DICIASSETTE ANNI PRIMA
"Ginzo, promettimi una cosa" disse la giovane donna mentre correva disperatamente insieme a suo marito, con una neonata fra le braccia.
Lui annuì, non avendo né il tempo, né il bisogno di parlare. Si fidava di lei come di nessun altro, e non importava cosa lei gli dicesse, l'avrebbe assecondata senza alcuna esitazione.
"Non dirle nulla fino a quel momento." Ansimava, sapeva che non le rimaneva molto tempo, così imboccò una stradina deserta, e il marito la seguì.
"Lo so. So che potrebbe rimanerne profondamente turbata. Ma cosa le dirò di te? Cosa farà al primo salto?" chiese lui preoccupato mentre scappava da ciò che ormai erano decine di guardiani.
"L'ABBIAMO QUASI PRESA! NON LASCIATELA SCAPPARE!" un uomo, che i due innamorati riconobbero come Hiro Hirawata, gridò.
"Le dirai che sono morta." Ginzo, dopo aver sentito quella frase, strabuzzò gli occhi.
"Ma..."
"Sarà un colpo meno duro della verità. Per il primo salto se la caverà, fidati. So già che sarà una ragazza intelligente, saprà come fare. D'altronde, il primo non dura, solitamente, più di un'ora. Non raccontarle nulla nemmeno di Johanne. È una ragazza troppo particolare, sopportare tutto ciò sin da piccola non la farà crescere bene. Preferisco che viva un'infanzia libera e spensierata."
I due si accorsero, a malincuore, che i guardiani li stavano raggiungendo e che il loro tempo stava per scadere.
"Yume, è arrivato il momento." Si sentì gli occhi pizzicare per le lacrime, ma se esse fossero cadute, avrebbero potuto essere scambiate per gocce di sudore. "Mi prenderò cura di lei, anche senza te. Promettimi di prenderti cura di te, di fare sempre attenzione. Non abbassare mai la guardia." Quasi le sussurrò per il male che gli attanagliava il cuore.
"Te lo prometto. Falla crescere bene." Detto ciò, gli passò delicatamente - per quanto potesse essere delicata mentre correva a perdifiato - la bambina ancora in fasce, mentre lui le diede velocemente quella specie di cubo, apparentemente privo di significato.
"Sono sicuro che andrà tutto bene, con lei. Ci salverà. Ci vedremo tra poco più di diciassette anni, ne sono sicuro."
Lei era forte, lo era sempre stata. Ma in quel momento si sentì cedere, fragile come un gioiello. Dopotutto, lei era l'ametista. Prese il cubo, fece girare il cerchio tempestato di gemme fino a far raggiungere la sua, l'ametista, sotto l'indicatore. Dal cubo spuntò un piccolo ago, con cui lei punse leggermente il proprio indice.
"Arrivederci. Ti amo" disse lei, gli occhi che le punzecchiavano, minacciando di far scendere lacrime piccole, ma piene di significato.
"Ti amo anche io, Yume." Lui, dal canto suo, stava davvero per scoppiare a piangere. Ma non potè fare altro che continuare a correre, allontanandosi sempre di più dalla figura della sua amata, la quale aveva iniziato ad essere risucchiata dal tempo.
La neonata, che piangeva già da tempo, prese a strillare e a piangere più forte, come se percepisse i sentimenti presenti nell'aria, quasi tangibili con un coltello.
"NO! DANNAZIONE! E ora? Come faremo? Siete degli incapaci! Nell'altro non sono presenti le gemme degli altri prescelti!" strillò l'uomo identificato come Hiro Hirawata, vice capo della setta, mentre la giovane Yume veniva risucchiata dal cubo in un'altra epoca.
Ginzo, nel frattempo, non avendo attratto particolarmente l'attenzione dei guardiani, era riuscito a nascondersi in un vicolo cieco, dietro un cassonetto dell'immondizia.
"Shhh, shhh, bambina mia" sussurrò lui, carezzando le morbide guance della neonata. "Tra poco saremo di nuovo a casa." Ripensò alla discussione che avevano avuto qualche giorno prima lui e Yume."Yume, sei sicura che non mi identificheranno come ricercato? Forse vorranno anche uccidermi!"
Lei ridacchiò un po' alle parole dette dal marito. Eppure, lui era completamente serio, quasi terrorizzato.
"Macché! A loro interessa solo dei prescelti. Al massimo ti chiederanno in che epoca sia andata. E tu non lo sai. Mi spiace non dirtelo, davvero, ma non si è mai troppo prudenti. E se ci stessero ascoltando? Se lo stessero facendo, avrebbero prove sufficienti per incarcerarti. So che ci nascondiamo ormai da mesi, ma è meglio non avere troppa fiducia. E poi, fidati, non sono persone meschine. Sono solo degli accaniti seguaci di un pazzo. Ma non possiamo biasimarli: si fidano ciecamente e non si sognerebbero mai di fare ricerche sul suo conto. E lui, per non destare sospetti, non chiederebbe mai ai guardiani di uccidere." Gli diede un piccolo bacio sulla guancia, godendosi quegli ultimi momenti insieme a lui. Ginzo annuì.
"Mi fido di te. Molto più di quanto quei guardiani da strapazzo si fidino di quel verme. Però... non so se ce la farò. A lasciarti, a crescere il bambino..."
"Eccome se ce la farai! E poi, non sappiamo ancora se è un maschietto o una femminuccia, non puoi chiamarlo bambino! Chissà cosa avremmo fatto senza mia sorella... Un paio di ore fa, mi ha detto che tra popchi giorni dovrei partorire. Dobbiamo tenerci pronti." Lui annuì ancora, non proferendo parola.
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The Pandora's Travels
FanfictionAoko Nakamori, la prescelta. La ragazza, ormai diciassettenne, aspettava, seppure inconsciamente, l'arrivo di qualcosa. Qualcosa che le avrebbe cambiato la vita. Ginzo Nakamori, il padre della giovane, sapeva tutto. Tuttavia, finché il potere in lei...