Quando si combatte...

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Ginny rientrò a passo di marcia nel dormitorio, come una furia, gli occhi spiritati e la voglia di uccidere.
Uccidi, Ginevra...
Uccidi...

La voce della sua coscienza che tornava a farsi sentire, sotto forma di voce di Tom, più prepotente che mai nella sua testa. Ginny sapeva di essere più forte di quella stupida voce, ma non sapeva se questa volta avrebbe resistito all'istinto di far del male a qualcuno.

In passato ci era sempre riuscita in un modo o nell'altro, quando quell'istinto le imponeva uno sfogo di violenza, ma ora, dopo tutto ciò che era successo in quei mesi, dopo che Tom aveva riversato in lei ancora più nozioni, non ne era sicura, affatto.

La sua influenza era troppo forte, troppo radicata in lei la radice del male perché potesse fingere di ignorare quella parte di sé che sapeva oscura. Quella parte che la stava portando davanti alla porta della stanza di Tom.

- Alohomora. - sussurrò decisa, quindi entrò e si preparò ad attendere il ritorno del traditore infame, intenzionata a fargliela pagare con gli interessi.

Camminò per la stanza come una belva in gabbia, inferocita, contando i minuti che ragionevolmente potevano mancare alla fine di qualsiasi lezione mattutina.

Poi vide il suo diario poggiato con disinvoltura sul comodino accanto al letto. Lo prese e ne aspirò l'aroma, così diverso da quello che ricordava, non aveva odore di inchiostro vecchio e morte, ma profumava di fresco e di Tom, di inchiostro fresco e di pagine pulite.

Lo aprì alla prima pagina e subito la grafia elegante ed ordinata di Tom le balzò agli occhi, ciò che vi era scritto sembravano tutta una serie di appunti meticolosi e pensieri confusi.

La colpì la moltitudine di riferimenti al suo nome, avrebbe voluto proseguire nella lettura per scoprire i segreti di Tom ma, un rumore di passi nel corridoio fuori dalla porta la indusse a riporre il diario e sguainare la bacchetta verso di essa.

La rabbia incontrollabile le fece tremare leggermente la mano ma, quando vide la porta schiudersi, la impugnò saldamente e si preparò ad attaccare.
- Stupeficium! - esclamò appena Tom fu entrato, senza dargli tempo di accorgersi di lei.

Ma i riflessi di Tom erano portentosi, gli bastò sentire la formula che subito evocò un incantesimo scudo non verbale, sul quale lo schiantesimo di Ginny si scagliò.
- Sei impazzita, donna? - le ringhiò contro, guardandola allibito.
- No! Sei tu che sei uno stronzo! Traditore! Stupeficium! - urlò lei, furiosa e fuori di sé.

Ancora Tom si protesse egregiamente, stava per attaccarla quando pensò che sarebbe stato divertente vedere fin dove sarebbe stata disposta a spingersi. Sapeva che era infuriata dopo lo spettacolino in corridoio, e voleva tastare la sua potenza magica in preda alla rabbia.

Così continuò ad evocare scudi su scudi ai suoi deboli tentativi di schiantarlo.
- Tutto qui, Ginevra? Puoi fare di meglio, e lo sappiamo entrambi. - la derise, perfido.
- Grrrr...Crucio! - ringhiò la rossa, e stavolta Tom sentì la potenza dell'incantesimo.

Talmente potente da far tremare la barriera protettiva attorno a lui. Voleva fargli del male, Ginevra voleva davvero vederlo soffrire. La cosa lo eccitò oltre ogni misura.

- Expelliarmus. - tentò poco convinto, quasi annoiato, ma Ginny evocò prontamente lo scudo, abile, e contraccambiò prontamente.
- Monstrum! -

La sua migliore Fattura Orcovolante riempì la stanza di esseri spettrali e mostruosi, che galleggiavano a mezz'aria dirigendosi compatti verso Tom, rimasto affascinato da tale sfoggio di abilità.

Tuttavia approfittò di un istante di deconcentramento della rossa, che aveva alzato lo sguardo sulle sue creature, per evocare il contro incantesimo e far cessare l'Orcovolante.

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