dopo mezz'ora riusciamo finalmente a trovare quel cazzo di dormitorio; siamo sudati, ansimanti e sfiniti, ma non ho ancora quello che mi serve.
Rifletto. Quella fighetta di Bel Air sarà sicuramente un tipo popolare dalle sue parti.
"Ehi amico, sai dirmi dove trovo la stanza di Carter Daniels?" chiedo nel modo più calmo possibile, rivolgendomi al primo ragazzo che incontro.
"Certo, è la 216, in fondo al corridoio." mi risponde lui sorridendomi.
Almeno una buon'anima che risponde senza fare domande è rimasta al mondo.
Eccola. Stanza 216.
"Ehi, Jason." Jake mi prende la spalla.
"Se è lì dentro, evita di ucciderlo per favore."
"Non ti vogliamo di nuovo dentro." aggiunge Maron.
Stringo il pomello della porta con tutta la forza che ho in corpo.
"..Ci provo." dico prima di bussare.