Capitolo 19

101 4 1
                                    

Masky P.O.V.

Merda… 

Quei due stavano di nuovo bisticciando e io non potevo intervenire, fintanto che dovevo portare il moccioso dove l’Operatore l’aveva lasciato l’ultima volta. 

Brian lo aveva ipnotizzato, perciò avrebbe potuto continuare a camminare da solo fino alla meta; ma non c’era più tempo. Lo avevo caricato di peso sulle spalle e mi stavo affrettando a portarglielo, dal momento che non sarebbe mancato molto al suo risveglio. Non sarebbe stato un bene se si fosse accorto di quello che Toby aveva fatto. 

Tra l’altro, quella umana doveva sparire. 

Avevo il presentimento che non le avesse affatto cancellato i ricordi e questo era un male, dal momento che diventava difficile, se non quasi impossibile, eliminarli quando non erano più recenti. 

Adesso, lei sapeva anche fin troppo e l’unica soluzione sicura sarebbe stata quella di eliminarla. Non mi andava l’idea di far del male a una ragazza indifesa ed era poco cavalleresco; ma almeno Toby avrebbe imparato che cosa significava responsabilità

Aveva messo in pericolo il nostro segreto e poco mancava che lei andasse a spifferare tutto in giro, se non lo aveva già fatto su qualche sito o con qualcuno. Di solito, gli umani non parlavano subito e aspettavano qualche settimana prima di denunciare i fatti alla polizia o di cercare qualche risposta su internet. Ad ogni modo, non era suo solito comportarsi così. Quando risparmiava le vittime cancellava sempre i loro ricordi; ma perché non lo aveva fatto anche con quella umana? 

Che cosa aveva di così diverso da meritarsi un trattamento speciale? 

Dannazione… forse Toby era solo troppo giovane per essere un Proxy e non aveva ancora superato certe fasi adolescenziali. Non doveva esserci altra spiegazione, altrimenti perché avrebbe dovuto mettere tutto a repentaglio per la prima bionda finlandese di passaggio?

«Emi…».

Il marmocchio mugugnò qualcosa di incomprensibile.

Quando mi voltai verso di lui, notai che stava ancora dormendo profondamente e che stava pure sbavando sulla mia giacca di pelle.

- Dannato marmocchio… -. Avrei fatto mettere in conto anche questo a Toby e lo avrei fatto pent-

- BANG! -.

Un altro sparo.

Affrettai di più il passo, consolandomi col pensiero che dopo aver portato all’Operatore la sua preda, sarei andato a prendere a calci nel culo quei due idioti.

Oh, eccome se lo avrei fatto…

Toby's P.O.V.

Fuori tre.

Gli restavano altri tre colpi e poi, avrebbe dovuto perdere tempo a ricaricare la pistola. Così, avrei colto l'occasione per sgusciare fuori e sorprenderlo in un corpo a corpo. Non era mia intenzione ucciderlo (o almeno, non potevo dato che Lui non ne sarebbe stato contento) e mi sarei dovuto accontentare di fargli solo qualche graffio; anche se l’amputazione di un arto l’avrei trovata piuttosto appagante.

Aspettare che finisse i colpi non era una faccenda troppo impegnativa, dal momento che Hoody aveva il grilletto facile.

- BANG! -.

Mi riparai dietro una roccia ai piedi del ruscello, sentendo il proiettile sfrecciare vicino al mio braccio e colpire la corteccia di un albero, dove si formò un buco profondo qualche centimetro.

E fuori quattro.

Esultai, mentre ascoltavo i suoi passi circospetti e rumorosi, calpestare le foglie secche e avvicinarsi lentamente verso il mio nascondiglio. Hoody caricò nuovamente la pistola e per la quarta volta, udii il meccanismo scattare e il tamburo inserire un nuovo proiettile in canna.

Il calpestare di foglie si interruppe all’improvviso. Probabilmente, stava pianificando un attacco laterale; ma anch’io avrei potuto sorprenderlo. Ascoltai il rumore dei passi riprendere e avvicinarsi alla roccia dietro cui mi ero riparato. Era un suono così regolare e prevedibile, che avrei potuto calcolare in quanti passi mi avrebbe raggiunto.

Sette.

Sei.

Cinque.

Quattro…

La mia impazienza era esplosa in una serie di tic nervosi che stavano tormentando la mia spalla e l’adrenalina che avevo in circolo stava contribuendo ad aumentare la tensione sul mio corpo, che si stava preparando per l’attacco.

Tre.

Due…

I passi si fermarono all’improvviso. Ancora un altro passo e…

«Conosco bene i tuoi schemi».

Alzai lo sguardo, in direzione della voce, e rimasi sorpreso di essermelo trovato arrampicato su un albero sopra di me ed ero già nel suo mirino.

- BANG! -.

Ero riuscito a scartare di lato rapidamente per evitare un colpo letale, ma il mio corpo accusò il colpo e infatti fui sbalzato indietro di appena qualche passo. Il proiettile si era conficcato nella mia spalla sinistra e una chiazza nera aveva iniziato a espandersi sotto la maglia.

Fuori cinque.

Sogghignai.

«Sei sempre stato prevedibile, impulsivo… e troppo lento a schivare le pallottole». Incalzò Hoody, mentre mi stavo allontanando per trovare riparo dietro il largo tronco di una vecchia quercia.

«… bravo, corri! Nasconditi se vuoi! E tu saresti un Proxy? Non hai lontanamente idea di cosa voglia dire esserlo…».

Infilai un dito nella ferita ed estrassi la pallottola. Aveva fatto un foro di un paio di centimetri, ma a giudicare da come fuoriusciva il sangue dalla ferita, non doveva aver preso un grosso vaso o aver lacerato i tendini, dato che ancora potevo muovere perfettamente il braccio.

In qualche modo, mi sentivo stuzzicato all’idea di fingere di essere la preda in pericolo… certo, tra qualche istante la situazione si sarebbe ribaltata e gli avrei fatto rimpiangere quello che aveva appena detto.

I passi si erano fermati di nuovo.

«Sai, ho sempre voluto metterti alla prova. Masky dice che hai del potenziale nascosto, quindi… che ne dici di mostrarmi adesso quello che sai fare?».

La mia spalla ferita venne tormentata da alcune contrazioni. Lentamente, i miei cinque sensi sprofondarono in uno stato di torpore e una strana sensazione invase la mia mente. Non sapevo esattamente che cos’era, ma percepivo ogni fibra del mio corpo fremere, come fosse attraversata tutto il tempo da una scarica elettrica. I tic nervosi presero a farsi più frequenti e accentuati.

Sfilai tutte e due le accette dalla cintura e le strinsi dal manico, mentre ascoltavo i passi del mio avversario che progredivano nella mia direzione.

«Sento il tuo respiro, Toby… ho capito dove ti nascondi».

BANG!

Sogno NeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora