Capitolo 13

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Socchiusi gli occhi per vedere meglio e smisi quasi di respirare, quando riconobbi il corpicino di Ethan sdraiato sull'erba umida.

«Ethan!». Gridai, mentre mi stavo precipitando rapidamente verso di lui.

Quando gli arrivai vicino, cercai subito di svegliarlo, ma non dava alcun segno. Allora, mi assicurai che fosse ancora vivo, appoggiando la testa al petto per sentire se respirava.

Il suo piccolo petto si alzava e abbassava a ritmi regolari e il suo cuore batteva veloce. Era vivo.

Lo presi in braccio e lo avvolsi nella mia felpa, perchè non prendesse freddo. Toby, nel frattempo, mi aveva raggiunta.

«Grazie Toby» dissi, sorridendogli, anche se lui non era del mio stesso animo, anzi, ora mi sembrava piuttosto agitato.

«Adesso vai... » si raccomandò «... non voltarti mai indietro e non tornare mai più qui.» dietro alle lenti arancioni, notai che ebbe un tic nervoso.

Annuii e mi rialzai, ma prima che potessi allontarmi, disse un'ultima cosa... qualcosa che mi spezzò.

«Emily, non sei più al sicuro a Thur... appena ti è possibile, lascia il paese e allontanati».

Dall'inflessione della sua voce avevo capito che era piuttosto preoccupato, come se sapesse che qualcosa di brutto sarebbe potuto accadere di lì a poco.

Annuì e corsi via stringendo Ethan al petto, senza mai voltarmi indietro.

Quando tornai al bivio, David mi stava già aspettando e spalancò gli occhi, quando vide chi stavo tenendo in braccio. La sua fu un'esplosione di gioia nel ritrovare suo figlio. Lo prese in braccio e gli schioccò un bacio sulla fronte.

«Dove l'hai trovato?» domandò, quando iniziammo a incamminarci verso casa.

«Dormiva in mezzo a una radura.» risposi. Ovviamente, avevo deciso di omettere il piccolo dettaglio che qualcuno mi aveva aiutata.

Avevo salvato Ethan e questa era l'unica cosa che mi importava al momento, ma... mi sentivo amareggiata dal fatto che avrei dovuto lasciare Thur e avevo paura che adesso, l'uomo senza volto mi avrebbe dato la caccia.

Ero ancora sorpresa di come, in mezza giornata, la storia del salvataggio di Ethan aveva fatto il giro di tutto il paese. Ora, ero diventata la tata eroina che aveva salvato il figlio dei suoi vicini. Quando Ethan si era svegliato, avevano provato a chiedergli come mai si era allontanato in quel modo da casa sua. Tutto quello che aveva saputo dire era che non se lo ricordava. Aveva spiegato ai suoi genitori che ricordava solo il momento in cui era andato a dormire la sera e il momento in cui si era svegliato in braccio a suo padre.

Amelia e David avevano pensato che Ethan stava diventando sonnambulo e io, non avevo aperto bocca a riguardo. Io sapevo la verità, ma avevo deciso di non dire nulla. Mi avrebbero presa per svitata e avrei solo peggiorato la situazione per Ethan: era un bene che non ricordasse nulla dell'accaduto.

Doveva essere stata un'esperienza traumatica essere rapito in piena notte e portato lontano nel bosco...

Sospirai.

Ora, avevo un altro problema a cui pensare.

Ero ancora sorpresa di come, in mezza giornata, la storia del salvataggio di Ethan aveva fatto il giro di tutto il paese. Ora, ero diventata la tata eroina che aveva salvato il figlio dei suoi vicini. Quando Ethan si era svegliato, avevano provato a chiedergli come mai si era allontanato in quel modo da casa sua. Tutto quello che aveva saputo dire era che non se lo ricordava. Aveva spiegato ai suoi genitori che ricordava solo il momento in cui era andato a dormire la sera e il momento in cui si era svegliato in braccio a suo padre.

Amelia e David avevano pensato che Ethan stava diventando sonnambulo e io, non avevo aperto bocca a riguardo. Io sapevo la verità, ma avevo deciso di non dire nulla. Mi avrebbero presa per svitata e avrei solo peggiorato la situazione per Ethan: era un bene che non ricordasse nulla dell'accaduto.

Doveva essere stata un'esperienza traumatica essere rapito in piena notte e portato lontano nel bosco...

Sospirai.

Ora, avevo un altro problema a cui pensare.

Avevo preparato una borsa. Dentro ci avevo messo qualche ricambio di vestiti e tutto il necessario per la doccia, qualche snack per il viaggio, i miei farmaci e le siringhe di insulina, una macchina fotografica digitale, delle pile, il laptop e il caricabatterie. Avevo messo tutti i miei risparmi nel portafoglio e se fosse stato necessario, avevo anche una carta di credito per poter prelevare i miei risparmi in banca.

Era quello che avevo da parte per l'università, ma qui ci andava di mezzo la mia vita e avrei sempre potuto riguadagnarmeli.

Avevo anche già pensato alla scusa che avrei detto a mia madre e cioè che sarei partita per il campeggio con una mia ipotetica amica di nome Brenda. Non sarebbe potuta durare a lungo come scusa; ma per il momento era sufficiente come copertura.

Poi, avevo pensato di scrivere ad Alexis.

Le avevo inviato un messaggio per posta elettronica e avevo scritto tutto quello che mi era successo: dalla notte in cui avevo incontrato Toby a quello che era accaduto proprio quella mattina. Non avevo idea di come l'avrebbe presa, ma prima di tornare in Finlandia, avrebbe avuto poco più di una settimana per mandare giù la cosa ed ero sicura che alla fine, mi avrebbe creduto. Lei era fatta così.

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