POV Peeta
È trascorso un mese dal mio arrivo nel Distretto 4. All'inizio era un po' strano girare per le vie di questo distretto, soprattutto perché tutte le persone che incontravo si giravano per guardarmi, oppure mi fermavano, sorprese di vedere Peeta Mellark qui nel 4.
Per loro, purtroppo, io sono ancora una metà degli sventurati amanti. Ho dovuto sviare tutte le domande su Katniss e il nostro matrimonio. Ogni volta, era come ricevere una pugnalata al cuore.
Pensare a lei mi fa male ma è inevitabile. Tutto me la ricorda. Il mare, la spiaggia, la piazza, dove ci fu la cerimonia a cui partecipammo durante il nostro Tour della vittoria.
La sento vicina quando sento qualcuno cantare, la cerco negli occhi delle ragazze che incontro per strada, la sento attraverso il profumo dell'erba appena tagliata e la incontro ogni notte nei miei sogni.
Katniss mi è entrata dentro da quando avevo cinque anni, si è insinuata così profondamente in me, fra le corde del mio cuore, che se non ci fosse sarebbe come perdere una parte di me stesso.
Vorrei tanto sapere come stia e cosa stia facendo. Le rare volte in cui chiamo Haymitch, per assicurarmi che stia bene, vorrei tanto chiedergli di Katniss ma non trovo il coraggio. Non voglio sapere di quanto sia bella la sua vita assieme a Gale. L'immagine di loro due insieme riapre sempre una ferita che non si è mai rimarginata e mai lo farà.Nel frattempo ho conquistato la mia quotidianità. Ogni mattina mi sveglio all'alba per fare il pane per me, Jo ed Annie. È bello poter fare qualcosa di normale e che mi piace per qualcuno a cui voglio bene. Passo la maggior parte del tempo con loro, è piacevole avere qualcuno che capisca le tue sofferenze e che come te cerca di andare avanti nonostante tutto.
Spesso, però, ho voglia di stare da solo, di pensare e lasciarmi andare ai ricordi. Per questo mi chiudo in casa a dipingere per ore, oppure mi rifugio in spiaggia. Guardare il mare, sentire il suo profumo, il suo dolce rumore, mi rilassa. Forse perché la spiaggia inevitabilmente mi fa pensare a Katniss.
Cerco davvero di non pensare a lei ma è difficile. Per fortuna ci sono le voglie di Annie a distrarmi e a tenermi occupato.
Ogni giorno, Annie, ha sempre almeno dieci voglie diverse di cibo. Desidera le cose più strane nei momenti della giornata più strani. E fra queste voglie c'è spesso qualche frutto associato ad un altro cibo. L'altra sera ad esempio voleva delle arance con delle sardine. Una cosa disgustosa ma che a lei è piaciuta molto. Io e Johanna giriamo per tutto il distretto per accontentarla. Ci piace prenderci cura di Annie e a lei piace prendersi cura di noi. Siamo due anime perse, io e Jo, che hanno trovato un po' di conforto in questo caldo e soleggiato distretto grazie ad Annie. Lei ci ha mostrato le bellezze di questo posto, ci ha anche insegnato a nuotare, nonostante il pancione. Ci ha fatto conoscere diverse persone, fra cui anche suo cugino, Roland, con cui qualche volta esco per prendere una birra. Lui è stracotto di Jo e sono sicuro che anche a lei lui piace, anche se non lo ammetterebbe mai.******
Oggi è una giornata molto calda qui al 4. Io, Annie e Jo ci siamo stesi su alcuni teli nel giardino di Annie, con delle bibite ghiacciate, in cerca di un po' di refrigerio. Siamo in silenzio da almeno mezzora, ma è un silenzio buono, rilassante. Sarebbe perfetto se non fosse per questo caldo umido, che ti si appiccica sulla pelle. Non sono abituato a questo caldo, al 12 non fa mai così caldo e comunque non è mai un caldo umido, questo è un caldo che ti debilita. Anche Johanna non se la cava meglio. La vedo boccheggiare accanto a me. Solo Annie sembra a suo agio, da quando siamo qui in giardino sembra essersi rifugiata in un mondo tutto suo, un mondo fatto di sogni e ricordi. Ogni tanto dal mare giunge fino a noi una fresca brezza e tutto il mio corpo sembra respirare di nuovo, torna a rinascere. Ma dura un attimo, è troppo veloce perché possa trarne davvero beneficio.
Quando ci raggiunge Roland siamo letteralmente sopraffatti dal caldo. Almeno io e Jo lo siamo.
- Ehilà! Avete deciso di accamparvi in giardino?- dice con il suo modo ilare.
- Prova tu a stare in casa con questo caldo!- gli risponde piccata Johanna.
- Ciao Roland, lascia perdere i modi poco gentili di Johanna. Ti va di sdraiarti anche tu e di bere qualcosa di fresco?- dico.
- Oh si Rolly sdraiati anche tu insieme a noi- dice con dolcezza Annie che sembra essersi risvegliata dal suo torpore.
- Rolly?- dice Johanna con aria divertita.
- Si è il nome con cui Annie mi chiamava da piccola- dice lui sulla difensiva. Poi si rivolge ad Annie: - Sarebbe magnifico. Soprattutto se posso sdraiarmi accanto a Jo- risponde con un occhiolino rivolto alla mia amica.
Johanna di tutta risposta sbuffa.
-Non ci pensare nemmeno. E poi solo gli amici mi posso chiamare Jo-
- Vuoi dire che noi non siamo amici? Così mi ferisci Johanna- dice lui ponendo l'accento sul suo nome.
- Hai capito benissimo. Sono contenta che abbiamo chiarito le cose-
- Rolly puoi sdraiarti accanto me se vuoi -
- Grazie Annie-
- Sai, stavo pensando a quando eravamo bambini. Ci sdraiavamo sempre in giardino, ricordi?- dice lei con aria sognante.
- Si lo ricordo eccome-
-Anche quando c'era Finnick, mi sdraiavo spesso con lui in giardino o in spiaggia a guardar le stelle. Mi manca- la sua voce si incrina leggermente mentre pronuncia questa frase.
Un silenzio cade tra noi. L'immagine di Finnick aleggia su di noi e sembra dipingere un velo cupo su questa giornata soleggiata.
- Annie ti ricordi cosa mangiavamo per rinfrescarci in queste giornate da piccoli?- dice Ronnie per distrarre Annie da tristi pensieri.
- Oh è vero! L'anguria ghiacciata. Che buona! Quanto la vorrei adesso-
Io colgo l'occasione al volo e mi offro di andare a comprarla. Dopo l'accenno a Finnick l'inattività mi logora. Ho bisogno di fare qualcosa per distrarmi. Per questo non do neanche il tempo agli altri di dire qualcosa e mi alzo di scatto.
Mentre mi dirigo verso il cancello del Villaggio dei Vincitori mi raggiunge Johanna.
- Vengo con te. Tu non sai dov'è il negozio di frutta della zona-
In realtà anche se non ci sono mai andato, so più o meno dove si trova, non ho bisogno di Jo. Credo che anche lei abbia sentito il peso della presenza di Finnick e ne voglia sfuggire.
Dopo un po' che camminiamo Johanna inizia a parlare: - Non potevo rimanere lì. Non dopo la frase di Annie. Mi ha riportato alla mente tutti i momenti passati con lui a Capitol durante le Edizioni degli Hunger Games. Io e lui avevamo molto legato. Tutti pensavano fosse superficiale ma io conoscevo la verità. Quella era la sua maschera da Capitol City. Seguivamo insieme gli Hunger Games, essendo mentori. Vedevamo i nostri tributi morire sotto i nostri occhi senza poter fare niente. Per distrarci, per ricordarci che la vita poteva ancora essere bella, ci raccontavamo le nostre vite. Lui mi parlava spesso di Annie, i suoi occhi brillavano-
Rimango spiazzato da questa confessione di Johanna. Non era mai stata tanto propensa a parlare quando eravamo a Capitol insieme per curarci. Anche se lì abbiamo stretto il nostro rapporto. Ma spesso ero io a parlargli, in particolare della mia famiglia e di Katniss. Lei mi aiutava soprattutto quando avevo dei dubbi sulla ragazza che amavo, quando i flashback non mi facevano discernere la realtà, lei cercava sempre di riportarmi indietro e di raccontarmi la verità su Katniss e se qualcosa non la sapeva, inventava. E mi faceva ridere, perché inventava storie assurde su me e Katniss che andavamo nei boschi del Distretto 12 a fare chissà cosa. Finiva ogni sua storia con la frase: - Ok, l'ho inventato. Ma di una cosa sono sicura che Katniss tiene a te più della sua stessa vita- Queste parole erano un balsamo per me. Riuscivano a riportarmi indietro dall'abisso di oscurità in cui i flashback mi trascinavano. Devo molto a Johanna.
Vederla ora così vulnerabile, mi fa male. Vorrei abbracciarla ma so che se lo facessi lei si scosterebbe.
Dal conto suo Johanna non sembra aspettarsi una mia risposta e dopo una pausa continua.
- Era il migliore amico che avessi. L'unico in realtà. Non riesco a non sentirmi in colpa per non essere stata lì a Capitol con voi. Per non avere potuto fare niente per lui. Se non fossi stata così debole, se avessi superato la prova dell'acqua, mi avrebbero lasciata partire e magari avrei potuto salvarlo-
Mi fermo di scatto e anche Johanna lo fa. Le afferro un braccio e la costringo a guardarmi negli occhi.
- Stammi bene a sentire. Tu non sei debole. Quello che ti hanno fatto a Capitol, quello che ci hanno fatto, è orribile. Nessuno avrebbe potuto sopportare facilmente quello che hai sopportato tu. È normale che tu abbia ceduto di fronte all'acqua. Cosa dovrei dire io, che ho quasi ucciso la ragazza che amo? Per quanto riguarda Capitol io c'ero e ti assicuro che non avresti potuto fare niente. Eravamo circondati da quegli ibridi, sopraffatti da loro. Non so neanche come noi siamo riusciti a salvarci. Se ci fossi stata anche tu, probabilmente saresti morta-
- Forse sarebbe stato meglio. Io non servo a niente, non sono di aiuto a nessuno, sono solo un derelitto ormai-
- A me sei stata di aiuto. Senza di te a Capitol non ce l'avrei fatta. E non lo dimentico Jo-
Lei mi guarda con uno sguardo a metà fra la sfida e la gratitudine.
- Grazie Mellark- dice prima di darmi un abbraccio fugace – Non ti abituare però agli abbracci. Non te ne concederò altri- dice ritornando la solita Johanna.
- Non ti preoccupare. Questo abbraccio mi basterà per tutta la vita- dico sorridendo.
Dopo questa parentesi, ci incamminiamo verso la piazza, senza più parlare.
Quando entriamo in negozio, al banco c'è una ragazza dai lunghi capelli ramati con il capo chino, su alcune pesche che sta riponendo in un cestino.
- Ciao Lily - la saluta con familiarità, Jo. Evidentemente deve essere venuta spesso qui durante questo mese. Io non ci sono mai venuto perché a me Johanna affidava sempre il cibo più difficile da recuperare, per le voglie di Annie. Sono finito nei meandri più lontani di questo distretto. La gente, però, era ben lieta di aiutarmi. Tutti vogliono bene ad Annie nel 4.
La ragazza, Lily, sentendo Johanna alza il capo e le sorride. Ha un bellissimo sorriso e dei profondi occhi verdi. Ha l'aria vagamente familiare.
Poi si volta verso di me e la sua espressione cambia. Sembra sorpresa di vedermi, ma è normale. È l'effetto che faccio alla gente di questo distretto non abituata a vedermi qui. Vi è, però, qualcos'altro nel suo sguardo. All'inizio credo che sia terrore, anche se non ne capisco il motivo per cui debba aver paura di me. Se è perché ho partecipato agli Hunger Games ed ucciso delle persone, dovrebbe essere intimorita anche da Johanna. A dire il vero dovrebbe avere più paura di lei che di me.
Ma poi capisco, non è timore ma dolore. Riconosco quegli occhi, sono i miei stessi occhi, sono gli occhi di una persona che ha sofferto molto, gli occhi di una persona che ha perso molto nella vita. Ma perché questo dolore si è scatenato nel momento in cui mi ha visto?
Rimaniamo a fissarci a lungo fin quando è Johanna a parlare: - Lily so che il mio amico qui è bellissimo, anch'io vorrei stare tutto il tempo ad ammirarlo, ma noi abbiamo una donna incinta che ci aspetta con un'anguria ghiacciata-
Lily si riscuote e arrossisce leggermente alle parole di Johanna.
- Oh si scusa. Ora ne vado a prendere una dal frigo- dice correndo nel retro del negozio.
Johanna mi lancia sguardi divertiti, ma io sono ancora preso da quello sguardo.
Quando ritorna, ha una grossa anguria in mano. Io la prendo dalle sue mani e pago, mentre lei evita accuratamente di guardarmi. La ringraziamo ed usciamo nella calura di questo distretto.
- Hai capito Mellark che fa conquiste?- dice Johanna ridendo.
- Ma che conquiste? Non hai notato niente di strano nel suo sguardo?- le chiedo.
- Si. Ho visto che era letteralmente rimasta senza parole nel guardare la tua bellezza-
- Non credo proprio. C'era sofferenza in quegli occhi-
- Io non ho visto nessuna sofferenza. Anzi ho notato che neanche a te era del tutto indifferente la sua bellezza-
- Jo sai benissimo che io non sono indifferente solo ad una persona, e non si trova di certo nel 4 adesso-
- Uffa! Ma quando la smetterai? Ti sei trasferito qui perché hai rinunciato a lei, ma non puoi continuare a struggerti così-
- Non ho mai rinunciato a lei – le dico.
- E allora dimostralo. Prendi un treno, oggi stesso, e vai da lei. Vai a riprendertela-
- Lo sai che non posso-
- Perché non puoi? Perché pensi che lei ami Gale? Io non ci credo. Si saranno anche baciati ma non credo che lei lo ami davvero-
- Si che lo ama. Lo ha sempre amato. E poi non è solo per quello che non posso. Sai bene che la presenza di Gale mi ha scatenato dei flashback. Non voglio rischiare di farle del male-
- Stupidaggini! Da quando sei qui non hai avuto nessun flashback. Hai solo paura-
- Non ho paura. E ora per favore smettiamola di parlarne –
Detto questo rimaniamo in silenzio per tutto il ritorno.
Al nostro arrivo Roland ed Annie sono contentissimi per l'anguria. Io non l'avevo mai mangiata ma devo dire che è davvero buona e rinfrescante.
Quando rientro a casa, mi metto subito a letto, stanco della giornata.
Nei miei sogni mi raggiunge come sempre Katniss, così bella da mozzare il fiato. Si avvicina a me con esasperante lentezza. Quando è a pochi centimetri da me e sono pronto a perdermi nel suo sguardo, noto che il grigio è stato sostituito da un verde. Non sono gli occhi di Katniss, sono altri occhi quelli che ho di fronte, occhi così profondi che potrei perdermici dentro, profondi come il mare di questo distretto.
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A Love In District 12
FanficSopravvissuti alle molteplici sfide e torture che il destino ha posto lungo il loro cammino, Peeta e Katniss tornano nel distretto Dodici dove desolazione e silenzio regnano incontrastati. Lo sfarzo che precedentemente ha colmato le loro vite, lent...