15.Partenze

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POV Katniss

Le parole di Peeta e la primula mi hanno ridato una nuova energia vitale. Ho ripreso la mia quotidianità con più forza e vigore di prima.
Quando lo sconforto sopraggiunge, faccio come mi ha scritto Peeta. Guardo una primula, annuso il suo profumo e mi sento meglio. Qualche volta prendo anche il libro dei ricordi che io e Peeta avevamo iniziato a scrivere. Lo sfoglio lentamente, osservando tutte le immagine delle persone che abbiamo conosciuto e perso, riportate alla vita dalle mani esperte di Peeta. Ogni volto mi ricorda che è giusto andare avanti. Lo devo fare per le persone che ho perso. Non posso sprecare la mia vita, quando loro hanno perso la loro troppo presto. Ogni tratto di questi disegni mi parla per conto di Peeta. Mi spinge a vivere ed è quello che ho deciso di fare.
Dopo il suo gesto mi manca ancor di più.  Mi chiedo quando ritornerà e se mai ritornerà. Mi sono bastate alcune sue parole e un semplice suo gesto per stare meglio. Per donarmi speranza. Per sopravvivere.
Perché non sei qui con me Peeta? È la domanda che mi pongo almeno una volta al giorno.

Nel frattempo la vicinanza di Gale mi aiuta ad andare avanti con la mia routine e ad accettare la mia vita.
In questi giorni è stato molto premuroso, era parecchio preoccupato per me dopo l'anniversario.
Quando la sera di quel giorno è tornato da me, è rimasto sorpreso del fatto che fossi in piedi e avessi recuperato le energie. Non ha fatto domande però, ha accettato con un sorriso quel nuovo stato di cose. Non mi ha neanche chiesto del perché ogni giorno prima di uscire di casa mi soffermo ad annusare e ad ammirare le primule. Da parte mia, non gli ho raccontato nulla di Haymitch, della primula, del bigliettino, che è gelosamente rinchiuso nel mio comodino, assieme alla perla, e che ogni sera rileggo prima di andare a dormire per scacciare via gli incubi. Non voglio farlo soffrire.

Questa domenica, il giorno della settimana che preferisco, Gale mi ha sorpresa proponendomi di passare tutta la mattinata a caccia e di fare un pic – nic nei boschi. Ho accettato con entusiasmo.
È una giornata stupenda. Respirare l'aria dei boschi è un toccasana per me. L'eccitazione della caccia, la concentrazione che ci vuole per riuscire a catturare la preda, il brivido che sento lungo il mio corpo l'attimo appena prima di scoccare una freccia, la vicinanza rassicurante di Gale, mi fanno sentire libera e viva, come non lo ero da tempo. Oggi ancor più degli altri giorni, in cui io e Gale passiamo solo un paio d'ore a caccia, il passato ha fatto capolino nel mio cuore. Tutti i bei momenti passati che io e il mio amico abbiamo trascorso insieme, prima che gli Hunger Games rovinassero tutto, mi sono ritornati in mente, in un vortice di emozioni felici.
Abbiamo anche acceso un fuoco nella vecchia casupola vicino al lago della mia infanzia e abbiamo mangiato una delle nostre prede. Gale è riuscito anche a trovare delle fragole.
È piacevole stare così come facevamo un tempo a parlare e scherzare, ad ascoltare Gale che racconta delle malefatte di Posy, Vick e Rory che sono rimasti nel Distretto 2 con Hazelle. Mi piacerebbe rivederli, anche se loro mi ricorderebbero troppo la mia Prim. Mi ricorderebbero che lei non può crescere e vivere le sue avventure proprio come loro. Per un attimo mi rabbuio ma scaccio via questo sentimento. Devo cercare di sorridere alla vita, lo devo fare per Prim. Devo vivere anche per lei. Lei è sempre accanto a me. Quando mi addormento posso sentire una sua mano che mi accarezza la fronte, che mi sussurra la buonanotte.
Per questo cerco di godermi il resto del pomeriggio con il mio migliore amico, passeggiando nei boschi e raccogliendo altre fragole ed erbe. Alla fine della giornata abbiamo un bel bottino. Sae avrà molta carne fresca da preparare.
Quando torniamo a casa mia, mi accingo a preparare della cioccolata calda, la perfetta conclusione di questa bellissima giornata. Sto sorridendo mentre la preparo. È una cosa che non facevo da tanto tempo, da quando Peeta se ne è andato esattamente.
Quando rientro in salotto con le due tazze fumanti, Gale si avvicina a me, togliendomele dalle mani e appoggiandole sul tavolino.
- Stai sorridendo- dice con una tenerezza che non gli avevo mai visto in volto prima – è da tanto che non ti vedevo sorridere. Sei bellissima –
Altre volte sarei stata imbarazzata da queste sue parole ma non oggi. Oggi voglio essere una ragazza normale, serena, che si gode la vita.
Lui, lentamente, elimina la distanza tra noi, i nostri visi sono a pochi centimetri l'uno dall'altro. Mi accarezza una guancia. È strano questo contatto fra di noi dopo tanto tempo, se si eccettua il giorno dell'anniversario in cui Gale mi ha stretta fra le sue braccia, ma ero troppo persa nel mio dolore per provare qualcosa. Oggi, però, dopo tanti giorni, sono così affamata di contatto fisico e affetto che accetto volentieri la sua carezza, che mi dona un calore inaspettato.
Forse incoraggiato dal mio atteggiamento, Gale si avvicina ancor di più e fa unire le nostre labbra. Io non mi scosto, decisa a essere trasportata dal corso degli eventi. È un bacio dolce e appena accennato che non ha niente di passionale, almeno non per me. Sono altri i baci ricchi di passione e desiderio che ricordo e non erano con Gale.
Quando lui si distacca da me ha uno sguardo un po' triste e un po' rassegnato.
- Io ti amo. Lo sai? – dice.
Io rimango ammutolita.
Lo so Gale. So che mi ami. Ma non posso risponderti semplicemente così, come la prima volta in cui me lo hai detto. Meriti una risposta definitiva e sarebbe così facile dirti che anch'io ti amo, baciarti nuovamente e passare tante belle giornate come questa.
Per un attimo immagino la mia vita assieme a Gale, non solo come compagni di caccia e amici, ma come compagni di vita. Sarebbe una vita bella. Almeno all'inizio. Ma so per certo che in quella vita mi mancherebbe sempre qualcosa. Mi mancherebbe la forza di andare avanti nonostante tutto nei momenti più difficili. Perderei la capacità di cogliere il bello delle cose. Rischierei, nel tempo, di essere logorata dalla rabbia e dal risentimento. Ma soprattutto mi pentirei ogni giorno della mia scelta perché mi precluderebbe la vicinanza della persona la cui mancanza in questi mesi mi è stata insopportabile.
Gale mi guarda con aria afflitta. È come se riuscisse a percepire i miei pensieri.
- E tu invece ami lui – dice con un tono affranto ma convinto.
- Gale io...-
- Non c'è bisogno che tu lo confermi Katniss. Forse, tu stessa, non te ne rendi neanche conto. Ma io credo di saperlo da tempo ormai, ma non ho mai voluto ammetterlo. Credi che non sappia da dove provenga quella perla che stringi sempre fra lei mani quando stai passando uno di quei tuoi momenti difficili e bui? Ho visto l'Edizione della Memoria. Un suo surrogato riesce ad aiutarti più di quanto faccia io, nonostante ci metta tutto l'impegno – dice con un tono decisamente rassegnato e triste.
Gale
- Hai bisogno di lui per sopravvivere e andare avanti. Non di me- ammette e in cuor mio so che ha ragione.
A questo punto non riesco più a fermare le lacrime e mi lascio andare al pianto. Non voglio perdere nuovamente Gale, non voglio perdere il mio amico, ora che ho trovato la forza di perdonarlo. Allo stesso tempo, però, non voglio illuderlo e negare la realtà ancora una volta. Come al solito non riesco a trovare le parole per esprimere tutto questo. Ma io e Gale non abbiamo bisogno di parole, lui si avvicina e mi stringe forte a sé.
- Mi hanno offerto un posto nel Distretto 1. Ci sono state alcune sommosse che bisogna sedare il prima possibile e vogliono che io comandi le operazioni. Ho deciso di accettare – dice quando il mio pianto si è calmato un po'.
- Te ne vai? – chiedo spaventata. Non voglio rimanere nuovamente sola.
- Si Katniss credo che sia meglio così per entrambi. La giornata, il bacio che ti ho dato, erano un ultimo tentativo per cercare di capire se ci sarebbe mai potuto essere un noi. Ed ho capito che non potrà mai essere così. Noi siamo sempre stati amici, nulla di più- dice rassegnato.
- Gale sei stato molto di più di un semplice amico. Sei stato la mia ancora nei momenti più difficili della mia vita. Ci siamo aiutati a vicenda. Siamo cresciuti assieme. Non voglio che tu te ne vada- dico non riuscendo a nascondere la disperazione che sta nascendo dentro di me.
- Ho bisogno di andarmene per un po'. Il lavoro mi farà bene. Ma non sparirò. Te lo prometto. Ci sentiremo spesso e verrò a trovarti. Anche se credo che presto non avrai più bisogno della mia amicizia – dice mestamente.
- Avrò sempre bisogno di te. Sei il mio migliore amico e questo niente potrà mai cambiarlo –
Lui mi sorride stringendomi forte e dandomi un bacio sulla fronte.

A Love In District 12 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora