Capitolo 105

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''Quello è un'altra cosa'' sbottai.
''Quindi tu stai dicendo che l'amore in TV è finto?"' chiese ancora.
''Si'' risposi semplicemente.
''Prima non la pensavi così''
''Appunto, prima. E prima di cosa?'' lo sfidai.
''Vuoi davvero discuterne qui?'' mi guardò negli occhi.
Alzai le spalle in modo strafottente, lui si tirò i capelli esasperato e io mi morsi il labbro.
Dio, quanto mi mancava quel gesto.
I suoi occhi andarono di scatto sulle mie labbra.
Era proprio di fronte a me, era impossibile ignorarlo.
''Scusa, quale ragazzo al mondo avrebbe rinunciato al lavoro che gli ricordava il padre e permetteva alla madre di vivere, come ha fatto Luke per Sophia?"
''Non l'avrebbe fatto se non avesse ricevuto l'assegno da Ira'' rispose prontamente.
Nessuno capiva di cosa stessimo parlando: "La risposta è nelle stelle". Lo avevamo guardato insieme, a casa sua, sotto le coperte, abbracciati ed era stato uno dei giorni più belli della mia vita.
''Si, ma aveva già rinunciato. Si era ritirato. Poi è arrivato l'assegno e i quadri. Questa è una cosa romantica e tutto, ma nessun ragazzo reale l'avrebbe mai fatto. Quindi si, è falso''
''Solo tu puoi rovinare film come questo così'' disse quasi disperato.
''Non è che lo rovino, dico la verità. Si, è un film bellissimo, ma nessun ragazzo l'avrebbe mai fatto''
''E come lo sai?'' mi sfidò.
Mi alzai in piedi furiosa.
''Perché ci sono ragazzi che non sono riusciti a rinunciare a molto meno per la ragazza che dicevano di amare'' ringhiai furiosa.
''E se amasse davvero a questa ragazza?'' anche lui si alzò.
''Avrebbe messo da parte l'orgoglio e le stupide idee che si era fatto''
''Non è l'orgoglio, è l'amore che prova per quella ragazza ad averlo portato a quel punto''
''Ah si, certo. Tu lo chiami amore ansarsene senza voltarsi?''
''L'hai detto tu stessa che amare vuol dire sacrificio. Beh, forse quel ragazzo voleva solo il suo bene e la sua felicità''
''Bene? Felicità? E permettere che stesse male per mesi? Che bell'amore''
Stavamo urlando entrambi.
Respirò profondamente e cambiò del tutto espressione: sembrava quasi vulnerabile.
''Tu non sai nemmeno cosa vorrebbe fare quel ragazzo ora'' sussurrò improvvisamente e si avvicinò lentamente a me. Sentivo il suo respiro caldo sul viso e le nostre labbra erano troppo vicine.
''E cosa?'' chiesi debolmente.
Mi prese il viso tra le mani, mentre muoveva i pollici in circolo. Si avvicinò ancora a me, tanto da far sfiorare i nostri nasi.
Sorrise dolcemente e io anche.
Misi le mani sulle sue e le accarezzai con le punta delle dita.
Era un gioco a guardarsi gli occhi, poi le labbra e vedere chi crollava prima.
Voleva baciarmi e io volevo baciarlo.
Ma non potevo.
Abbassai la testa e mi allontanai, come se avessi preso la scossa e lui, di conseguenza, tolse le mani dal mio viso.
Mi strinsi nelle braccia.
''E noi cosa siamo stati?'' chiese poi.
''Io...'' una lacrima minacció di uscire ma la ricacciai ''Io non lo so, Tayler. So solo che ci siamo amati, che abbiamo lottato. Siamo stati un errore, forse, ma un errore bellissimo. E non mi sono pentita, perché noi siamo stati veri'' sussurrai.
Non credo che qualcuno riuscisse a sentirci.
''E allora perché ti sei allontanata? Perché ora ti stai stringendo nelle braccia?''
''Voglio proteggermi'' mi girai e me ne tornai al mio posto sotto gli occhi attoniti e confusi dei presenti.
Lui rimase un po' in piedi a guardarmi e poi se ne andò senza salutare la classe.

Nessuno proferì parola e, dopo un secondo silenzio imbarazzate - a quanto pare, sapevo solo creare solo silenzi imbarazzanti - il preside continuò la lezione, mentre io pensavo a quel profumo di menta e sigaretta che tanto mi era mancato.

Tayler's pov

Uscii infuriato e frustrato da quella stanza che sembrava profumasse solo di lei.
Era stato assolutamente... Non lo so cosa era stato ma mi sentivo uno schifo assoluto.
Presi una sigaretta dalla tasca del Colmar, me la accesi e iniziai a fumarla con velocità.
Chiusi per un attimo gli occhi per cercare di regolare il respiro ma mi apparve lei e tirai un pugno all'albero di fronte a me con un urlo disumano.
Finii la sigaretta e continuai a prendere a pugni e a calci il povero albero.

Quando fui soddisfatto e le mie nocche abbastanza rosse, mi sedetti a terra strisciando su di esso e mi accessi la seconda sigaretta.
La seconda di un intero pacchetto che mo fumai quel giorno, sotto all'albero, mente pensavo e mi chiedevo cosa avessi di sbagliato.

***

Emily's pov

''Wow, che è successo lì dentro?'' mi si affiancò Chloe con due occhi che sparavano cuoricini a raffica.
Quella ragazza era troppo romantica.
''Non lo so'' dissi guardando a terra "Forse è stato l'unico confronto che abbiamo avuto da tre mesi"
''Tu stai bene?'' chiese lanciandomi uno sguardo preoccupato.
''Si'' dissi senza alzare la testa.
Non era vero: stavo male.
Ci provavo a cercare un pizzico di felicità dentro al mio cuore, ma trovavo solo devastazione, vuoto e una tristezza infinita.

E poi c'era quella frase che aveva detto guardandomi intensamente negli occhi.
FORSE QUEL RAGAZZO VOLEVA SOLO IL SUO BENE E LA SUA FELICITÀ.
Non sapevo cosa avesse voluto intendere ma sentivo che, sotto, c'era qualcosa. Come se lui non si fosse fatto sentire per tre mesi per altri motivi e non per quello che era successo con Alex.
Avevo bisogno di risposte e non avevo minimamente idea da dove iniziare per averle.

Spero che vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora