Gerard era sempre stato soddisfatto della sua vita. Aveva sempre avuto successo in tutto quello che faceva; gli studi erano andati alla grande, si era laureato in cinque anni esatti.
La sua vita sentimentale era sempre stata piena: aveva avuto almeno un centinaio di ragazze da quando aveva iniziato il college ma nessuna storia era stata seria. Gerard ci provava, ci provava davvero, ma non riusciva a far funzionare una relazione per più di un paio di mesi. Ma questo non lo preoccupava, anzi non ci aveva neanche mai pensato troppo, non gli importava un bel niente. Tutto quello che voleva era sfogarsi ogni tanto e a lui bastava entrare in un bar, appoggiarsi al bancone con un gomito, incrociare lo sguardo di una bella ragazza e quella nel giro di un paio di minuti era catturata.
Tutto merito del suo bell'aspetto.
Gerard aveva un fisico perfetto: non troppo magro, non robusto, era semplicemente perfetto. Il suo viso aveva dei lineamenti molto fini, quasi femminili, non aveva barba, perché ogni mattina se la rasava meticolosamente: non voleva avere l'aspetto di un uomo adulto, aveva solo 25 anni. I suoi capelli, neri, gli piacevano piuttosto corti.In realtà la storia delle molteplici ragazze era stata più che altro un'idea di suo padre. A lui non interessava molto uscire con qualcuno, ma se suo padre credeva che dovesse farlo probabilmente aveva le sue buone ragioni e Gerard era convinto che suo padre non sbagliasse mai.
Quella mattina, una tiepida mattina di primavera, Gerard si vestì molto elegante. Indossava un abito blu scuro, cravatta nera e in mano teneva una valigetta in pelle. Quello sarebbe stato il suo primo giorno di lavoro e doveva essere un successo. Non voleva deludere suo padre.
Non ci volevano più di venti minuti per raggiungere a piedi la banca di suo padre. Era un grande edificio grigio con un'enorme insegna lampeggiante in cima. Gerard era entrato più volte in quel palazzo quando era più piccolo, a suo padre piaceva fare sfoggio del suo più grande successo.
Usciti di casa, un'enorme villa a tre piani, padre e figlio attraversarono un viale alberato, la piazza principale, arrivarono nella via maestra della città, svoltarono l'angolo e si ritrovarono proprio di fronte al grande edificio.
"Buongiorno Signor Way"
"Salve Signor Way"
"Signor Way! È suo figlio questo?"Mille persone li salutarono quando furono dentro e Gerard si ritrovò costretto a stringere una miriade di mani prima di riuscire a farsi spazio e raggiungere insieme a suo padre il suo nuovo ufficio.
"Eccoci qui figliolo" disse suo padre aprendo una porta al quarto piano.
"Non è grandissimo, ma è l'ufficio migliore, dopo il mio naturalmente"Gerard entrò nella stanza. Il muro esterno non esisteva, al suo posto vi era un enorme vetrata che occupava tutta la parete. Da lì si poteva vedere tutta la città. Davanti c'era poi una scrivania antica, in mogano, con un'elegante poltrona che aveva l'aria di essere molto comoda. Dall'altra parte, di fianco alla porta e oltre il tappeto, vi era una grande libreria con al fianco un armadio.
"Bene Gerard, io ti lascio al tuo lavoro. Ti ho già spiegato quali sono i primi passi che deve fare un manager il suo primo giorno. Ti auguro una buona giornata, se dovessi avere bisogno, sai dove trovarmi" e con questo richiuse la porta dietro di sé, lasciandolo solo.
Veramente non ricordava dove si trovasse l'ufficio di suo padre. Quell'edificio più che una banca sembrava un labirinto.
Il suo primo incarico era quello di dirigere la sezione 'sportelli'. Non era un gran posto, ma era solo all'inizio.
Suo padre gli aveva detto che per prima cosa un manager doveva andare a conoscere i propri dipendenti se voleva diventare un vero leader ma Gerard non si sentiva un leader, lui era un tipo piuttosto insicuro e riservato, nonostante l'influenza esuberante e decisamente arrogante di suo padre. Ma lui non era così, anche se aveva sempre finto di esserlo per ottenere approvazione dalla famiglia.
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SCAR
Fanfiction(((FRERARD))) Frank e Gerard, due ragazzi dalle vite completamente opposte che si incontreranno, o meglio scontreranno all'improvviso, negli anni '40 del XX secolo. Il primo in cerca di indipendenza e di un posto nel mondo, il secondo plagiato da un...