James' POV
Per essere il primo giorno di allenamento, è andato peggio di quanto pensassi.
Beh, di certo non me lo sarei mai aspettato vedere Sophia reagire ai miei attacchi, soprattutto un tipo come lei.
Deve ancora imparare tante cose e il solo fatto che devo insegnarle tutto da capo, mi fa diminuire la pazienza del 90%.
Posso capire se lei avesse avuto problemi con, non so, usare qualche oggetto di spionaggio o come nascondersi.
Ma tutto da capo, vi prego no.
Durante queste dieci ore di allenamento, non ha fatto altro che tenere le mani davanti a sé per proteggersi, ma con scarsi risultati visto che poi si è trovata catapultata per terra e con una marea di sangue che le colava dal naso.
Forse sono stato un pò troppo precipitoso con lei, ma può anche capitare di peggio.
Ed è meglio che si prepara, perché non saprà quale incubo le aspetta.
Le porto del ghiaccio e lo premo piano piano sul suo viso.
Lei comincia a rilassarsi ansimando di piacere e sollievo a bassa voce.
La guardo un pò incredulo e lei accorgendosene, decide di cambiare discorso."Cosa facciamo dopo?"
"10 giri di tapis roulant."
Dal suo sguardo vorrebbe dirmi che vuole stare spaparanzata sul divano, ma annuisce soltanto, perché sa che potrei innervosirmi da un momento all'altro e urlarle contro.
Oh bene, la ragazza ora ha capito chi sono finalmente.
Le preparo un sandwich con lattuga e pomodoro, lo metto nel forno a microonde e aspetto che si riscaldi. Passati cinque minuti il forno emette un suono come per annunciarmi che il sandwich è pronto.
Lo poggio su un piatto e poi, arrivato nel soggiorno, glielo porgo tra le mani."Grazie James, ma non ho fame."
"Come puoi non avere fame dopo essere stata letteralmente massacrata? Mangialo, anche perché dopo dobbiamo correre sul tapis roulant e non voglio vederti morire mentre rotoli."
Sophia prende il piatto e lo poggia sulle sue gambe.
La osservo mentre addenta il suo panino e quando se ne accorge, si ferma."Non mi guardare mentre mangio, mi metti in imbarazzo."
Scoppio in una risata improvvisa e lei arca le sopracciglia.
"Beh, visto che ti imbarazzi, vado a regolare la velocità del tapis roulant. Tra un'ora ti voglio nella palestra." dico con decisione.
Apro con la chiave la porta della palestra ed entro.
Mi avvicino verso uno dei due tapis roulant e premo un bottone per accenderlo.
Quei due tapis roulant ormai sono un pò vecchiotti, infatti sto avendo difficoltà a regolare la velocità.
Anche perché è da un po' che non li uso.
Dovrei comprarne nuovi, ma non posso spendere a caso lo stipendio che mi da la S.S.C. e dell'università come professore.
Un momento, se mi danno tutti questi soldi, io sono ricco.
Oh perfetto, dirò a Sophia che uno di questi giorni dovremmo fare un bel po' di spese.
Prendo il manuale delle istruzioni che si trova in una valigetta accanto alla finestra e leggo attentamente quello che c'è scritto.
Dopo un'ora riesco finalmente ad aggiustarlo:il problema è solo che sono vecchi e quindi di tanto in tanto danno i numeri."Sophia, vieni." le ordino.
"Arrivo!" dice sbuffando.
Entra nella palestra e si posiziona sul tapis roulant.
"Pronta?"
"Pronta." sto per premere il bottone grazie ad un telecomando, ma lei mi interrompe. "Aspetta, a che velocità è?"
"2.6, ma aumenteremo."
"Ah. Va bene."
Mi posiziono dietro di lei e prima di premere quel bottone, mi interrompe di nuovo.
"Perché sei dietro di me?"
"In caso dovessi cadere all'indietro, ci sono io che ti tengo. E ora smettila di farmi domande." dico cominciando a perdere la pazienza.
Premo il bottone e il tapis roulant comincia a muoversi.
Sophia cammina lentamente, come dovrebbe essere infondo, e non spiccica parola.
Passati dieci minuti inizio ad aumentare a 3.4.
Ogni dieci minuti aumento la velocità.
4.8
5.6
6.7
9.1
10.5
Noto che Sophia inizia a correre e non perde l'equilibrio, mentre le sue gocce di sudore schizzano in ogni angolo della stanza."James, credo che sia un pò troppo veloce."
"Avanti, non rovinare questo momento, stai andando bene." dico come se la stessi incoraggiando. "Aumento un po' di più."
"Ma cadrò!" dice cominciando ad agitarsi.
"Ci sono io dietro, tranquilla." dico alterandomi, come se volessi chiuderle la bocca.
Aumento la velocità di 16.4, mentre vedo che Sophia perde il controllo.
Si lascia andare e scivola su di me, facendo cadere entrambi per terra.
Risultato? È sdraiata su di me, mentre cinge il mio collo con le sue braccia e la testa è sul mio petto.
Che volo.
Ad un tratto Sophia alza la testa e mi accorgo che mi sta guardando.
I nostri occhi, i nostri nasi e le nostre labbra sono vicinissime e io non ho la più pallida idea di cosa devo fare.
Non vorrei mai ritrovarmi in situazioni come queste.
Entrambi non parliamo, ci guardiamo come se stessimo aspettando reciprocamente che qualcuno faccia la prima mossa."Stai bene?" mi chiede lei balbettando.
"Si." quei suoi occhi sono così verdi che mi ipnotizzano. "E tu?"
"Si, sto bene." accenna un sorriso, quando ricomincia a guardarmi come prima.
Ad un tratto le nostre labbra si avvicinano sempre di più fino a sfiorarsi, quando poi squilla il telefono.
"Sta squillando il telefono, devo rispondere." dico alzandomi di scatto da terra, aiutando anche lei a sollevarsi.
Prendo il telefono e nervosamente cerco il tasto per rispondere.
Perché sono così nervoso?"Pronto?" era sua madre al telefono. "Oh salve! Diciamo. Ah ah. Ah ah. Ah. Ma lei.. Ma.. E va bene, farò di tutto! Comunque grazie, arrivederci." dico chiudendo poi il telefono.
"Chi era?"
"Tua madre. Domani è probabile che Trinket sarà con i suoi scagnozzi per architettare qualche piano per piazzare quella bomba ad orologeria all'Università."
"Quindi dovremmo fare a botte?"
"Sai, ti assegno un compito:tu starai nascosta da qualche parte, mentre io mi libererò di loro."
"Ma voglio fare a botte!"
"Cosa? Non sai nemmeno da dove iniziare! Stai ferma e nascosta finché non ti dirò quando andarcene, e nessuno andrà in ospedale. Chiaro?"
"Okay." dice sbuffando.
"Avrai altre occasioni, ma ora non è il momento."
Annuisce ed esce dalla stanza.
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LIES // James Maslow
Fanfiction[Scena tratta dalla storia.] James' POV "Stai bene?" mi chiede lei balbettando. "Si." quei suoi occhi sono così verdi che mi ipnotizzano. "E tu?" "Si, sto bene." accenna un sorriso, quando ricomincia a guardarmi come prima. Ad un tratto le nostre...