Capitolo 59

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Sorrisi imbarazzata e guardai il pavimento.
Mi prese il viso tra le mani e iniziò a guardarmi come se fossi la cosa più bella del mondo.
Andava dagli occhi alla bocca, per poi ritornare agli occhi.
Si avvicinò a me fino a far sfiorare le nostre labbra. Fu come risvegliarsi da un incubo, uno di quelli peggori, di quelli che ti lasciano la fronte sudata e il terrore negli occhi.
«Ti stai facendo abbindolare, ancora. Svegliati!»
''Tayler, non posso'' dissi mettendogli una mano sul petto come per allontanarlo, ma le nostre labbra erano ancora vicine e il mio braccio non esercitava alcuna pressione.
''E allora perché non ti allontani?'' sussurò contro le mie labbra.
''Non lo so'' ammisi.
Ero una debole che lo amava troppo, ecco perché.
''Mi sei mancata, Emily''
Ormai stavamo parlando a sussurri, troppo occupati a sentire il fiato corto e il battito veloce dell'altro, mentre le nostre labbra reclamavano quel contatto, con gli occhi che si urlavano quanto si amassero.
Ma io ero frenata.
''Anche tu'' ammisi.
''E allora perché non vuoi baciarmi?'' disse con voce roca.
La mia mano era ancora sul suo petto: il cuore gli batteva velocemente, forse più del mio.
Non ci stavo capendo più niente.
''Perché sono successe tante cose, Tayler. Perché sono stata di merda. E perché sono una stupida'' dissi frustrata.
''Non sei una stupida, piccola'' scosse la testa sfiorandomi le labbra con le sue.
''Oh si, perché, nonostante tutto quello che è successo, ti amo ancora''
''Che cosa?'' era sorpreso.
Come faceva a esserlo? Non capiva quanto potessi amarlo?
''Si, ti amo Tayler e sono una stupida''
''Allora siamo in due, siamo due stupidi che si amano troppo. C'è qualcosa di sbagliato?''
"Si, perché tu hai pensato bene di dirmi quelle cose per giorni. E devi darmi una cazzo di motivazione" dissi con rancore.
"Perché ti amo" lo guardai confusa.
L'altra mano andò sulla sua guancia, e gli sfiorai l'angolo della bocca con l'indice.
Volevo baciarlo ma pretendevo delle rispose. Una risposta valida per il dolore che avevo sopportato in quei giorni, una motivazione che me lo cancellasse.
"Ti amo troppo, Emily. Così tanto che non volevo permettere che tu stessi con uno come me. Sono uno stronzo, Emily, e ti farò solo soffrire. Ma sono anche estremamente egoista e non ci riesco a stare senza te, anche se questo significa farti soffrire" sussurrò con voce rotta.
"Non ho mai sofferto quando ero con te. Mai, Tayler. Ho sofferto quando tu te ne sei andato senza voltare le spalle" lo guardai negli occhi.
''Oh, fanculo'' ringhiò e azzerò le distanze con la suasolita rude passione che mi faceva impazzire.
Mi misi a cavalcioni su di lui senza mai staccarmi da quelle labbra che tanto mi erano mancate.
Le morsi, le baciai, le leccai, le feci mie come sempre erano state. E lui fece lo stesso con le mie mentre la mia testa e la mia pancia elaboravano emozioni che non riuscivo a distinguere.
I le mie dita erano tra i suoi capelli e i gomiti sullo schienale, le sue mani erano sotto la mia maglietta intente ad accarezzarmi i fianchi.
Mi mancava quel sapore di sigaretta e menta, mi mancavano le sue labbra e le sue mani sui miei fianchi.
''Siamo pazzi'' risi ancora sulle sue labbra.
''Piccola, mi sei mancata''
Sorrisi e continuai a baciarlo.
''Dimmi che non è significato niente né la scopata con Allyson, né con la rossa, né il bacio con la biondina'' più che una domanda sembrava una preghiera.
Non so perché lo ripetei ancora, forse perché avevo bisogno di sentirmi dire quelle parole che mi avevano tormentato.
''Emily, non ho fatto nulla di tutto questo, te l'ho già detto. Pensavo tutto il giorno a te, non avrei mai potuto farlo. Devi metterti in testa che voglio te, solo te. Voglio te, Evans, te e basta" sussurrò e io mi avventai di nuovo sulle sue labbra.
''Amo solo te'' disse con voce roca mentre mi lasciava dei baci umidi sul collo.
''Ripetimelo'' sorrisi mentre mi godevo quei piccoli brividi che mi causava lui.
''Amo solo te'' ripetè.
''Ti amo'' lo baciai.

Ci baciammo e basta, costantemente, fino a rimanere senza ossigeno nei polmoni, fino a quando Erik entrò guardandoci stralunato.
Molto probabilmente si aspettava un Tayler senza palle o direttamente morto.
"Che succede qui?" disse con un sorrisetto malizioso.
''Niente'' sorrisi guardando Tayler.
''Si, certo, niente'' scosse la testa diverto "Vi va della pizza?''
''Sarebbe un reato rispondere di no alla pizza'' dissi io sorridendo.

Un errore bellissimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora