Capitolo 109

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Qualcosa mi solleticava il collo, avevo caldo, c'era qualcosa tra le mie gambe e attorno alla mia vita.
''No, ti prego, non può essere'' sussurrai sul punto di avere una crisi isterica.
Girai appena la testa e quando vidi Tayler avvinghiato a me mentre dormiva beatamente, mi sentii morire.
«Menomale che non volevi dormire. Potevi tenermi sveglia, no? Ascolta, anche io avevo sonno. Sei inutile.»
Sentii l'erezione di Tayler sul mio sedere e avvampai immediatamente.
Bestemmiai buttando la testa sul cuscino.
''Buongiorno anche a te'' sussurrò con voce roca dandomi un bacio delicato sul collo.
''Perché sei qui?'" mi chiese un attimo dopo, rendendosi conto della situazione.
''È una storia lunga'' sbuffai.
''Non ne sei felice, vedo''
''Ascolta, Tayler, di certo non era il mio obbiettivo dormire con te dopo tutto quello che ho, anzi abbiamo, passato in questi mesi'' stavo iniziando ad innervosirmi.
''Okay'' mise un broncio e mi abbracciò ancora più forte appiccicando la testa al mio seno.
Sorrisi: sembrava un bambino.
''Tayler'' borbottai.
''Una volta nella vita vuoi chiudere quella cazzo di bocca? Ti amo, okay? Ho passato dei giorni orribili. Tutto mi andava storto e ora che sono qui con te sembra che tutto vada perfettamente nella mia vita. Perché sei tu la mia vita. Quindi chiudi quella cazzo bocca adorabile'' borbottò nascondendo il viso nel mio seno.
Il fatto è che non lo stava facendo maliziosamente.
Mi sciolsi, letteralmente. Mi era mancato troppo per rimanere indifferente al suo abbraccio. Non era un abbraccio normale, mi stava usando come un salvagente, stava cercando di appigliarsi a qualcosa per evitare di cadere nel buio. E io feci lo stesso, mi salvai grazie a quell'abbraccio.

***

''Tanto per la cronaca, eri stupenda con quel vestito. Mi hai mandato il cervello a puttane'' disse con voce roca mentre stavo cercando disperata il telefono.
Non era in camera perché, nel momento di panico causato dalle sue urla, me lo ero portata inconsciamente dietro, per poi buttarlo in qualche angolo remoto della stanza.
No, non ero stupida, ero più che stupida.
''Ti sembra il momento?'' dissi frustrata.
''Eddai, lo cerchi dopo'' borbottò abbracciando il cuscino.
Era a pancia in giù e le lenzuola gli lasciavano scoperta la schiena e metá di quel sedere perfetto, mentre i capelli gli cadevano sul viso in un modo adorabile.
«Aiuto. Non ti distrarre. Ma guardalo. Sei impossibile. Eddai, è una cosa bellissima. Senza parole. È da orgasmo. Allibita. Sto per veniere. Sconcertata. Ahhh. Rinuncio

Un errore bellissimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora