Pov Katniss
È passato un mese da quando Peeta è andato via e non c'è giorno in cui io non mi chieda come stia o dove sia. Ho provato a richiederlo ad Haymitch ma credo davvero che non lo sappia.
Mi manca. Da quando è partito sento un peso allo stomaco, come se un grosso macigno avesse deciso di accamparvisi e non andare più via.
Spesso vado a casa sua e mi fermo per ore a guardare il quadro di noi due sulla spiaggia, mi fa sentire un po' meno la sua mancanza ma, dopo, una gran malinconia mi assale.
Quando mi sento così provo anche tanta rabbia nei suoi confronti. Come ha potuto andarsene via così? Come ha potuto lasciarmi da sola? Come ha potuto credere che io potessi stare bene senza di lui?
È questo che mi fa rabbia! Che lui abbia fatto tutto ciò per me, per via dei suoi flashback e della sua assurda convinzione che io ami Gale.
So che è colpa mia. Solo colpa mia se Peeta è andato via. Colpa della mia incapacità di parlare, di esprimere ciò che provo, di capire davvero i miei sentimenti.
La parte più profonda di me, quella che cerco di reprimere ogni volta, quella con cui fatico a fare i conti, perché se emergesse mi renderebbe terribilmente fragile, non può fare a meno di chiedersi come abbia potuto Peeta rinunciare a noi. Noi, una parola così dolce, il cui suono rievoca la promessa di giorni felici ma che al contempo fa nascere in me una paura primordiale, che mi soffoca ed immobilizza.Nonostante il mio dolore la vita al distretto procede, come se la partenza di Peeta non avesse lasciato alcun vuoto. Gale si è trasferito definitivamente qui nel 12, lavora alla ricostruzione del distretto come inviato del governo. È diventato una persona importante ed è sempre indaffarato anche se dedica sempre due ore a me e alla caccia. Sono i momenti della giornata che preferisco. Sono gli unici momenti in cui non mi pesa la mancanza di Peeta.
A Gale è stata assegnata una casa al villaggio dei vincitori. È poco più distante dalla mia. Gale, però, passa poco tempo a casa sua, viene sempre a pranzo e a cena da me e qualche volta si ferma a dormire nella camera degli ospiti. Non gli ho mai permesso di dormire con me.
In realtà non c'è più stato nessun contatto fisico da quel famoso bacio, so che lui vorrebbe avvicinarsi a me ma io evito. Alcune volte prova a baciarmi ma io mi scanso e non posso fare a meno di sentirmi in colpa per la tristezza che intravedo nei suoi occhi ogni qualvolta in cui lo rifiuto. Faccio sempre soffrire le persone a cui voglio bene, lui, Peeta, mia madre con cui sono scostante e qualche volta fredda nonostante lei provi a riavvicinarsi in tutti modi.
Gli incubi, nel frattempo, vanno sempre peggio. Non c'è notte in cui non riesca a dormire senza averne uno. Le mie occhiaie sono sempre più visibili e profonde.Oggi è uno di quei giorni peggiori. Non ho dormito per niente. Appena chiudevo gli occhi vedevo tutte le persone a cui voglio bene esplodere. Non per questo ho rinunciato alla caccia.
Ho appena lasciato Gale in comune e sto andando da Sae per consegnarle un po' di selvaggina quando incontro Delly. Non sapevo fosse tornata al 12.
- Katniss che bello vederti – dice lei con un gran sorriso.
- Delly ciao. Non sapevo fossi tornata –
- Si sono tornata da una settimana. Volevo venire a trovarti ma non sapevo se ti avrebbe fatto piacere –
- Certo che mi farebbe piacere – dico più per cortesia che per sincerità.
- Oh che bello. Sai mi sento un po' sola qui al Distretto. Tutti i miei amici sono morti durante l'esplosione e anche Peeta, da quanto mi hanno detto, non vive più qui. Mi è rimasto solo mio fratello –
Mi sento in colpa per Delly non ha nessuno e per colpa mia l'unico amico che gli è rimasto se ne è andato.
- Ci sono io – dico con una gentilezza a me estranea. Non devo sentirmi molto bene.
- Grazie Katniss –
- Stavo andando da Sae a portare questa selvaggina e poi a casa. Vuoi venire con me? –
- Si grazie. Mi farà bene fare una bella passeggiata- dice con un tono troppo entusiastico.
Durante il tragitto non fa che parlare di quello che le è successo in questi ultimi mesi. È rimasta fino ad una settimana fa al 13, dove ha continuato a studiare e a quanto pare è diventata una specie di infermeria. Quando ha saputo che il Governo stava assegnando un medico e un'infermiere ad ogni distretto lei si è proposta per il 12, non era un posto molto ambito visto che il nostro distretto è stato distrutto e non ci vive ancora molta gente. Lei e il fratello, che ha ripreso ad andare a scuola, si sono trasferiti qui una settimana fa in una nuova casa, appena ricostruita, assegnata loro dal governo.
Delly è davvero un fiume in piena, una forza della natura. Con tutto quello che ha passato ha la forza di andare avanti e conservare la sua vitalità.
Dopo essere andate da Sae la invito a prendere un the a casa mia. Lei è così entusiasta da farmi quasi pentire per averla invitata.
Quando arriviamo nei pressi di casa mia la sento esclamare: - Oh che belle Katniss!-
Non capisco a cosa si riferisca per questo seguo la direzione del suo sguardo e vedo che sta ammirando le primule. In effetti sono bellissime ed emanano anche un buonissimo profumo.
- Sono primule – dico e in un secondo vedo nascere la consapevolezza nel suo sguardo. Ha capito che sono lì per Prim. I suoi occhi sono velati di tristezza ma anche di compassione.
- Oh Katniss mi dispiace così tanto per Prim. Queste primule sono bellissime come lo era lei –
- Le ha piantate Peeta – dico di getto con un groppo in gola. Non so neanche perché le ho dato questa informazione non era necessaria. Forse volevo che anche Delly riconoscesse la bellezza del suo gesto.
- Oh. È un gesto così tipico di Peeta- dice con dolcezza.
Mi concentro sulla visione delle primule per evitare che le lacrime che minacciano di uscire dai miei occhi scendano copiose sulle mie guance. Ma è tutto inutile. All'improvviso, inaspettate, mi ritornano alla mente le immagini di mia sorella poco prima dell'esplosione a cui si aggiungono quelle degli incubi che la notte insonne mi ha regalato.
Tutto il dolore per ciò che le primule mi ricordano sale a galla con un peso insostenibile nel mio petto. Il ricordo della mia paperella. Della sua perdita inestimabile ma anche di Peeta, del suo gesto, la sua lontananza. Sento la testa girare come una trottola, il cuore che mi esplode e le gambe che non mi reggono più. Poi il buio e il nulla.
Quando mi sveglio mi ritrovo stesa sul divano del mio salotto. La testa mi gira ancora. Vedo due figure affaccendarsi attorno a me.
- Ti sei svegliata dolcezza?- dice Haymitch sovrastandomi.
- Cosa è successo?- dico cercando di alzarmi, ma sentendomi ancora molto debole.
- Sei cascata come una pera cotta e la tua amica qui mi è venuta a chiamarmi di corsa per aiutarla a portarti in casa –
- Grazie – dico rivolta a Delly.
- Beh visto che non c'è più bisogno di me, io tolgo il disturbo – dice Haymitch voltandosi e dirigendosi verso la porta.
Ultimamente evita di passare del tempo con me. Credo sia perché mi dà la colpa della partenza di Peeta, anche a lui deve mancare molto.
- Katniss come ti senti? – mi chiede Delly con tono preoccupato.
- Ora meglio grazie –
- Avrai avuto solo un calo di pressione. Ti consiglio di riposarti oggi in ogni caso. Ti ho preparato del the nel frattempo – mi dice porgendomi una tazza.
- Grazie davvero Delly –
- Io fra un'oretta devo andare a prendere mio fratello da scuola ma non vorrei lasciarti sola. Che dici se chiamo Haymitch o Sae per stare con te a pranzo? –
- Oh, non ti preoccupare mi sento davvero meglio e poi a pranzo mi raggiunge sempre Gale-
Delly mi guarda con un'espressione strana ma non mi fa domande sulla presenza di Gale e non di Peeta.
Passiamo il tempo parlando, o meglio Delly parla e io cerco di ascoltarla anche se certe volte mi risulta molto difficile.
- Katniss io vorrei chiederti una cosa ma non so se sia il caso. Ma davvero non saprei a chi altro chiedere – dice all'improvviso.
Il mio cuore accelera i battiti a queste parole, ho la strana sensazione che la cosa che voglia chiedermi riguardi Peeta.
- Chiedi pure – le dico. Anche se non vorrei davvero che mi facesse alcuna domanda.
Devo appuntarmi di evitare Delly d'ora in poi.
- Ecco io...bhe....Sai come posso contattare Peeta?- chiede con tono incerto per poi aggiungere tutto d'un fiato - Sembra scomparso. Nessuno sa dirmi dov'è o darmi il suo contatto. Sono preoccupata per lui. Di solito ci sentivamo almeno una volta a settimana, poi da un mese non ho avuto alcun contatto con lui. Ecco io ho pensato che almeno tu potessi sapere dove si trova –
Vorrei davvero saperlo Delly, non sai quanto vorrei.
- Mi spiace Delly non lo so neanche io –
- Ci speravo –
- Dovresti chiedere ad Haymitch. Forse lui sa qualcosa – le dico, più per tirarla su di morale che perché creda realmente che Haymitch possa aiutarla.
- Lo farò, grazie- dice con un piccolo sorriso.
- Davvero non capisco questo suo comportamento- aggiunge -Non è da Peeta scomparire così. L'ultima volta che l'ho sentito era sereno, felice di ricominciare la sua vita qui dopo i mesi passati a Capitol per curarsi. Ero così contenta per lui. Per voi. Finalmente avreste potuto stare assieme dopo tutto quello che è successo –
Rimango in silenzio. Come posso dirle che era tutta una finzione, che io ho finto di essere innamorata di lui per salvarci la vita? Ma poi è davvero andata così? Forse nei primi Hunger Games, ma poi? Non credo di aver finto molto. Anche se non mi è ancora chiaro cosa provassi davvero per Peeta e provo tuttora. Forse semplicemente non riesco ad ammetterlo.
Delly deve capire qualcosa dal mio sguardo perché sembra leggermi nel pensiero quando aggiunge:
- Sai Peeta al Distretto 13 mi ha raccontato che tutta la vostra storia d'amore non fosse stata reale, che era solo un espediente che avete usato per salvarvi entrambi la vita. Quando me l'ha detto ne sono rimasta scioccata ma poi ho capito che non era così. Vi ho osservati parecchio durante i giochi e secondo me vi amavate molto, non si può fingere quel tipo d'amore. Lui mi rispondeva che non era così che tu avevi finto tutto ma io ho visto quanto fossi distrutta al 13 a causa della sua mancanza. Per questo quando sono tornata e ho visto che non eravate insieme ero sorpresa –
Silenzio. Questo è tutto quello che riesco a dire. Perché non so se quello che stia dicendo sia la realtà. Amo Peeta? Tutti dicono di sì. Quella parte di me che cerco con tutta me stessa di reprimere mi riporta preponderantemente queste parole alla mente.
Ma tu Katniss cosa dici?
- Scusa non dovevo dirti queste cose. Non sono affari miei –dice Delly scoraggiata dal mio silenzio.
All'improvviso sentiamo la porta aprirsi.
- Katniss ci sei?-
È Gale. Deve essere già ora di pranzo.
- Si sono qui –
- È meglio che io vada- dice Delly alzandosi.
Quando Gale entra nel salotto lo saluta con un veloce ciao e poi scappa via.
- Che ci faceva qui? –
- L'ho incontrata giù al villaggio e l'ho invitata per un the –
Non gli dico del mio svenimento per non farlo preoccupare.
- Tu che inviti qualcuno per un the? Ti senti bene? – dice con ilarità Gale.
- Spiritoso – rispondo mentre mi reco in cucina per riscaldare il pranzo.
Durante il pranzo parliamo della nostra giornata e del distretto ma io non riesco ad essere totalmente rilassata. Dopo la conversazione con Delly mi sento inquieta.
Quando Gale esce per tornare al lavoro, mi reco in camera mia a cercare un qualcosa che avevo da tanto tempo abbandonato. Quando la vedo così liscia, bianca e perfetta mi sento meglio. Ha un effetto calmante su di me, come del resto lo aveva la persona che me l'ha donata. Prendo la perla tra le mani, la stringo, me la passo dolcemente sulle labbra.
Decido di stendermi un po' sul letto perché inizia a girarmi nuovamente la testa. Stringo la perla a me e in un soffio mi addormento, accarezzata dal dolce ricordo del mio ragazzo del pane.
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A Love In District 12
FanfictionSopravvissuti alle molteplici sfide e torture che il destino ha posto lungo il loro cammino, Peeta e Katniss tornano nel distretto Dodici dove desolazione e silenzio regnano incontrastati. Lo sfarzo che precedentemente ha colmato le loro vite, lent...