Quando il passato ritorna

1.2K 45 34
                                    

Ginny passò le ore successive chiusa nel suo dormitorio.
Se ne rimase rannicchiata sul letto che aveva occupato per quasi sei anni della propria vita pensando che era l'ultima volta in cui avrebbe potuto farlo.

La prima cosa che aveva fatto appena rientrata dall'incontro con Silente era stato guardare tra i propri effetti personali per scegliere cosa portarsi appresso della vecchia vita, e cosa invece lasciarsi indietro, probabilmente per sempre.

Non era stato facile abbandonare tutti i vestiti, di seconda mano e modesti certo, ma suoi e pieni di ricordi, e d'altronde nel 1945 quegli abiti non le sarebbero serviti; le ragazze all'epoca non indossavano jeans e scarpe da ginnastica, per cui alla fine la necessità superò le barriere della nostalgia.

Ciò che avrebbe portato con sé furono alcune foto della sua famiglia che avrebbe tenuto nascosto alla vista altrui, la bacchetta e Arnold, sempre se avesse potuto portarsi la Puffola, non sapeva se un animaletto tanto piccolo e delicato avesse potuto affrontare un viaggio attraverso il tempo senza conseguenze, ma avrebbe chiesto a Silente.

Poi si era concessa del tempo per pensare a tutti gli anni lì ad Hogwarts; si accorse che le sarebbero mancate quelle facce che vedeva ogni giorno, addirittura avrebbe sentito la mancanza dei Serpeverde, con i quali non aveva più avuto nessun battibecco dai fatti della Camera.

Sicuramente le sarebbero mancati immensamente Neville e Luna, due persone dal cuore grande, generose, simpatiche, dai nobili principi e amici sinceri, ma il pensiero di loro al sicuro da ogni minaccia compensava ampiamente il dolore del distacco.

Pensando a loro si era resa conto di quanti pochi amici avesse, amici che potesse realmente chiamare tali. Forse i cinque anni in compagnia di Tom l'avevano messa in condizione di non sentire il bisogno di amicizie reali, fisiche, forse era più simile a lui di quanto non pensasse in passato.

I ricordi le si erano accavallati nella mente l'uno sull'altro facendole provare infinite emozioni, anche se sapeva che alla fine dei conti non sarebbe cambiato più di tanto nella sua vita, insomma, andava nella Hogwarts del '45, sempre tra le stesse mura, le stesse Case, ed anche alcuni che già conosceva.

Non aveva molto di cui lamentarsi anzi, forse era un'occasione anche per sé stessa, per farsi conoscere dagli altri senza venire etichettata come " la sorellina di " questo e quest'altro Weasley, oppure come " l'eterna innamorata di Harry Potter ", insomma, a dirla tutta, ci guadagnava parecchio.

Era oltremodo scocciante sentirsi additata come la più piccola della famiglia senza che le venisse riconosciuta una personalità, senza che la gente provasse a conoscerla, ed era ancora peggio passare per la più idiota della scuola che ancora sbavava dietro a Potter solo per una innocente infatuazione da bambina, insomma, dopo aver "conosciuto" Tom, veramente pensavano che ancora amasse il Bambino Sopravvissuto ecc, ecc?! Inaudito!

All'ora di cena chiese a Luna di sedersi al tavolo Grifondoro insieme a lei e, come se fosse un segno del destino, Neville le sedette di fronte. Sorrise ampiamente godendosi i suoi meravigliosi amici per l'ultima volta, ascoltò le loro conversazioni senza prendervi molto parte, ma loro sapevano che negli ultimi mesi era così, per cui non le fecero nessuna domanda.

Abbracciò con lo sguardo l'intera Sala Grande gremita e chiassosa, intercettò lo sguardo sospettoso del Trio e fece spallucce, noncurante, intercettò quello malizioso di Silente che le strizzò l'occhio con fare complice e gli sorrise, si, le sarebbe mancato tutto quello.

- Ragazzi, io devo ancora finire il compito di Pozioni per domani. Me ne torno a Corvonero. Ci vediamo qui per la colazione, Gin? - disse Luna a fine cena, nascondendo uno sbadiglio al pensiero di tuffarsi in un compito tanto noioso come un tema di Pozioni.

Le Lancette Del TempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora