Quando si abbraccia la follia...

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Ginny si svegliò poco dopo di soprassalto; il suo sonno era durato davvero poco, intriso di incubi a non finire popolati da Marianne, il sangue, mostri di ombra e ancora sangue, sangue ovunque.

- Bevi, Ginevra. É un corroborante che mi ha lasciato la Cox. - Tom le passò un bicchere pieno di un intruglio giallognolo.
Ginny lo guardò negli occhi, sfinita, si rese conto di essere nella camera di lui ma di non sapere cosa fosse successo.

- Cosa é accaduto? Ho perso i sensi? - chiese sentendosi la gola arida, quindi prese il bicchiere che Tom le porgeva e bevve senza pensarci.
- Si, al tuo ritorno in Sala Comune. - disse calmo Tom, scrutandola attentamente in ogni suo minimo movimento. - Non vorrei dirtelo Ginevra ma, abbiamo una riunione con Dippet tra poco meno di mezz'ora. -

- É tutto a posto, Tom...lasciami cinque minuti per riprendermi...- sussurrò Ginny, posando il bicchiere vuoto sul comodino accanto al letto.
- Cosa dovrei dirti, in casi come questo, Ginevra? - le chiese Tom, che non sapeva bene come comportarsi con lei.
- Voglio solo averti accanto a me...non devi dire niente...mi basta che mi tieni la mano. - sussurrò lei, intrecciando le dita della mano con le sue lunghe ed eleganti.

Tom gliela strinse forte, acconsentendo tacitamente alla sua volontà. A Ginny sfuggì ancora una lacrima ma cercò con tutte le sue forze di frenare il dolore, di chiuderlo a chiave dentro al petto finché non avesse svolto i suoi doveri di Prefetto.

- Possiamo andare ora...ma, ti prego, Tom, non lasciarmi sola. - gli disse alzandosi dal letto, tremolante, subito sostenuta da lui.
- Non lo farò, mia adorata. -

Recuperato in fretta dalla stanza di lei un mantello, si diressero verso l'ufficio di Dippet per la riunione d'emergenza con tutte le cariche delle varie Case, Tom non lasciò il fianco di Ginevra nemmeno un istante, quasi temendo che crollasse da un momento all'altro.

Dippet li accolse con mestizia, soprattutto loro che erano stati compagni di Casa della ragazza morta, che tutti i ragazzi Serpeverde piangevano con dolore. L'uomo, addolorato da un evento così tremendo avvenuto dentro la sua scuola, sotto il suo controllo, fece sedere Ginny su una poltroncina con sollecitudine.

Tom le si pose dietro e le mise una mano sulla spalla con naturalezza, poco dopo arrivarono gli ultimi mancanti all'appello e si poté iniziare la riunione.

Dippet incaricò i Caposcuola ed i Prefetti di non far uscire nessuno dai dormitori per nessuna ragione nei prossimi due giorni, dato che le lezioni sarebbero state ovviamente sospese, e nel frattempo che decideva se chiudere la scuola a tempo indeterminato, le regole sarebbero drasticamente mutate.

- Sono oltremodo addolorato per l'accaduto. Due morti in soli due anni. Mi viene da pensare di non essere in grado di proteggere i miei ragazzi. Le famiglie mi hanno affidato la loro tutela per nove mesi l'anno, ed io non sono stato in grado di badare a tutti loro...sto valutando seriamente l'ipotesi di dimettermi dalla carica di Preside e chiudere la scuola, non ho ancora deciso e mi piacerebbe sentire anche le vostre opinioni a riguardo. - disse, afflitto.

Nella stanza ci fu un brusio generale e Ginny sentì Tom stringerle leggermente la spalla. Gli pose la mano sulla sua sapendo a cosa stesse pensando, ma era ovvio che Dippet non avesse colpa alcuna nell'aggressione a Marianne, per cui avrebbe avuto certamente il suo sostegno incondizionato.

Infatti tutti i presenti cominciarono a discutere animatamente circa la questione, concordi nel fatto che fosse un eccellente Preside e che la sua carica non fosse in discussione.

Risolto questo dubbio nell'uomo, rimaneva da attendere cosa avesse deciso di fare circa la chiusura della scuola, fatto che spaventava sia Tom, che Ginny.

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