far male

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Una scossa mi attraverso il corpo, mi sentivo strana, impotente, come sottomessa da quel sentimento, e così di scatto, mossi le mani in avanti violentemente e a quella spinta si aggiunse della rabbia incontrollata, lui fece un volo e atterrò lontano da me, sbattendo la schiena e ansimando, subito sentii un fortissimo dolore alla schiena, mi fece gridare, mi s
tastai, le mie mani si erano sporcate di sangue, poi il dolore finì, le mie ali erano ancora intatte le sentivo dentro di me, poi corsi via. Cos'era stato? Che specie di maleficio era l'amore? Ora ne ero certa, l'amore era un sentimento orrendo che ti strappa tutto da dentro e non te lo restituisce più, no, non avrei mai più provato una cosa del genere, mai più.

Stare dentro la mia testa non era così divertente come pensavo, ma era una buona occasione per allenarsi con la magia.
Mi ero già procurata parecchi lividi per tutte le volte che, provando a volare, cadevo a terra brutalmente. Era come vedere il film dei casini che combinavo inconsciamente, quella, cioè, io avrei pagato per quello che avevo fatto, e mi stavo rovinando la vita da sola: cosa avevo combinato? Il mio piano non stava minimamente funzionando, era, ERO, veramente testarda, anche se dovevo ammettere, in entrembe le versioni.

Oliver
Ero per terra, ancora non capivo che cosa era realmente successo, mi faceva male la schiena e la testa ma erano soltanto delle botte, non sapevo cosa era invece accaduto a Kiedsten e come aveva fatto a spingermi così lontano, sapevo che dovevo parlarle e vedere come stava. Sulla panchina c'erano le orme tracciate con il sangue delle sue mani, doveva essersi ferita, ma come?

Avanzavo verso la strada di casa a volte correndo ma quando il dolore era atroce ero costretta a rallentare il passo, le ferite create dai malefici non si curavano da sole, per poco e avrei perso le mie ali, fortuna che Oliver non si era fatto tanto male, fortuna per me ovvio, di lui non me ne importava nulla.

Oliver
Mi misi a correre più che potevo, sicuramente si era avviata verso casa, dovevo raggiungerla, la testa mi doleva ancora e pure le ossa della schiena, avrò avuto un sacco di lividi, ma non me ne importava, dovevo vedere se stava bene, e cosa era successo.

Sentii dei passi svelti avvicinarsi e affrettai il passo sapevo che era Oliver e sapevo che era ancora lontano, riuscivo a sentire l'intensità del suono che le sue scarpe producevano quando toccavano il suolo, non ce la facevo più, era un dolore davvero fortissimo, mi sentivo come tagliata in tanti pezzi, mi ripetevo: sei una strega, sei invincibile, sei una strega, sei invincibile. Tutto ciò sembrava funzionare all'inizio ma nemmeno quello bastò a superare l'immenso dolore, poi sentii la sua voce, lontana, avevo solo bisogno di una cura, di un po' di riposo, solo di quello.

Oliver
La vidi cadere a terra e la presi tra le mie braccia prima che potesse sbattere la testa
-Andrew- ansimò prima di svenire, il suo sangue mi stava macchiando la felpa verdino pallido, dovevo fare qualcosa, afferrai il suo telefono e chiamai Andrew
-pronto Kiersten? Non eri uscita con Oliver? E non rispondermi male anche se sei quella cattiva-
-non sono Kiersten sono Oliver devi venire qui, Kiersten sta perdendo sangue mi ha detto di chiamarti, e....e non so che fare
-ok aspettami li-
Non avevo nemmeno riferito ad Andrew la mia posizione, ma pensavo l'avesse intuita dal suo tono di voce.

Ero di nuovo in quel sudicio posto verde con gli alberi
-come fai ad essere anche tu qui? Non stai dormendo-
-sono svenuta, e sai per cosa? Per il dolore che mi ha provocato quel tuo stupido sortilegio!-
-ben ti sta!-
-ora te lo do io un sortilegio e non me ne frega nulla il fatto che siamo la stessa persona e moriremo emtrambe, tu avrai una morte dolorosa, io morirò normalmente almeno-
-c...cosa vuoi farmi?-
-voglio farti tornare nel nostro corpo, e ucciderti-
-perché? -
-perché tu non sei nulla-
-lo hai appena detto a te stessa-
-noi due non siamo uguali-
-si ma purtroppo siamo la stessa persona-

Angelo O StregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora