Capitolo 47

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Mise le mani sui miei fianchi e mi fece sedere. Mi allacciò il reggiseno e mi diede un bacio umido sulla clavicola.
''Piccola, dobbiamo tornare a casa, tra un po' diventerà buio''
''Di già? Uff, okay'' dissi un po' triste.
È che ero stata bene, lì, con Tayler, lontana dai problemi e da tutta la merda.
Avevo davvero tanto bisogno di passare delle ore in mezzo al nulla, lontana da tutto e, possibilmente, con Tayler. Perché è sempre stato così con lui: quando volevo stare lontana da qualunque essere vivente, me stessa compresa, volevo sempre lui accanto.
Avevo bisogno di lui e ne ho bisogno ancora ora.
''Torneremo, te lo prometto'' disse - come se avesse letto i miei pensieri - accarezzandomi il viso e facendomi tornare il sorriso.

Quando tornammo a casa mia, io mi cambiai la maglietta e Tayler fece lo stesso dato che entrambe erano bagnate - le avevamo usate, intelligentemente, per asciugarci.
Tayler si riprese la felpa che gli avevo rubato la prima volta, ma me la sarei ripresa, questo ero sicuro.
''Tayler, grazie di tutto''
''Non è nulla'' sorrise e mi diede un dolce bacio, seppur troppo veloce.
Oh, diamine, era davvero tanto quello che aveva fatto. Mi aveva fatta sentire libera ed era tanto che non provavo quella sensazione.
Avete presente quando ti sembra di avere la forza di fare qualsiasi cosa? Quando ti senti libera di fare quello che vuoi, come una farfalla?
Ecco, erano poche le volte in cui l'avevo provato. I miei genitori mi hanno tappato le ali nell'esatto momento in cui, da un'insulso bruco, sono diventata una farfalla.
''Non vorrei lasciarti sola, ma devo andare. Ci vediamo domani, okay? Comunque ci sentiamo su whatsapp. Ciao, bimba'' mi diede un bacio delicato sulla fronte.
''Ciao, amore'' sorrisi.
''Come mi hai chiamato?'' sembrava stupito.
''Amore'' dissi semplicemente.
''Oh Emily'' iniziò a baciarmi passionatamente.
Impazziva quando lo chiamavo "amore" e io ho sempre amato farlo uscire di testa.
''Ti amo, Emily, ma ora devo andare'' disse ridendo nonostante il fiatone che il bacio aveva causato.
''Ti amo'' gli diedi un bacio sulla mascella, in quel punto che adorava.
Come non detto: ''Mi distrai'' disse con voce roca.
''Ciao'' sussurrai tra le sue labbra mentre cercavo di trattenere le risate.
Mi abbracciò forte, uno di quei abbracci spaccaossa ma comunque dolci.

Dopo dieci minuti già mi mancava.
«Hai dei problemi gravi, cara. Coscienza, tu non mi manchi mai, sei più insopportabile di Allyson e Sharon messe insieme, il che è alquanto grave. Antipatica di merda. Troia. Hai capito che sono te, vero? Fottiti.»

Mamma arrivò dopo un'ora e sembrava incazzata, ciò non prometteva niente di buono.
''Mamma, è tutto okay?'' azzardai.
Non l'avessi mai fatto.
«Ti stai scavando la fossa da sola, io ti avviso.»
''Non hai altro da fare che rompermi le palle? Vai a studiare, che fai schifo a scuola, come in tutto il resto. Che delusione di figlia'' sbottò con la sua solita cattiveria che caratterizzava mia madre.
«Te l'ho detto io.»
''Ti rendi conto di come sei? Mi sono aperta completamente con te. Pensavo che forse, in qualche modo assurdo, fosse cambiato qualcosa tra di noi. Pensavo che magari potessimo avere quel rapporto normale tra mamma e figlia, ma mi sbagliavo!'' urlai con le lacrime agli occhi e me ne andai in camera mia.
Mi chiusi a chiave e scoppiai a piangere.
Faceva tutto schifo.
Non potevo passare delle ore belle e in tranquillità che poi tutto si rovinava.
Faceva tutto un immenso schifo e mi veniva da vomitare.

Quando ero più o meno tranquilla, presi il telefono per scrivere a Crystal ma cambiai idea e rimasi nella mia solitudine.

Non c'è stata una volta, nemmeno con Crystal, che io abbia preso il telefono e abbia parlato dei miei problemi all'altra persona.

CHE DELUSIONE DI FIGLIA.
Le parole di mia mamma mi si ripetevano nella testa, come ogni volta in cui le diceva.
Che delusione di figlia.
Che delusione di figlia.
Che delusione di figlia.
Che delusione di figlia.
Ero a pezzi. Mia mamma aveva rovinato quella giornata con quattro semplici parole.
Che. Delusione. Di. Figlia.

Non potevo fare altro che addormentarmi tra le lacrime come tutte le altre sere.
Era routine ormai, una quotidianità che mi stava distruggendo.

***

La mattina dopo avevo gli occhi gonfi e rossi. In più avevo la luna girata in un modo assurdo e anche anormale. Ciò era semplicemente causato dalla nottataccia che avevo passato.

Non salutai nemmeno mia mamma e uscii con le cuffie nelle orecchie e una nuvola nera sopra la testa.
<<Ti guardi troppi cartoni. Questo doveva essere un segreto tra me e te, però.>>

Quando arrivai a scuola, entrai subito senza nemmeno salutare il gruppo. Ormai avevano anche loro capito quel gesto: se Emily si ferma davanti a scuola, è tutto okay; se invece va dritto senza guardarci nemmeno, sono dolori ed è meglio starle alla larga.
Chiaro, no?
Mi diressi verso le macchinette per prendermi un caffè.
Quella fottuta macchinetta, ogni settimana, diminuiva sempre di più la quantità di caffè.
''Figli di puttana'' borbottai mentre guardavo il caffè con un'espressione tra l'incazzata e lo shock.
''Ancora con la storia della macchinetta che continua a diminuire la quantità di caffè?'' era Erik che sapeva benissimo il mio odio per quelle macchiette.
''Già'' mi girai e gli diedi un bacio sulla guancia.
''Come stai, Emy?'' mi chiese dolcemente.
''Bene, tu?'' e, ancora una volta, avevo mentito sul mio stato d'animo.
Non ce la facevo a dire che stavo male, nè con lui nè con Crystal, nè con Chloe. Non ci sono mai riuscita.
''Massí, bene'' alzò le spalle.
''Tayler?''
''Non lo so, lo stavo per chiedere anche io a te''
Mi guardai in giro, fino a quando non intravisi un ciuffo bruno che ormai conoscevo fin troppo bene.
''Eccolo'' esclami sorridendo.
''Come diavolo hai fatto?'' mi guardò sconvolto.
''Ho i sensori-Tayler'' dissi iniziando a camminare a passo veloce.
Gli misi le mani sugli occhi e chiesi cercando di cambiare voce: ''Chi è?''
''La ragazza più bella al mondo'' mise le sue sulle mie.
"Scusa e chi sarebbe?" mi misi davanti a lui con le mani sui fianchi.
"Tu, stupida" sfoggiò quel suo famoso sorriso da "tutte le ragazze cadono ai miei piedi".
"Ah, comunque hai sbagliato" continuai e lui mi guardò confuso.
"Non sono la più bella, ma quella che ti ama di più al mondo"
''Sei anche bellissima. La piùa bella per me'' intrecciò le dita alle mie dandomi un bacio talmente dolce che mi face sciogliere.
Come faceva a migliorami le giornate?
Ora direi: come ha fatto a migliorarmi la vita, nonostante le cose non siano andate come me le immaginavo?
"Si, ragazzi, ma così mi fate ingelosire" borbottò Erik.
Lo guardammo male per poi scoppiare in una fragorosa risata.
Ma si poteva essere più stupidi di così?

Ci staccammo - per la felicità di Erik - e il mio occhio cadde subito su una ragazza che avevo gia visto. Mi fece agitare, ma non ne capivo il motivo.
La conoscevo, però il mio cervello - ancora addormentato data l'ora - non aveva collegato che quella era la ragazza con la quale avevo ancora un conto in sospeso.
Un conto che avevo assolutamente intenzione di saldare.

Chi sarà?
Spero che vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora