CAPITOLO DECIMO

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Quando Gerard aveva chiesto a Mikey se fosse disposto ad andare con lui alla partita di golf, quello aveva accettato con entusiasmo.

"Ma sì, certo che vengo, sarà un' ottima occasione per conoscere i tuoi colleghi. Me li immagino già: lì sul prato con le loro mazze di ottanta tipi diversi, che scelgono accuratamente la posizione delle braccia per tirare mentre parlano di quanto fosse buono il caviale che hanno mangiato l'estate prima alle Hawaii. Sarà già tanto se riuscirò a non scoppiare a ridere in faccia a qualcuno. Sarà divertente" dichiarò il fratello allegro.

"Sì sai, sono esattamente quei tipi di persone. Con te lì sarà meno pesante. Ma non farmi fare figuracce ok?"

"Ma quali figuracce? E poi che ti importa scusa? Sono solo colleghi, non devono essere per forza tuoi amici"

"Già, però forse verrà una certa Lizzy e io apprezzerei ..."

"Ohoo, quindi c'è di mezzo una ragazza!" lo interruppe Mikey. "Tranquillo, niente figuracce o racconti d'infanzia imbarazzanti. Non è proprio il mio stile quello. Andrà benissimo" concluse il ragazzo.

Gerard sperava davvero che suo fratello non lo rendesse ridicolo davanti a Lizzy. Di solito non era uno che parlava troppo, ma era stato comunque meglio mettere in chiaro le cose.

Il giorno seguente passò lentamente. Gerard aiutò Mikey a ridipingere il bagno: anche se loro padre aveva insitito tantissimo per assumere un imbianchino loro avevano voluto farlo da sé. Non c'era sempre bisogno di farsi fare le cose dagli altri. Comunque alla fine arrivò l'ora di andare a dormire, e prima di coricarsi Gerard ricordò al fratello che la mattina dopo avrebbero dovuto alzarsi presto.

"Mikey! Mikey, sei sveglio?" Gerard bussò alla porta del fratello.

"Sì, sì, sono sveglio. Mi vesto e scendo"

Intanto Gerard preparò un paio di toast con la marmellata e due tazze di caffè, e dopo dieci minuti i fratelli Way erano seduti al tavolo che facevano colazione.

"Prendiamo un taxi?" Chiese Mikey sorseggiando la bevanda calda.

"Sì, direi di sì. Il club è troppo lontano per andarci a piedi"

Così, terminata la colazione, presero le borse e chiamarono un taxi che nel giro di un quarto d'ora li lasciò davanti all'entrata del campo da golf.

"Vieni, entriamo, probabilmente sono già tutti dentro" disse Gerard spingendo la porta a vetri e lasciando entrare il fratello.

"Hei! Gerard, siamo qui!" Il ragazzo si voltò: Mark si stava sbracciando nel tentativo di farsi vedere.

"Sembra simpatico" affermò Mikey con sguardo eloquente.

"Sì, be, lo è. In parte..."

"Un po' su di giri eh?"

"Esatto, sì"

I due fratelli raggiunsero Mark e Stephen che, come aveva previsto Mikey, avevano due borse per ciascuno stracolme di mazze di ogni genere.

"Andiamo?" Chiese Mark raggiante senza aver ancora notato Mikey.

"Mark, Stephen, lui è Mikey, mio fratello" lo presentò Gerard.

"Ah quindi sei tu il famoso Mikey Way! Ho sentito molto parlare di te! Soprattutto da tuo padre" affermò Mark.

"E cosa hai sentito di preciso? Vedi, mio padre non parla spesso di me, e se lo fa non dice buone cose" rispose Mikey, assumendo un'aria
incuriosita.

"Ma no ti sbagli! Sono sicuro che anche tu come Gerard ti sarai diplomato velocemente! Ora che università frequenti?"

Gerard lanciò un'occhiata al fratello, notando subito che non era scoppiato a ridere in faccia a Mark per miracolo, ma fu il solo ad accorgersene.

SCARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora