Capitolo 111

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Ovviamente, due poveri ragazzi che vogliono rimanere in ospedale tutta la notte, vengono costretti a dormire, per modo di dire, su quelle merde di poltrone, se così si possono chiamare, al freddo e lontando dalla persona per cui fanno quel sacrificio.
''In che società di merda viviamo?'' mi chiesi tra me e me per poi lanciare imprecazioni su imprecazioni ai dottori e agli infermieri.

Mi guardai in giro, mentre Tayler era andato a predere due cioccolate calde al distributore automatico.
C'era una coppia anziana che piangeva silenziosamente, una ragazza sui vent'anni che continuava a singhiozzare e una coppia che si stava baciando in modo osceno.
Si, avete capito bene. Si baciavano con talmente foga che, in un istante, ho avuto la paura che potessero finire col scopare.
Faceva piuttosto freddo, allora incrociai le braccia sfregandole con le mani con la vana speranza di riscaldarmi almeno un po'.
Tayler arrivò con la fronte un po' corrucciata, il che mi fece ridacchiare.
''Non mi bastavano le macchinette della scuola che ti fottono i soldi, no, pure quelle dell'ospedale'' disse tutto imbronciato.
Era così adorabile.
«Ehi, no, non state nemmeno insieme. E che ci posso fare se è adorabile? Sei impossibile. Eddai, come si fa resistere a quel broncio? Io ci rinuncio.»
''Ehi, hai freddo?'' mi chiese notando le mie braccia.
C'era un pizzico di preoccupazione nei suoi occhi. Okay, forse un po' di più di un pizzico, ma fa lo stesso.
Il mio orgoglio, però, vinse per la millesima volta e scossi la testa accennando un sorriso tirato.
''Tu e il tuo orgoglio'' borbottò alzando gli occhi al cielo.
''E che c'entra?'' chiesi guardandolo negli occhi.
''Stai zitta e vieni qui'' disse serio, anche se potevo percepire la sua dolcezza.
Appoggiò le cioccolate sul tavolino di fronte a noi, si sedette vicino a me e mi mise un braccio intorno alle spalle.
Cercò di avvicinarmi a sé ma io rimasi impassibile mentre mille pensieri mi frullavano per la testa senza un filo logico.
''Tayler... Io...'' non sapevo nemmeno che dire.
Sembravo patetica. Anzi, lo ero.
''Chiudi quella dannatissima bocca perfetta, prima che ci pensi io'' disse con voce roca mentre me le fissava in un modo tremendamente sexy.
Adoravo la sua passionalità, il fatto che mi desiderasse, che mi guardasse come se fossi la cosa più bella del mondo e che mi mangiasse con gli occhi anche quando avevo i miei felponi addosso.
Mi mancava tremendamente.
Mi appoggiai esitante alla sua spalla e lui appoggiò le labbra sulla mia testa, inspirando il mio profumo.
Sentii il suo sorriso e allora il mio cervello andò in tilt. Misi le gambe sulle sue, facendole arrivare alla poltroncina affianco a quella di Tayler, misi la mano sul suo petto e la testa nell'incavo tra il collo e la spalla.
Sorrisi pensando a quanto adorasse i miei baci appena sotto l'orecchio.
Mi accucciai ancora di più e mi addormentai inebriata da quel profumo divino.

Tayler's pov
Quanto mi era mancato averla tra le mie braccia. Devo dire che ero rimasto pietrificato per un po' quando si era avvinghiata in quel modo a me. Mi era mancato il suo profumo e le sua mano sul mio petto come faceva sempre.
Mi sentivo come rinato ma, nonostante ciò, mi addormentai con un peso nello stomaco.

***

La luce del mattino mi fece svegliare.
Appena mi mossi una terribile fitta alla schiena quasi mi paralizzò.
Fu peggio quando non trovai Emily vicino a me.
Mi guardai intorno e la trovai appoggiata sui gomiti al davanzale della finestra che dava sul giardino dell'ospedale.
Sembrava che stesse piangendo.
Mi alzai trattenendo un gemito di dolore e mi avvicinai a lei.
Appena appoggiai la mano sulla sua schiena si alzò di scatto aciugandosi le lacrime.
''Ehi, che succede?'' le chiesi asciugandole una lacrima col pollice.
''Nulla'' spostò lo sguardo.
''Eddai, ti conosco e so che non stai così solo per Erik'' le dissi tranquillo.
''Non saprei nemmeno da dove iniziare'' farfugliò.
''Non devi per forza seguire un filo logico o temporale''
''Filo? Nella mia vita non c'è nessun filo. È tutto un casino. Erik sta malissimo e non so come aiutare Crystal. Con te non so nemmeno che succede o cosa siamo dato che non abbiamo avuto nemmeno il tempo di parlare. Ci siamo detti quelle cose a scuola e a casa tua, ti ho baciato alla festa, ti ho detto che ti amo e non abbiamo ancora parlato come si deve. Chloe oggi mi scrive che si è lasciata con Johnatan perché ha cercato di portarsela a letto contro la sua volontà, e ho una voglia matta di tirargi un calcio talmente forte la fargli arrivare le palle in gola. E poi c'è Alex che si è coalizzato con i miei e rompono talmente tanto i coglioni che non ce la faccio più mentalmente fisicamente a reggerli. Anzi, cazzo, non ce la faccio a reggere più nulla. Mi sembra che mi stia cadendo il mondo addosso'' lacrime silenziose le scendevano dagli occhi rossi.
''Ehi, vieni qui'" aprii le braccia.
''Non mi aiuti così'' borbottò.
''E invece si'' dissi con un ghigno.
Ne ero sicuro. Lo sapevo da come mi guardava, da come il suo corpo venisse attirato dal mio, da come il suo cuore battesse velocemente quando eravamo vicini, da come il suo respiro diventava irregolare quando dicevo qualcosa di sconcio, da come sorrideva in mia presenza, da come mi fissava di nascosto convinta che io non me ne accorgessi.
E io l'amavo. Dio se l'amavo.
Lo dicevano chiaro e tondo i miei occhi che non volevano vedere altro se non lei. Lo diceva il mio cuore, che batteva solo quando lei mi sfiorava. Lo diceva il mio sorriso che usciva solo alla vista del suo.

''Stronzo'' disse accoccolandosi a me
In fondo, anche lei mi amava ancora, forse nemmeno così "in fondo".

Chiamatelo filo rosso, destino, anima gemella, metà, o come diavolo volete, ma eravamo legati. Eravami legati da un qualcosa più forte di tutto e di tutti.
E io volevo rimanere legato a lei per l'eternità, a costo di morirci impiccato da quel filo.

Spero che vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora