CAPITOLO UNDICESIMO

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Frank ingoiò le pillole che l'infermiera gli aveva praticamente infilato in bocca, visto che il ragazzo non faceva che fissare la porta da dove era uscito Gerard. Frank non capiva come si sentiva. Credeva di odiarlo ma era anche felice che a qualcuno importasse di lui, o almeno così sembrava. Forse avrebbe dovuto dare una chance a Gerard Way, forse voleva davvero solo aiutarlo, però ogni volta che si trovava in sua compagnia non riusciva a non essere pungente e scontroso.

Il braccio era sempre uguale, non migliorava ma nemmeno peggiorava. Passarono diversi giorni noiosi durante i quali Frank si limitò a rimanere nella sua stanza, ingoiando pillole e facendosi iniettare un sacco di roba nelle vene.

Il dottore non faceva altro che chiedergli come si sentisse e come andasse il braccio.

"A me sembra sempre uguale" rispondeva Frank stancamente.

Un giorno il medico gli si avvicinò, gli prese l'arto e lo osservò da diverse angolazioni "Vede qui? Le diramazioni di necrosi si sono leggermente ritirate. Non di molto, ma è un'ottima notizia!"

Frank guardò meglio, e sì, in effetti notò piccoli lembi di pelle più chiara che aveva preso il posto di quella morta.

"Come è successo? Voglio dire, è da giorni che sono qui dentro tipo in quarantena, e non mi sembrava stesse migliorando. Perché ora tutto d'un tratto sto guarendo?" Chiese Frank stupito della nuova notizia.

"Non sta propriamente guarendo. Diciamo che almeno la necrosi non si è estesa, il che è già un ottimo risultato visto che espandersi è quello che fanno le necrosi. Ma da ieri a oggi c'è stato questo piccolo miglioramento, tutto merito del nuovo antibiotico" sospirò il dottore con aria sognante.

"Nuovo antibiotico? Pensavo steste usando sempre le stesse cose"

"Sì, è quello che abbiamo fatto, ma ieri abbiamo iniziato con quello nuovo. Lei è fortunato a potersi permettere queste cure, probabilmente è l'unico prodotto in grado di salvarle il braccio"

Frank era confuso. Lui? Potersi permettere quella cura? Evidentemente c'era un anello mancante in quella storia che gli impediva di capirne il senso.

"Scusi, ma io non ho autorizzato l'utilizzo di questo nuovo medicinale" Frank non ci stava capendo niente.

"Questo è impossibile. Vede, questo nuovo antibiotico è costosissimo, lo somministriamo solo a coloro che possono permettersi di pagarlo di tasca propria. Noi non lo diamo normalmente ai pazienti, è davvero troppo costoso" concluse il dottore.

"Io certamente non ho richiesto questa cura, non posso permettermela, quindi... non capisco proprio cosa stia succedendo" ribattè Frank ma in quel mentre entrò nella stanza l'infermiera.

"Qualcuno ha ordinato quel nuovo antibiotico per il signor Iero? Lui afferma di non averlo fatto, eppure nella sua cartella c'è scritto di trattarlo con quello" disse il dottore rivolto all'infermiera mentre quella sistemava il letto di Frank.

"Sì, non ci sono errori. Ieri ha telefonato un uomo dicendo che avremmo dovuto somministrare quell'antibiotico al signor Iero. Ha dato i suoi dati come garanzia" rispose la donna mentre stava ridando forma al cuscino.

"Con che diritto ha autorizzato questa cura? Non me ne aveva parlato nessuno" Sbottò Frank irritato per la disorganizzazione dell'ospedale.

"Be signor Iero, chiunque sia questo angelo misterioso, lei è fortunato. Da qualche parte deve avere un amico che tiene molto a lei se le paga questa roba costosissima" gli disse il dottore uscendo dalla stanza.

Frank si risedette sul letto, confuso. Possibile che quel Gerard Way avesse fatto questo per lui? Certo, aveva detto che lo avrebbe aiutato, ma non pensava che intendesse pagare tutto di tasca sua, dopotutto dei soldi glieli aveva già dati. Comunque, pensò, era meglio così. La nuova cura sembrava davvero funzionare e se le cose avessero continuato ad andare in quel modo il suo braccio sarebbe tornato a posto nel giro di pochi giorni.

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