Appena apro la porta, Luca fa un passo e mi si pone davanti, sventolando tutto baldanzoso il foglio di carta che ho appena intravvisto dallo spioncino.
"Cosa cazz..." esclamo d'impulso prima di rendermi conto che mi sto lasciando andare un po' troppo ad espressioni non propriamente edificanti.
Buone maniere, Sara, buone maniere, mi impongo mentalmente.
Non mi piace per niente che abbia usato l'espediente di salire direttamente alla mia porta di casa senza suonare il campanello all'ingresso del condominio, impedendomi di identificarlo al videocitofono.
So di certo che lo avrei lasciato fuori, questo è poco ma sicuro.
Ed evidentemente lo sa anche lui se ha scelto questa strategia.
"Cosa cavolo di fai tu qui, a quest'ora?" lo aggredisco con un tono di voce acido.
"Non è mica tanto tardi" commenta Luca.
Effettivamente ha ragione, è che sono le prime parole che mi sono venute in mente per la sorpresa. "Non indosso certo l'abbigliamento adeguato per ricevere visite" aggiungo facendo riferimento al mio accappatoio, consapevole che come scusa non sia un granché. Non voglio averlo tra i piedi, questa è la verità.
"Non è rilevante Sara. Devo assolutamente farti vedere una cosa, invece." Direi che è eccitato. Sembra addirittura contento. Di che, poi... mi piacerebbe proprio saperlo.
"Non voglio più aver nulla a che fare con te, Luca" lo aggredisco brutalmente "mi sembra di essere stata piuttosto chiara al riguardo. Anzi, a partire da questo momento cancello dalla mia testa anche il tuo nome. Il tuo numero di telefono, invece, è già stato cancellato da giorni dalla mia rubrica. Erased" ammetto con un pizzico di soddisfazione.
"Non ti porterò via molto tempo, fammi entrare ti prego" mi implora Luca con calma, contrariamente a me che sono una furia.
"Non ci penso nemmeno e non capisco cosa tu voglia da me."
"Solo parlarti, ti prego Sara, non è il caso che lo facciamo qui fuori."
"Non mi interessa, vattene" gli rispondo duramente e arretro per rientrare in casa, ma Luca è veloce nel frapporre un piede tra la porta e lo stipite impedendomi di chiuderlo fuori.
"No, è importante, Sara. Voglio che tu sappia come stanno veramente le cose, poi deciderai. Te lo prometto, ti lascio piena libertà" insiste.
Fa un passo avanti cercando di farmi arretrare.
"Un momento solo Sara, ti prego." Le sue parole sono d'implorazione e fanno scattare la crocerossina, la buon'anima, non so nemmeno cosa, che c'è in me e anche se da un lato sono curiosa di capire cosa ci sia scritto in quel foglio che, ne sono certa, non è la bolletta di una qualche utenza, dall'altra vorrei cacciarlo fuori dal mio ingresso e dalla mia vita.
Faccio un passo indietro, anche se le mie braccia sono sui suoi bicipiti per tentare un'ultima strenua resistenza ed impedirgli di entrare in casa.
"Non voglio sapere nulla, Luca, mi hai fatto male e la tua presenza qui è totalmente inutile" ribatto con forza guardandolo con aria di sfida. "Per tanto tempo ti ho implorato di farlo, ma non hai voluto dirmi niente. Ora so già quello che mi basta conoscere, non mi interessa sentire altro. Vattene!"
"Sara, ti assicuro che stai sbagliando. Ho solo bisogno di spiegarti, di dirti la verità."
"No, tu vuoi soltanto girare il coltello nella piaga e farmi stare male, ma credimi non ci riuscirai. E non ci riuscirai nemmeno da lunedì quando purtroppo dovrò incontrarti di nuovo a scuola per gli esami, ma sono forte, posso farcela. Vivevo senza di te prima e potrò continuare a farlo anche da adesso in poi. Anzi, adesso che so come veramente sei fatto, so che non mi sto perdendo nulla."
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IL SUPPLENTE (completa)
ChickLitDa ragazza, quando frequentavo le scuole superiori in quell'austero edificio dallo stile vittoriano, avevo sognato per anni che un bel giorno arrivasse in classe un giovane professore attraente, sexy, dal fisico muscoloso. E che magari i suoi occh...