Chapter 10

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Sophia's POV

"James!" grido il suo nome, mentre sento come se qualcuno stesse afferrando le mie caviglie per sprofondare ancora di più in quell'acqua gelida.

Agito le braccia per rimanere a galla, ma poi mi rendo conto che sono finita sott'acqua.
Quel prato che prima circondava quella casa, ora è diventato un'area dove si può pattinare sul ghiaccio.
L'acqua è gelida e questo indebolisce il mio corpo.
Vedo tutto sfocato e ho l'impressione che non riuscirò a tornare in superficie.
Ad un tratto James mi afferra i polsi e mi tira finché non tocco terra.
Faccio fatica ad alzarmi e mi manca il respiro, anche se mi sforzo per inginocchiarmi.

"Tutto bene ora?" mi dice James mentre mi tiene le spalle.

"Sì, è stato bruttissimo." dico ansimando.

"Ti porto dentro."

James mi solleva da terra e mi cinge la schiena con un braccio, aiutandomi a raggiungere l'interno della casa.
Entriamo e prima di chiedere dov'è il bagno, osservo la casa.
È davvero molto carina, davanti a me c'è il camino, la televisione e un divano marrone che dovrebbe essere molto confortevole.
In ogni angolo del soggiorno, sbucano fuori quattro porte, il ché dovrebbero essere il bagno, la cucina, ed una camera da letto per ospiti.

"È molto carina la casa." affermo mentre giro per il soggiorno.

"Grazie. Prima abitavo con i miei genitori, ma poi quando mi sono fatto un pò più grande, hanno preferito lasciarla a me." aggiunge.

"Oh, capisco."

"Credo che tu debba farti una bella doccia."

"Sì, lo stavo pensando anche io, ma c'è un problema: non ho abiti da ricambio."

"Ah, per quello non c'è nessun problema." si toglie la giacca e sbottona lentamente la sua camicia.

Sfila velocemente la camicia dal suo corpo e me la porge.
Prima di ringraziarlo, sgrano gli occhi scrutando il suo corpo.
Non ho mai visto un uomo con i pettorali e la tartaruga così in rilievo.
Le sue spalle sono così larghe e i suoi bicipiti non scherzano nemmeno.
Dovrebbe praticare circa tre ore di palestra al giorno per avere un fisico così.
Chissà quante ragazze gli sbavano addosso vedendolo in costume o solo con una maglietta attillatissima.
Aveva ragione Matilde, è proprio un gran.. Okay, la smetto.
Arrossisco incantata alla vista dei suoi pettorali, quando all'improvviso James mi lancia la camicia sul viso.

"Hai intenzione di farti la doccia o di guardarmi per altri cinque minuti?"

Scosso la testa come se mi fossi appena svegliata da un sogno, e stringo la camicia.

"Vado a farmi la doccia." dico decisa, mentre mi dirigo in bagno. "Ah, e grazie."

James si limita ad annuire e poi si allontana andando in una di quelle camere.
Entro nel bagno e la prima cosa che voglio trovare, è un'attaccapanni per mettere la camicia e la mia roba intima, ma mi limito a buttarli per terra.
Entro nella doccia e regolo la temperatura dell'acqua girando la manopola.
Dalla doccia escono gocce di acqua calda ed inizio ad insaponarmi su tutto il corpo.
Sfrego ogni parte del mio corpo per togliermi l'acqua ghiacciata e qualche pezzetto di ghiaccio attaccata alla pelle.
Mi rendo conto che l'acqua calda mi rilassa parecchio e rimango immobile per qualche secondo pensando a quanto James sia stato così gentile con me ultimamente.
E anche paziente, perché per come è lui, è capace di neutralizzarti in meno di un secondo.
Esco dalla doccia e raccolgo gli indumenti.
La roba intima ormai si è asciugata e decido di indossarla.
Mi abbottono la camicia e mi accorgo che arriva fino a sopra le ginocchia, quindi mi sento adagiata perché almeno mi va a vestito.
Esco dal bagno e mi dirigo verso il divano, quando vedo James, con addosso una canottiera bianca, che sta arrivando anche lui con una tazza di cioccolata in mano.

"Accomodati." mi dice indicando il divano con un cenno di testa.

Silenziosamente mi siedo sul divano, portando le ginocchia al mio petto.

"Ho pensato di prepararti una cioccolata calda, visto che stai morendo di freddo." mi porge la tazza, sedendosi poi accanto a me.

"Oh grazie." dico sorpresa.

La bevo a piccoli sorsi perché è davvero calda, e lui si guarda intorno, scrutando ogni angolo del soggiorno.
È un momento davvero imbarazzante per noi perché non andiamo per niente d'accordo, io ho indosso la sua camicia, lui mi ha preparato una cioccolata calda e siamo seduti sul suo divano da cinquemila dollari in casa sua.
È tutto così normale, vero?

"Cosa facciamo domani?" decido di rompere questo silenzio imbarazzante.

"Ci alleniamo tutta la giornata."

"Tutta la giornata?"

"Sì tesoro, salterai il pranzo. Inizieremo alle nove di mattina fino alle nove di sera. Ti do solo un'ora di pausa, cioè dalle due fino alle tre di pomeriggio, dopo di che ci alleneremo di nuovo e poi a nanna come i bimbi di due anni."

"Stai scherzando, spero?" dico in tono incredulo.

"Nono, è quello che faccio io tutti i giorni, anche se ora sono occupato a fare il professore."

"Allora come faremo domani mattina ad allenarci se dobbiamo essere all'università?"

"Ho chiesto un permesso di una settimana, ho finto di avere la febbre a 43. Usa la testa qualche volta."

"Ma io non mi sono allenata così tanto!"

"Infatti inizierai domani." poggia la sua mano sulla spalla e fa uno di quei sorrisi maliziosi che hai voglia di strappargli dalle labbra. "Credo che tu sia stanca, quindi se vuoi andare a dormire, vai in camera mia."

Ho sentito bene? Devo dormire con lui? Ma questo è un pazzo pervertito.
Arco le sopracciglia incredula e sorpresa da quello che mi ha proposto, ma poi i suoi occhi guardano in alto come se avessero capito quello che sto pensando.

"Guarda che non dormi con me, io sto nella camera degli ospiti."

Perché dovrei dormire in camera sua se ha la camera degli ospiti?

"E perché io in camera tua?" chiedo decisa.

"Perché sei appena caduta in un ghiacciaio e il letto della camera degli ospiti è scomodo. Dovrei cambiarlo sai? Ed ora vai a dormire, domani ci aspetta una lunga giornata."

"Okay, buonanotte."

"Notte." si gira di spalle e scuote la mano come se mi stesse salutando.

Entro in camera e noto che per essere una camera di un maschio, è molto ordinata.
Ed anche piuttosto monotona perché le pareti sono di un verde chiaro.
Il letto matrimoniale è ricoperto da una coperta bianca e i cuscini sono sotto di essa.
Decido di tirare la coperta delicatamente e dopo mi ci avvolgo dentro.
La finestra che è davanti a me riflette i raggi della luna sul letto e dopo chiudo gli occhi e sprofondo nel sonno.

LIES // James Maslow Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora